- Il dialogo tra
Giorgio Giunchi e Angelo Raffaele Meo è intenso nelle questioni
che pone, tanto nelle suggestioni epistemologiche quanto nelle relazioni
tra persone/poteri/decisioni che hanno interessato il nostro Paese. Così
intenso da farmi reagire quasi in chiave esistenziale e di stato d'animo
viceversa dovrei farlo attraverso una riflessione più compiuta,
in effetti credo che il processo di relazione riflessiva di tipo virale
non risponda solo ad una necessità di tempestività contingente
ma costituisca invece il portato più fecondo dell'interconnessione
digitale in rete.
- Il percorso
richiamato negli elementi biografici del colloquio ha generato un cambiamento
che in pochi decenni ci ha portato non solo ad un cambio di secolo ma ad
un salto di millennio e non ci deve distrarre il calendario. La natura
esponenziale della velocità del cambiamento è stata tanto
forte quanto il cambiamento logico.
- L'innovazione
prodotta dalla interconnessione digitale in rete ha portato le relazioni
tra i paesi del mondo ad un livello di omogeneizzazione mai conosciuto,
questo a dispetto dei conflitti tra identità fondate su presupposti
religiosi che avrebbero sostituito quelle ideologiche.
- La rete non
conosce confini statuali e legislativi ma solo barriere tecnologiche e
culturali, si dà come una rete di reti a geometria variabile nello
spazio e nel tempo degli emisferi. Questa omogeneizzazione è costituita
dalla natura pervasiva e relazionale della convergenza digitale interconnessa
e della potenza di calcolo ad essa connessa.
- Quando Gregory
Bteson proponeva di "…riflettere non sul nostro sapere, ma su quel
più ampio sapere che è la colla che tiene insieme le stelle
e gli anemoni di mare, le foreste di sequoie e le commissioni ed i consigli
umani.", perché "…vi è un unico sapere che caratterizza
tanto l'evoluzione quanto gli aggregati umani." e vedeva la mente
come "…un riflesso di vaste e numerose porzioni del mondo naturale
esterno all'essere pensante." individuava la struttura che connette
il vivente nelle relazioni formali tra le parti e nella loro simmetria.
- Sono le corrispondenze,
le discrezioni, i ritmi e le modulazioni proprie delle relazioni tra le
parti, tra le loro forme e i loro contorni a costituire la matrice comune
dei codici attraverso cui lungo il corso del tempo prende corpo la narrazione
del vivente. La comprensione dei processi cognitivi umani oggi non può
prescindere dalla condizione di interconnessione digitale costituita da
internet e dalla sua natura di comune denominatore nelle relazioni sociali,
questa è l'implementazione della struttura che connette.
- La possibilità
di avere una piena consapevolezza di questa situazione è assolutamente
legata alla piena disponibilità dei fattori/elementi costitutivi
che abilitano ad una partecipazione. Sono le condizioni e le funzioni abilitanti
della partecipazione a questo sistema tecnologico di relazione sociale
a definire la qualità della cittadinanza di cui ognuno dispone nell'era
digitale.
- Perché
nella rete internet non ci troviamo nell'unica condizione di spettatori/utenti/consumatori
che possono scegliere tra le offerte broadcast: laddove ne siamo in grado,
lo riteniamo e ci viene consentito di farlo, possiamo divenire anche produttori
dell'offerta di contenuti. Per questo la qualità della consapevolezza
di sé in una realtà interconnessa sarà sempre più
legata alla comprensione/consapevolezza/conoscenza della rete e delle sue
logiche di produzione cognitiva e di senso.
- La rete digitale
interconnessa si propone come impresa cognitiva collettiva che permette
e richiede, ai fini della sua efficacia, una pratica di condivisione della
conoscenza e di collaborazione nella quale il contributo cognitivo nella
produzione di valore si sottrae alla logica dello scambio e nella quale
il valore d'uso ha il carattere del dono, per questo essa diviene il contesto
nel quale le nostre parole e le nostre azioni assumono significato.
- Sono, quindi,
queste condizioni e queste funzioni in relazione ad una nuova modalità
e ad un nuovo sistema della produzione di valore a divenire l'oggetto del
contendere nel campo dei diritti e della giustizia sociale. Cambia la produzione
di valore, con la fine della materialità e della scarsità,cambia
il rapporto tra domanda e offerta nella determinazione del costo sul mercato.
