Fonti e ricerche per una storia dell' internetworking in Italia
Produrre anime e' ben piu' difficile che produrre corpi
Conversazioni
svolte con Angelo Raffaele Meo
fra Dicembre 2006 e Maggio 2007 a partire da una approfondimento di fonti
sull' opera di Giovanni Battista
Gerace per la ricostruzione del locale originario dibattito interdisciplinare
su L' Uomo e la Macchina
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Con un inter-net-working
"in prima generazione" e' difficile parlare di identita', attualita',
senza citarne la densissima e illuminante storia.
Due belle allusioni alle pratiche incarnazioni delle purissime teorie informatiche sono state siglate da te nel raffinato repertorio di metafore sul software scritto con Mariella Berra, e da Italo Calvino nella lezione americana sulla leggerezza, che non tenne mai. "L' industria pesante … e' ora piu' leggera dell' aria, leggera come il pensiero … Il software cui e' dedicato questo libro e' tutto e solo Spirito Santo …" Ma, aggiungi: "Produrre anime e' ben piu' difficile che produrre corpi" [NOTA A] "Oggi ogni ramo della scienza sembra ci voglia dimostrare che il mondo si regge su entita' sottilissime: come i messaggi del DNA,gli impulsi dei neuroni, i quarks, i neutrini vaganti nello spazio dall' inizio dei tempi … Poi, l' informatica." [NOTA B] [1] Storia e identita' C' e' molto da approfondire, ma molto e' stato accertato sui termini fondamentali …
... E' di cronaca la complessiva redistribuzione dell' internet incontenibile (servizi world wide web) in inesausto ciclo socioeconomico, con resa di conti istituzionale che i ghostwriter del marketing politico inaugurano e datano dalla edizione del libro bianco Clinton Gore (1998). Non e' stata neppure la prima volta che lo sviluppo di una ricerca teorica (pensiamo ad aerospaziale chirurgia chimica fisica medicina …) trova costante laboratorio (o servizio applicativo che dir si voglia) in quei pezzi di mondo "dove si puo' sbagliare poco" che sono i giochi di guerra e di business - e in fondo quando gli eroi di DARPA sottolineano ora la "radice" accademica dell' inter-net-working (Hatzfeld, Taylor) ora l' "obbiettivo" di difesa (Baran), in realta' illuminano pezzi (premesse, processi, conseguenze) di una medesima dialettica. … Ma e' stata la prima volta della drammatica interfaccia sociale di un terminale livello personale. Mainframe, midi, mini ,micro, office, home, personal, reti … Quali sono stati, per la tua esperienza e riflessione, i segnali forti del ribaltato rapporto uomo-macchina … e di una soglia della innovazione assunta come intima sensibilita' ("leggera come il pensiero", appunto, "sottilissima" ... wire-less :-) ... con cio' stesso radicata a costume antropologico [NOTA D] ... e in fine diffusa come standard interpersonale e sociale sconfinato - costituzionalmente, tecnicamente, programmaticamente sconfinato [NOTA E]?
... E l' otto agosto 1995 Netscape si quota in borsa ... in pochi mesi balza da 28 a oltre 150 dollari per azione ... Secondo la testimonianza di Paul Ceruzzi ... "Leggendo i resoconti sui giornali e guardando i telegiornali, si aveva la sensazione che il giorno in cui la Netscape entro' in borsa avesse segnato il vero inizio della storia dei computer e che tutto il resto era stato solo un prologo." ...
