- L'astrazione,
la capacita' di riconoscere i concetti generali nascosti dietro manifestazioni
complesse e' per un informatico una capacita' fondamentale. Questa dote
emerge chiara dalle risposte di Angelo Raffaele Meo, che nella sua conversazione
con Giorgio Giunchi ci stimola all'analisi ed all'approfondimento di alcuni
temi di interesse per tutta la comunita' Internet.
- Dell'intervista
vorrei rilevare alcuni passaggi fondamentali, che acquistano un interesse
notevole se proiettati nella situazione in cui viviamo oggi.
- "Internet
e' uno straordinario e inusuale esempio di bene pubblico, non soggetto
ad appropriazione privata esclusiva, il cui uso non desta rivalita'"
- "I due
aspetti che mi paiono oggi piu' importanti sono (...) l'agnosticismo protocollare
rispetto al canale e l'agnosticismo protocollare rispetto al segnale"
- "Le implicazioni
economiche, politiche e sociali del nuovo modello di comunicazione sono
imprevedibili"
- L'ultimo punto
in particolare era gia' stato toccato da Bob Kahn, co-autore insieme a
Vint Cerf del protocollo TCP/IP, in un'intervista concessa all'IEEE History
Center dove asseriva che "cio' che e'
accaduto con l'Internet probabilmente non sarebbe potuto succedere se la
gente avesse compreso quale grande impatto questa avrebbe avuto"
[1].
- Riportiamoci
ora un contesto piu' generale e prendiamo come riferimento il rapporto
2007 sulla societa' della informazione della Commissione Europea [2].
- Da questo documento
si rileva che l'Italia e' caratterizzata da quadro di sviluppo disomogeneo,
dove ad una posizione preminente nell'utilizzo dei servizi 3G e nella diffusione
della televisione digitale (rispettivamente secondo e quinto posto tra
i 27 paesi dell'Unione piu' Islanda e Norvegia) corrisponde un gravissimo
ritardo nell'utilizzo dei servizi Internet da parte dei cittadini (venticinquesimo
posto, dopo di noi solo Cipro, Grecia, Bulgaria e Romania).
- Quest'ultimo
dato e' sorprendente se ricordiamo il ruolo di primo piano svolto dai centri
di ricerca del nostro paese nello sviluppo dell'Internet europeo.
- Cosa ha impedito
di capitalizzare l'importante (e raro) know-how disponibile, quando e'
noto che le tecnologie dell'informazione sono il motore del 25% della crescita
economica e del 40% degli incrementi di produttivita' [3]?
- Si tratta di
un problema esclusivamente tecnologico o anche di un problema culturale?
Un maggiore legame tra esperti della materia e decision makers sarebbe
stato d'aiuto per evitare questa situazione?
- Negli Stati
Uniti, paese dove l'Internet e' stata concepita e sviluppata, questo legame
e' stato assicurato a partire dal 1991 [4] dal President's Information
Technology Advisory Committee (PITAC) [5], un comitato composto
da esperti indipendenti di altissimo livello incaricato di fornire pareri
esperti sulle strategie necessarie per il mantenimento della preminenza
nel campo delle tecnologie dell'informazione e del networking. Tale comitato,
incaricato tra l'altro della promozione degli standard di rete aperta,
e' stato poi assorbito dieci anni dopo nel President's Council of Advisors
on Science and Technology (PCAST) [6].
- Considerando
il livello di maturita' raggiunta dall'Internet nel corso di quel periodo,
grazie anche all'intervento governativo, si puo' dire con ragionevole fiducia
"missione compiuta". E' verosimile pensare che anche il nostro
paese potrebbe giovarsi di un approccio simile, creando occasioni strutturate
di formale dialogo tra istituzioni ed esperti della materia.
- La Societa'
Internet ha emesso una sollecitazione in tal senso lo scorso anno, proponendo
la istituzione di una commissione parlamentare per l'Internet in grado
di acquisire i punti di vista e le istanze dei responsabili dello sviluppo
e delle operazioni della rete come prerequisito per una legislazione piu'
efficace e mano controversa.
- Uno sviluppo
in tal senso sarebbe auspicabile, per assicurare alle leggi in materia
di Internet un maggiore respiro strategico ed un appropriato livello di
astrazione e di dettaglio tecnico.
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