- La crisi di
un sistema dato, l'incrinazione e la discussione del suo equilibrio, non
preludono alla catastrofe bensì costituiscono la condizione per
il cambiamento, non ci devono quindi stupire l'omeostasi di un sistema
e l'azione di difesa delle rendite di posizione da parte degli attori che
fin qui ne hanno goduto.
- Che il pretesto
sia la lotta alla pornografia in Iran, alla morale socialista in Cina,
al terrorismo con il "Patriot Act" negli USA, alla contraffazione
in Italia, si cerca in realtà di produrre per via normativa la condizione
di scarsità e di controllo che la rete in sé non ha. Un nuovo
sguardo e una nuova consapevolezza sociale, composta da convinzioni e convenienze,
rendono così necessari nuovi criteri di legittimazione dei giudizi,
quindi delle norme e del loro contenuto che sottendono i comportamenti
ed i costumi sociali.
- Questa è
la situazione agonica nella quale ci troviamo in questo inizio di millennio
dopo il salto che ha caratterizzato il passaggio da un sistema di produzione
centrato sulla scarsità nella determinazione del rapporto domanda
offerta ad un sistema dove più vi è circolazione e condivisione
di un bene digitale meno questo si consuma anzi, può arricchirsi
e dare luogo a contaminazioni e financo combinazioni inaspettate, producendo
così nuovo valore. Il prodotto cognitivo della relazione pensiero/mente
all'interno della rete e dei suoi flussi non conosce il degrado entropico
proprio dei processi della termodinamica, al contrario assistiamo ad un
arricchimento continuo.
- Sono quindi
i presupposti di protocollo tecnologici di controllo dell'alfabeto e delle
grammatiche digitali e di neutralità della rete o meno, a determinare
le vie e le caratteristiche dell'evoluzione della rete come matrice cognitiva
collettiva e quindi a condizionare anche gli stessi sviluppi scientifici,
sono i fattori abilitanti per una società capace di futuro.
- Solo la politica
pubblica, non solo nella funzione normativa ma anche attraverso politiche
sociali ed economico/imprenditoriali può garantire l'universalità
e la pari opportunità nel riconoscimento e nel godimento di diritti.
La dimensione digitale interconnessa presenta opportunità e problemi
inaspettati come dimostrano nell'immediato le esperienze di internet 2.0
o lo spamming ed il phising, questa combinazione ci chiede di disporre
della possibilità condivisa di controllo e revisione dei vecchi
presupposti e quindi della possibilità di crearne di nuovi.
- La sostanza
di un sistema di comunicazione complesso quale quello digitale in rete
non risiede in rendite di posizione e in gerarchie definite ma in un concorso
di cooperazione competitiva tra diversi approcci, tra diversi sistemi operativi.
Sistemi che possono combinarsi per generare soluzioni diverse e non prevedibili
dai/nei sistemi generanti, in questo senso Java messo sotto licenza GPL
costituisce un esempio molto interessante.
- Questo processo
evolutivo dipende dal dialogo, dalla combinazione tra informazioni tra
codici sorgenti dei diversi sistemi operativi, dalla sua natura aperta
e partecipata. La forza di questo processo risiede nella messa in atto
di pratiche la cui validità è determinata dalla condivisione
sociale prima e nonostante la legittimazione legislativa. Così il
succedersi informativo e la successione di approssimazioni permetterà
di individuare le possibili direzioni di cambiamento dei presupposti di
controllo fuori da pre-determinazioni preclusive.
- Il software
con le sue stringhe di algoritmi ed i suoi modi costituisce il flusso cognitivo
che percorre l'organismo tecnologico digitale, è questa sua "funzione
vitale" a proporlo come questione di valore a questione etica. Il
riconoscimento di un bene comune, come valore universale da garantire a
queste e alle future generazioni richiede una consapevolezza culturale
e politica.
- Nella società
in rete il risultato è il processo, è la natura costitutiva
ed evolutiva del contesto procedurale/regolativo/normativo ciò di
cui la politica deve preoccuparsi. Non è tanto l'interazione in
rete, quindi, a costituire una modalità di partecipazione qualitativa
alla formazione di un'opinione pubblica avvertita, all'indicazione di efficaci
indirizzi amministrativi o alla indicazione/selezione del personale politico.