[2] Meta-level Internetworking Architecture Recuperiamo questo rimarco di Vinton Cerf …: "To avoid being constrained to a single vendor's equipment and networking technology, DARPA set out in 1973 to develop a nonproprietary networking standard that would support computer-based command and control. It called the project Internetting." [NOTA F] ["Per evitare di essere vincolati all'apparecchiatura ed alla tecnologia di rete di un singolo venditore, DARPA decise nel 1973 di sviluppare uno standard di rete non proprietario che supportasse gestione e di controllo computer-based. Questo sviluppo fu chiamato progetto Internetting."]. … e arriviamo quindi al punto: un team di ragazzi piuttosto svegli (tutte le mattine dovremmo ringraziare l' impagabile fattore di una banda di old boys ancor vitalissimi) ha scritto: "… The Internet as we now know it embodies a key underlying technical idea, namely that of open architecture networking. In this approach, the choice of any individual network technology was not dictated by a particular network architecture but rather could be selected freely by a provider and made to interwork with the other networks through a meta-level 'Internetworking Architecture'". [NOTA G] ["… Internet come ora sappiamo incorpora una sottesa idea tecnica chiave, cioè quella di rete di servizi di architettura aperta. In questo approccio, la scelta di qualsiasi singolare tecnologia di rete non è stata dettata da una particolare architettura di rete ma ha piuttosto potuto essere liberamente selezionata dai fornitori di servizi e realizzata in interazione con le altre reti attraverso un meta-livello 'Architettura Internetworking'"] [3] Neutralita' sistemica Molti accenti si possono marcare sulla neutralita' dell' inter-net-working come sistema, a partire ovviamente dal linguaggio macchina e rete semanticamente spoglio
La estrema neutralizzazione dei processi di indirizzamento e trasporto restituisce una peculiarissima euristica eccentrica
Una rete straordinariamente self-consistent ... Per cui sembrano pure fragili i rapsodici disegni di una sua scissione in 2 internet - l' una "commerciale", l' altra "civile" ... presunzione e illusione discriminatoria di vecchio conio ... rinvia concettualmente alla prima stesura degli statuti dei generic Top Level Domain : la ambizione di connotare e differenziare, prima ancora che qualita' di banda e servizi - addirittura la semantica e il mercato di .com .net .org ... [NOTA H]. Ben altro problema e' sotteso - e all' orizzonte: distinguere a rigore i servizi telco e i servizi inter-net-working ... Comunque: quali aspetti, tecnologici, sociali, della neutralita' della interconnessione sembrano a te oggi di maggiore attualita' ?
[4] Neutralita' relazionale Cio' che ovviamente consegue e' la neutralita' dell' inter-net-working … in rapporto agli altri sistemi: in termini disarmanti, talora sconcertanti. E altrettanto ovviamente, rispetto all' accrocchio irregolarmente inintermediario, e' di costante cronaca qualche resistenza socio-culturale e scomposta reazione degli establishment maturi - essi tutt' altro che neutrali - e dei loro consolidati equilibri (assetti economici, politici, ideologici ben connotati, localizzati e interessati - e connessi magazzini della mediazione e consenso…). La mia personale considerazione e' ancora: mi stupirei del contrario … e' sempre andata cosi'. Tutte le volte che e' esplosa una rete di comunicazione ... punto-punto, end to end, secondo lo slang di oggi. Sempre - dalla dissacrazione che Benjamin ascriveva alla riproducibilita' tecnica del segno d' arte ma ancor piu' lontano .... alla sua originaria corrosiva costituzione, connaturata alla rivoluzione essenziale dell' evo moderno secondo alcuni: che considerarono Gutemberg l' autentico "ministro" di Lutero ... [4.1] Internet~Economia Partiamo dal rapporto fra l' internet e l' economia … di cui sembra violare qualche consuetudine proprio per via della "produzione e manutenzione" spostata sul client … con valore d' uso eccezionalmente aggiunto, in vece che consunto ... Cosa significa insomma: produrre, distribuire, consumare - IN RETE ?
Probabilmente non e' stato mai disponibile un mix di tecnologia e informazione cosi' sfuggente ed eretico, dalla nativa frontiera paradossale dello stato dell' arte del computer personal sviluppato nei garage … all' oggi della intrapresa ben poco pianificata della sua rete di host e servizi … con prezzi orientati a quei costi decrescenti che tradizionalmente connotano azionariato cooperativo. In pratica l' internet pare proprio innervazione di fisiologica concorrenza, chiusura insofferente a logiche di egemonie mercantili: impermeabile nella struttura, permeabile nella funzione (di risolvere e trasportare ogni segno con indiscriminata accessibilita'); prassi esemplare ed incontrattabile d' interoperabilita' e in tal senso estrema metafora open. Ho qualche motivo di chiedere proprio a te: cosa significa, oggi, "open" ?