- Una partecipazione
informata e consapevole, presuppone libertà di accesso alla rete
e ai suoi contenuti, libertà di conoscenza ed uso degli alfabeti
e delle grammatiche digitali, libertà di espressione e di parola.
Quindi una rete neutrale, orizzontale, aperta, libera e condivisa.A generare
il conflitto ed il processo di cambiamento nei presupposti religiosi e
quindi nel retroterra culturale occidentale non è stata l'affissione
delle 95 tesi di Lutero sul portone della Chiesa di Wittenberg ma la combinazione
tra la possibilità di riproduzione e diffusione di quei contenuti
attraverso la stampa e la sensibilità culturale verso quei contenuti.
- Oggi affinché
questi presupposti consentano una piena partecipazione plurale, cioè
una positiva evoluzione della democrazia, occorre una attenzione particolare
ai processi cognitivi e relazionali che la natura della rete permette o
meno.
- Che ruolo hanno
gli intermediari, come i motori di ricerca, che cercano, selezionano ed
ordinano per noi informazioni, contenuti, relazioni?
- Che capacità
di valutazione ed orientamento abbiamo per una valutazione consapevole
e quindi per una scelta?
- E' vero, il
multiverso in rete è di una densità tale da generare una
paralisi contemplativa, del resto evidente anche quando dopo esserci affidati
ad un motore di ricerca ci troviamo di fronte a diverse migliaia di possibilità
da verificare.
- Altresì
vi è un uso infinitesimale delle potenzialità dell'elaboratore
e della sua interconnessione in rete. Il divario digitale si presenta così
anche e soprattutto come divario culturale, come inadeguatezza sul piano
formativo per capire cosa può fare questa tecnologia.
- Se è
vero che nella società dell'informazione e della conoscenza la marginalità
è determinata dalla connessione o meno con le reti di comunicazione,
la consapevolezza del "divario culturale" ci spinge a integrare
la domanda "sono in rete o no?" con quella "cosa ci faccio,
cosa ne faccio?".
- L'interconnessione
di elaboratori in rete non è, quindi, solo un nuovo supporto informativo
e comunicativo, ma un sistema cognitivo, che chiede una formazione attenta
all'analisi e alla definizione dei processi e delle loro implicazioni relazionali.
- Diceva Gaber
"…libertà non è uno spazio libero, libertà è
partecipazione". La cooperazione e la condivisione diventano quindi
delle caratteristiche di un processo democratico di partecipazione informata
in rete, capace di sviluppare comportamenti virtuosi ed attenti, capace
di una cultura della collaborazione competitiva come cittadinanza attiva
e responsabile.
- Imparare a farsi
i fatti degli altri, ad interagire con i loro problemi perché riconosciuti
come parte dello stesso contesto di comunità territoriale, sociale,
costituzionale diventa allora una alternativa qualificata al voyeurismo
del buco della serratura catodico e del gossip ad esse collegato.
- Una politica
capace di usare la rete non come vetrina o come distributore di spamming
elettorale bensì come impresa di partecipazione collettiva, risulterà
capace di risposta alle domande, ai desideri e ai bisogni dell'era dell'interconnessione
digitale globalizzata. In questo senso per la società e l'economia
della conoscenza nell'era digitale interconnessa, il treno non è
mai perso una volta per tutte.
- Questi, dunque,
sono i tempi storici con quali la politica si misura, occorre essere consapevoli
che infine siamo noi, animali umani, a misurarci con questa necessità
di adeguamento, con i nostri tempi biologici.
- Quindi non solo
con la nostra ignoranza a riguardo, ma con la preoccupazione di perdere
rendite di posizione che l'attuale mandato simbolico/posizionale ha garantito
fino ad ora a principi e cordate di cortigiani ai vari livelli istituzionali.
Qui antropologia e psicologia delle relazioni ben si combinano con scienze
e sociologia delle comunicazioni per adeguare il nostro bagaglio culturale.
- Nuove pratiche
possono generare un nuovo immaginario per un blocco sociale dell'innovazione
qualitativa, unico possibile attore di un cambiamento/adeguamento della
politica e della sua cultura, oltre una contrapposizione destra/sinistra
che per come si è definita nel tempo non risponde alla natura dei
conflitti della società della conoscenza, ci sono nuove sfide si
danno nuove geografie e ci occorrono, quindi, nuove mappe.
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