Ancora sul rapporto internet-economia. "…Multinational collaborative research project": vale proprio la pena popolarizzare questa cristallina espressione, e categoria centrale, che emerge dalla densa raccolta di fonti censita da Ronda Hauben [NOTA I], e da cui estraggo i riferimenti, tra i pionieri corrispondenti di sponda europea, proprio al ruolo del CNUCE (la scuola informatica pisana insomma, che affonda le radici nella visionaria sollecitazione di Fermi a costruire il primo computer italiano, la CEP, Calcolatrice Elettronica Pisana), i cui reparti reti realizzarono l' aggancio locale prima con ARPAnet quindi con l' internet. "The process of the Internet's development offers an important prototype to understand the creation of a multinational collaborative research project which depends on and fosters communication across the boundaries of diverse administrative structures, political entities, and technical designs" "Certainly by 1979, the SATNET project as a development project had been largely completed. There was a major meeting in Washington, with a session on SATNET. I know that UCL participated in it.... At that meeting we used packet voice to present part of the proceedings from London in Washington. I am sure that CNUCE (Pisa, Italy) and DFVLR (Munich, Germany) were well and truly aboard by them. Equally clearly the SATNET route had become an operational entity by around 1983,using TCP/IP. Shortly after that the academic parties in Italy and Germany dropped out. The Defence parts never played any important role in network development in Germany, Italy or the U.K." "In fact, we formed a coordination board - the International Coordination Board (ICB) that included NDRE, UCL, the German DFVLR and the Italian CNUCE as well as DARPA to coordinate the international efforts." "As Kirstein and Kahn emphasize, there were five nations who were participants in the SATNET experiment. He writes that SATNET included not only the U.S., Norway and Great Britain, but eventually also sites at DFVLR in Oberpfaffinghofen, Germany (near Munich), and CNUCE in Pisa, attached to the Fucino earth station in Italy." Mi rendi qualche episodio, e memoria illuminante, sull' impianto combattutissimo, nella infelice penisola, di quel "…Multinational collaborative research project" ?
Furono pure anni amaramente scanditi da un drammatico disallineamento in Italia fra la ricerca e la industria elettronica con dimissione della ragion politica e inaugurazione di un "pensiero debole" sulla innovazione che segnera' per anni le nostre istituzioni. La startup della versione maggiore della CEP, il 13 novembre 1961, era stato raggelato (a un anno e mezzo dalla scomparsa di Adriano) dalla tragica morte a 37 anni di Mario Tchou leggendario leader del Laboratorio Ricerche Elettroniche della Societa' di Ivrea. La Olivetti aveva
ll primo luglio 1965, quattro giorni prima della inaugurazione del CNUCE, a rendiconto di tutte le eresie della Olivetti e del suo leader, si consumera' formalmente la "occasione perduta" del polo industriale elettronico (made in Italy, con straordinaria anticipazione, pure per immagine e design proprio: Luciano Berio, Bruno Caruso, Franco Fortini, Nelo Risi, Ettore Sottsass ...), con il trasferimento alla General Electric del 75% della Divisione Elettronica della Olivetti. Verranno richiamate in proposito brucianti metafore:
Ma la sintesi del "caso" piu' fredda e controllata (e per cio' impietosamente emozionante) per me l' hanno vergata Giorgio Sacerdoti e Francesco Ranci: "Il problema e' che, anche se qualcuno avesse avuto a cuore la buona sorte della Olivetti, o addirittura lo sviluppo del paese, da nessuna parte si era ancora capito il futuro dell' elettronica, nonostante il fatto che era gia' cominciato" . Molto semplicemente, fra quelle due date, chi in Italia deteneva realmente il potere di decidere il futuro, aveva emesso una sentenza di sistema. "La societa' di Ivrea e' strutturalmente solida e potra' superare senza grosse difficolta' il momento critico, sul suo futuro pende pero' una minaccia, un neo da estirpare: l' essersi inserita nel settore elettronico, per il quale occorrono investimenti che nessuna azienda italiana puo' affrontare" (Vittorio Valletta alla Assemblea degli azionisti FIAT, aprile 1964, ). 29 anni prima Guglielmo Marconi aveva detto in un'altra Assemblea, del CNR . "Ho inteso varie volte giustificare lo sviluppo preso dalle ricerche scientifiche presso altre grandi nazioni col fatto che in tali nazioni l' industria, essendo piu' ricca che da noi, puo' permettersi di finanziare abbondantemente le ricerche. Ma ci si potrebbe forse domandare se per avventura il ragionamento non possa essere rovesciato, e se non si debba invece attribuire la floridezza dell' industria in alcune grandi nazioni, in parte almeno, al fatto che quegli industriali hanno avuto il tempestivo coraggio di finanziare le ricerche da cui le loro rispettive industrie hanno tratto vitali elementi di prosperita' " Make or buy? Bruno de Finetti al ritorno da una missione inglese per raccogliere elementi sull' impianto del primo calcolatore "romano" (presso l' INAC diretto da Picone) riportava una unanime consulenza: "Build ! You Must Build your computer yourselves". [Chi non ha "capito", chi non si e' "speso", chi non ha "investito il sistema" - ha "pagato": il mitico Beppe Attardi mi dice che Angelo Raffaele Meo e' stato uno dei primi a cogliere il volano dissolutivo della innovazione presso i sistemi dell' Est … e per tornare a noi radici e problematiche di lontane stagioni scandiscono una ricorsiva attualita' con impietosi echi] Nella medesima appassionante "era della fondazione" Enrico Fermi scriveva: "[...] Interrogato circa le varie possibilita' di impiego di tale somma, quella di costruire in Pisa una macchina calcolatrice elettronica mi e' sembrata, fra le altre, di gran lunga la migliore. Essa costituirebbe un mezzo di ricerca di cui si avvanteggerebbero in ogni modo, oggi quasi inestimabile, tutte le scienze e tutti gli indirizzi di ricerca" A te e' toccato l' onore di una struggente concatenazione: nel 1988 hai illustrato il rigore scientifico di Giovanni Battista Gerace, designer hardware della CEP e diciottotto anni dopo hai commemorato il suo allievo Franco Denoth (che costantemente si impegno' a risolvere ogni ricerca allo stadio prototipo almeno) con un titolo militante: "scrivere, non solo leggere, i capitoli della storia dell' informatica" … Raf … make or buy?
Andiamo a sbattere quindi sul rapporto fra l' internet e la politica. Anche qui, guardiamoci un poco alle spalle: l' internet nasce nelle esatte "costituzioni" di liberta' di pensiero, parola, intrapresa: addirittura dalla rivendicazione estrema di esse. Ma all' internet e' ben convenuto (credo si possa dire francamente e limpidamente) startup non-concessionario e sviluppo sottotraccia all' establishment: per cui va' pure compreso e scontato un certo grado di disorientamento da parte di una politica che non ha a tutt' oggi studiato in ogni implicazione che l' internet
Veniamo al punto, quindi: il mio sospetto e' che le piu' intime contraddizioni dello sviluppo dell' internet affondino radice non nell' impatto limpidamente antagonista con i modelli autoritari, con le dittature - ma nel cuore delle democrazie e delle loro stabili intermediazioni, delegazioni, rappresentanze, concessioni La partita e' fra
nell' esercizio dei medesimi cittadini. Lasciamo quindi a qualche banale agitazione e propaganda le ipoteche ed ingenue metafore del "cervello", del "cuore" di una rete eccentrica … che si consumano infallibilmente nella ricerca inconcludibile
Il problema vero, a partire dalla classica definizione di Brockman secondo cui le rivoluzioni tecnico scientifiche non interpretano il mondo ma creano universi, consiste nei limpidissimi disallineamenti fra l' architettura internet e le regole del gioco dell' universo politico.
La rete, le reti della ricerca, l' internet in modo clamoroso e "popolare", costringono la politica a rivedere l' approccio consueto dei modelli classici propri: accentramento/decentramento, statalismo/federalismo: moltiplicazione/divisione di poteri insomma (e a rivedere pure le tecniche dell' approccio: di fronte alla cosa piu' interconnessa del mondo la politica si relaziona tipicamente nei termini piu' scoordinati - e compie ormai sette anni la invocazione, e la attesa, in Italia, di una commissione parlamentare di informazione interlocuzione e istruttoria legislativa per la rete della innovazione ...).
Il problema si traduce in una scelta di poca mediazione e poco margine:
Questa scelta non e' ancora stata fatta. Il suo processo deve scontare il netto di ogni contraddizione e resistenza, ovviamente - in quanto investe udienze inedite per lo Stato ; ma pure per il simmetrico logoramento d' udienza (sopra tutto presso le classi di eta' giovanili) dell' ossatura costituzionale di partecipazione e consenso: i Partiti. E' di pubblico dominio che il primo arrocco, il primo "riflesso condizionato" della politica sull' internet" in Italia, dal 1999, e' consistito in due simmetrici, consecutivi e bipartizan tentativi di mettere sotto il diretto controllo dell' Esecutivo il country code Top Level Domain .IT, da parte di entrambi i poli, nella XIII e XIV Legislatura. A partire dall' ultimo biennio dell XIV Legislatura si e' sviluppata una meno rozza strategia di concertazione disallineata attraverso convocazione sistematica di distinti pezzi della rete in separati tavoli ministeriali. Ma, al netto dei metodi d' interferenza monitorizzati puntualmente da Interlex e Punto Informatico , e che la delegazione locale dell' editor mondiale dei protocolli internet http://www.isoc.it approfondisce sui piu' clamorosi approcci legislativi, cio' che ancora e sopra tutto emerge in fatti e con cio' stesso in teoria, e' una propensione della cultura istituzionale al commissariamento amministrativo della soglia di accesso all' internet: fraintendimento drammatico, digital-divide allo stato puro, paradosso di un disegno ("ruolo metaprovider di Stato ?") per l' esercizio del quale risulta di facile pronostico la tentazione ricorrente, e storicamente consueta, di affidamento alla unica rete che la politica veramente conosce … la rete Telco. Per cui, nel disegno di proporre e perseguire una agenda istituzionale per l' internet, e a somma di tutti i fili di discorso, e' viatico pregiudiziale che la interconnessione neutrale delle reti ... si interconnetta politicamente nei confronti degli uffici di pubblico interesse : nei passaggi essenziali di una complicata trama di decenni non e' stato abdicato il saggio ammonimento di Vinton Cerf ... "Internet was designed with no gatekeepers over new content or services". Tu ne hai viste tante e su molti fronti pure di altissimo profilo istituzionale (ma a me piace ricordare un dibattito del secolo, millennio scorso, all' eversivissimo ed okkupatissimo Bulk di Milano: c' era un vecchio ingegnere olivettiano commosso, c' era un giovanissimo Marco d' Itri) … ti chiedo: nella tua personale esperienza quali disallineamenti ti hanno particolarmente colpito, fra politica e internet ?
Cerf : " … The internet is a reflection of our society and that mirror is going to be reflecting what we see … If we do not like what we see in that mirror the problem is not to fix the mirror, we have to fix society." [NOTA J] ["Internet è un riflesso della nostra società e tale specchio va a riflettere cio' che vediamo ... Se cio' che vediamo allo specchio non ci piace, noi dobbiamo guardare non allo specchio, ma alla società."] E' un po' dura sognare uno specchio del mondo ripulito dalle sue trasgressioni - eppur oggi sono in in riedizione ancora una volta -a fronte di questo inquietante specchio del mondo, di noi stessi- intime quanto ingenue compulsioni iconoclaste; ed e' di cronaca l' ordine del giorno, teorico e pratico, di un filtro convenzionale, ovvero politico, per l' internet. Ma forse non si tien conto che la restituzione di ruolo compiuto ai soggetti propri della comunicazione (talche' si puo' alludere correttamente pure a un rete di reti di persone) ...
Prepariamoci tranquillamente ad ogni mediocrita' se il punto non sara' assimilato sino ad ogni sensibile implicazione: convergono al medesimo livello di esercizio la materiale interfaccia (sempre piu' personal, mobile, eterea ed ubiquitaria ...) progressivamente scalata della informazione automatica e la costituzione scritta. La responsabilita' e' personale. Storia e cronaca di editoria, cinema, televisione, telefonia, posta ecc. documentano la discussa efficacia, il poco respiro, e qualche obiezione di principio, nei confronti di uffici di intermediazione politica nei flussi della comunicazione e nei palinsesti della informazione: probabilmente, ancora una volta dopo l' ultima, dovremo riscontrare come la trasgressione trasmuta in eversione, quando ridotta a coatta ed epidermica clandestinita' ... In modo specialissimo l' inter-net-working in quanto tale non produce ne' consuma informazione (semmai cerca di distribuirle in modo organizzato, ma questo tema meriterebbe un' altra conversazione) e si rinvia quindi limpidamente, per la risoluzione delle infrazioni,
In ogni caso sarebbe ben ingenuo e patetico voler disporre normalmente (al netto di straordinarie emergenze, da calcolare con ogni prudenza) di una una sincroni'a impagabile e al tempo stesso di una sua "linea di ritardo" . Ovvero non e' praticabile una strategia di intercettamento di contenuti nello strato cruciale di indirizzamento e trasporto - e il network non puo' , semplicemente, rinunciare al preziosissimo criterio e standard di irresponsabilita' semantica dei provveditori di servizi. Lo sconsolante percorso e' sempre quello ..
... Il tutto applicato ad una rete strutturalmente ridondante di indirizzamenti e trasporti e percorsi alternativi e quindi con ... con declamatoria inefficacia: questo e' la perversa pedagogia ed irresponsabile eredita' che tipicamente viene rilasciata ad una disillusa societa': sopratutto nell' internet non si scherza con la scorciatoia di superficiali stati di eccezione del principio preziosissimo della responsabilita' personale. Non e' questo il lavoro della politica. Non consiste in cio' l' onore della politica. In che lingua dobbiamo dirlo ? Ti chiedo un tuo approfondimento sul tema generale dei filtri e particolare della censura - ma sarebbe piu' rigoroso parlare di uno sconfortante riflesso condizionato: la contraddittoria ma ricorrente pulsione politica a fissare la patologica sopra citata soglia amministrativa dell' accesso all' internet ...
Il lavoro della politica e' altro, e ben impegnativo, di garanzia e regolatrice ed unanime promozione. Recentemente hai scritto: "Da statalista convinto […] Io penso che le aziende pubbliche abbiano sostenuto il sistema economico nazionale piu' delle private e mi riprometto di dimostrarlo. […] Per altro penso che il mercato sia un'astrazione e che anche nei paesi piu' liberisti il Governo sia stato il fattore determinante del successo scientifico, tecnologico e industriale." Raf, hai "spiazzato tutti" - e con mio grande spasso (poiche' io sostengo che la generazione dell' arpanet e del tcp-ip sia piu' "spregiudicata" della generazione del www): non e' proprio di moda corrente evadere le egemoni semantiche lib-lab e rivendicare lo "stato" … Ma lo "stato" e' nato appunto nel cuore delle grandi rivoluzioni borghesi ribelli, a garanzia (tripartizione degli ordini) del cittadino contro "l' arbitrio del potere" regale - e le sue costituzioni sono state drammaticamente rivendicate nel "secolo di sangue" di cui siamo figli, contro gli stati di eccezione dittatoriali, e pel favore dei diritti unanimi, assolutamente compresi quelli materiali ... "the internet is for everyone" (rfc 3271 [NOTA K]) - e ruolo simmetrico, onere e onore della politica pare proprio e tutto convergere nella missione limpida e ambiziosissima che … l' internet sia di tutti, per accesso, banda, servizi. Da aggiungere solo che pure sotto il profilo della collaborazione e competizione geopolitica, vinceranno i sistemi che piu' efficacemente porteranno i plurimi servizi di rete su ogni "porta", pubblica e privata, "a casa propria" … Io sono refrattario ai troppo generali "ismi". Ma rispetto a certi passaggi [hai molte ragioni dalla tua] vale pur la pena spendersi. Non abbiamo ancor smesso di pagare una ben poco lungimirante opzione di irresponsabilita dello "stato" sulle collettive risorse. E non abbiamo ancor smesso di pagare, con riferimento alle infrastrutture di comunicazione, la insipiente dimissione di esse - compreso il terminale ultimo miglio. Che era stato costituito in partecipazione statale. Ti ringrazio assolutamente della provocazione e ti chiedo sul punto di esporti ancora e approfondire...
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Un articolo inedito di Angelo Raffaele Meo
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[4.3] Internet~Ideologia Inevitabilmente si giunge, in fine, al rapporto fra l' internet e le ideologie. Il progetto eversivo d' inclusione inesausta di questa infrastruttura della globalizzazione (che anche ne disvela le contraddizioni: digital divide) invalida il fraintendimento non solo di una rete politicamente connotata, ma pure di una sua sussidiarieta' ideologia. Ti aggiungo con molta franchezza che su questo punto mi sembra che dobbiamo confutare il piu' insidioso establishment: i "nostri" crampi mentali - molte idee ribelli e oggi vincenti, o peggio, di moda: la rete e' smarcata, altro che balle, tecnicamente smarcata. Chi la vuole marcare in patetici, ennesimi collateralismi ha solo da proporlo, in rete, una testa un voto, in confronto aperto. In tale disputa io sostengo che l' inter-net-working non e' collocabile nelle gerarchie e latitudini geopolitiche (primo secondo terzo ennesimo mondo; centro destra sinistra ecc.) e che lo spettro delle variopinte ideologie (bianco nero rosso verde ecc.) si risolve ovviamente in trasparentissima accessibilita'. Il suo agnosticismo non solo e' la costituente condizione della tecnologia propria, spregiudicatamente neutrale nel gioco delle fazioni appassionate del nostro tempo, ma pure la risultante sociologia della sua composita rappresentazione ... Un miliardo di corrispondenti al mondo, in questo tempo, 29 milioni in Italia, appunto rappresentano ogni linea: strutturale e costituzionale anticorpo ad ogni prevaricazione -e discriminazione- ideologica. Pare pure saggio che l' internet, nel processo di costituzione del proprio statuto epistemologico e radicamento materiale, eviti come la peste, a garanzia e tutela, di importare categorie e linguaggi egemonici … Per farla breve: non siamo sgusciati originariamente dall' establishment militare, economico, politico - per cadere nella trappola delle ideologie.
"Request For Comments ... Internet non sta' in piedi su Comandamenti scolpiti a fuoco sulla pietra (modello religioso) ... su Manifesti (modello ideologico) ... su Costituzioni (modello statuale) ... Richiesta di Commenti ... sembra piuttosto, anche nei suoi formalismi, un universo in espansione, under construction. … Internet E' perennemente under construction, ed e' per quello che funziona e si espande. All'inizio "parlava" con gli altri attraverso gateway. Oggi "gli altri" li ingloba, facendogli usare TCP/IP come base per i propri servizi. Gli stessi RFC, che sono quasi tutti DRAFT, sono la prova che si tratta di lavoro in evoluzione." [NOTA L] Tali documenti sono ovviamente request of comments, ovvero una richieste di commenti. Questi sono da incoraggiare, e spregiudicati, in plurale confronto. Mi sembra giusto rilanciare alla tua riflessione questi documenti, e il metodo proprio della loro elaborazione. Perche' tra le molte tutele, di mercato, ragion politica, stato, che si propongono ora alla popolare interconnessione di reti, va' pure citata la esattissima interfaccia di una miope tecnocrazia: quelle ideologie che, nel tempo della generazione combattuta e appassionata di un computing personal risolto in network indiscriminato, non lesinarono molte convergenti censure, a partire dall' originaria disputa su l' "uomo e la macchina", alla innovazione scomodissima. Ha quindi senso citare in fine, e con cio' "chiudo", alcune consuetudini (classiche, un filino ridondanti...) del funzionariato dell' ideologia, la ben nota intellighentsia, sistematicamente organica ad ogni "storia di successo":
… in questo caso del "popolo della rete" - e nel tempo dell' internet vincente, ovviamente. Vedi anche tu qualche rischio di questo tipo, senti la opportunita' che l' internet vigili e tuteli, rispetto a ridondanti appetiti ideologici ?
Anch' io. Ma sono romagnolo: e' quindi piu' spregiudicata la esposta an-arche' tua, piemontese: ma non e' forse il Piemonte razionalistico conservatore/innovatore di terra vini e macchine (e mitologico custode di lune e falo') ad aver compiuto la incommensurabile ultima rivoluzione italiana ? Come a dire: grazie, Angelo Raffaele Meo, grazie. Alla prossima. Giorgio. |
[5] Riferimenti
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[6] Commenti a : Produrre anime e' ben piu' difficile che produrre corpi Conversazioni svolte con Angelo Raffaele Meo fra Dicembre 2006 e Maggio 2007 a partire da una approfondimento di fonti sull' opera di Giovanni Battista Gerace per la ricostruzione del locale originario dibattito interdisciplinare su L' Uomo e la Macchina . Commenti elaborati da Giugno 2007 [titoli redazionali]
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[7] Nota editoriale e ringraziamenti
[gg] |
10. Fonti e ricerche per una storia dell' internetworking in Italia
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Sommario
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Fonti
Automazione
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Fonti
Informazione
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L'
uomo e la Macchina
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Dalla
C.E.P alle Reti alla Interconnessione di Reti
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