- Ricordo vivamente
la comparsa sul mio orizzionte di ricercatore di colui che abbiamo sempre
chiamato l'Angelo Raffaele e piu' raramente con il suo breve cognome.
- Egli fu incaricato
di coordinare il Progetto Finalizzato Informatica del CNR che si svolse
dal 1979 al 1985.
- Ebbi modo di
apprezzare il suo rigore scientifico e la conduzione battagliera di questo
fondamentale progetto che ebbe il merito di unire comunita' di informatici
talvolta rissose ed in competizione tra di loro; in aggiunta il progetto
in questione fu teatro di epici scontri tra teorici dell'informatica e
sviluppatori di applicazioni. Io stavo al CNUCE che aveva una forte componente
di sviluppatori e gestori di servizi informatici ed una componente emergente
di ricerca di base; quindi assistetti con interesse alla diatriba sulla
nobilta' della ricerca confrontata con la utilita' e praticita' dei servizi
per il calcolo scientifico.
- Al tempo ero
impegnato nel campo dei sistemi di controllo per il volo di satelliti ed
assistetti con interesse un poco esterno a queste diatribe.
- Con l'avvento
della Commissione Informatica del CNR nella quale fui coinvolto e con la
direzione dell'Istituto (a partire dal 1983) ebbi modo di trarre molte
lezioni dalla gestione del P.F.I. che sin dall'inizio porto' un vento di
novita' nel CNUCE ed una necessita' di confronto con le altre realta' informatiche
in Italia.
- Successivamente
ho avuto diverse occasioni di incontro con l'Angelo Raffaele che ha spaziato
su diverse tematiche quali il software libero e aspetti vari delle reti.
Quindi e' sempre stato un piacere confrontarsi con le sue "visioni"
ed ascoltare le sue presentazioni costantemente allietate da una grafica
autografa semplicemnte esilarante.
- Dalle risposte
dell 'Angelo Raffaele prendo alcuni spunti ai quali aggiungo un breve commento.
Per quanto riguarda i collegamenti con la storia italiana dello ICT, le
preoccupazioni del presente e le prospettive enunciate sul futuro non posso
che sottoscrivere la lucida e talvolta impietosa analisi.
- "la
piu' importante realizzazione dell'open source software e' Internet, quel
meraviglioso intreccio di soluzioni e programmi che sarebbe potuto nascere
soltanto in un'ambiente pubblico di collaborazioni libere"
- Ho avuto occasione
di incontrare Angelo Raffaele in occasione di presentazioni su "open
source" in diverse occasioni; le sue argomentazioni relative al software
libero mi sono parse costantemente convincenti ed appassionate.
- Dopo il fatidico
piu' volte citato 1995 come decollo definitivo di una Internet globale,
non piu' limitato all'ambiente accademico e di ricerca, ebbi modo di convenire
con lui la assoluta veridicita' della affermazione riportata sopra.
- "Considero
la perdita di valori ideologici e non l'eccesso di interpretazione politica
uno dei mali della società attuale. Più gravi mi paiono invece
gli errori di interpretazioni derivanti nel mondo politico dal dominio
assoluto della cosiddetta cultura economica."
- Oggi la politica,
ed i media che la seguono, parlano quasi esclusivamente di portafoglio,
come se solo da quello dipendesse la felicita' dei cittadini. L'Internet
e' un fenomeno che nella fase iniziale, ed in parte ancora adesso, e' sfuggito
alle leggi della economia pianificata dei gruppi industriali.
- Oggi e' cosi'
diffusa che non sara' facile riportarla a schemi predefiniti; basti considerare
la quantita' di informazione liberamente accessibile, ai programmi software
libero ed alle applicazioni per gli utenti finali. Questo aspetto di democrazia
informativa dovra' necessariamente permanere, anche se accompagnato da
servizi professionali a pagamento.
- "Io
temo che il problema della pedo-pornografia sia utilizzato come pretesto
per imporre un controllo politico dei contenuti della Rete, come vogliono
i governanti cinesi, o la privatizzazione della Rete, come sognano da sempre
i responsabili delle multinazionali americane."
- Per la seconda
parte della sentenza ho gia' detto; per quanto riguarda la prima osservo
che, fortunatamente, i governi si sono mossi fuori tempo massimo e che
il tentativo di alcuni governi, non propriamente definibili come democratici,
di "mettere le briglie" all'Internet sono destinati a fallire
prima o dopo.
- E' comunque
vero che i governi dovranno trovare delle forme di collaborazione per frenare
gli usi distorti ed illegali della rete a partire da fenomeni fastidiosi
e nocivi come lo spam, la diffusione di virus e "malware" in
genere ed a contrastare informazioni lesive dell'ordine pubblico come incitamento
al terrorismo, pedo pornografia, etc. Si dovra' vegliare sempre affinche'
le misure protettive non diventino pretesto per forme di censura e negazione
della liberta' di espressione.
- "Quando
parlo di Internet mi sento anarchico."
- Perfettamente
condivisibile purche' l'approccio anarchico non induca comportamenti dannosi
alla societa' globale della rete.
- E ne aggiungo
uno io:
Quale
ruolo per il nostro governo e quale collegamento con chi ci rappresenta
?
- Ho la ventura
di svolgere funzioni di rappresentante del governo per la cosi' detta "internet
governance" e riporto con soddisfazione che la linea generale per
quanto riguarda gli interventi governativi sulla rete e' di intervenire
in una modalita' leggera, solo nei casi necessari per prevenire usi distorti
e dannosi per l'interesse pubblico.
- Questo non impedisce
che talvolta vengano prese decisioni che appaiono come dirigiste che la
comunita' non approva.
- Si sente una
mancanza di efficiente collegamento tra le parti interessate, inclusi gli
utenti finali della rete; la associazione che ho l'onore di presiedere
"Societa' Internet" ha preso la iniziativa nel maggio dello scorso
anno, di proporre al governo la costituzione di una commissione parlamentare
sui temi dell'Internet come espresso qui di seguito:
- Sollecitazioni
al Governo per il tema dell 'Internet Società Internet,
- sezione italiana
della Internet Society (ISOC) Maggio 2006
- Posizione approvata
nella riunione del Consiglio del 25 maggio 2006
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- Premessa:
l'Internet costituisce una infrastruttura immateriale, basata su tecnologia
giovane e quindi rapidamente evolutiva; per questo è in continua
crescita e deve essere valorizzata e resa accessibile a tutti i cittadini.
L'Internet, come parte qualificante dell'innovazione nel nostro paese,
è al centro dei programmi di governo sull'innovazione predisposti
dagli schieramenti che si sono confrontati nelle recenti elezioni politiche.
È riconosciuto il fatto che il governo uscente ha prestato attenzione
alle tematiche coinvolte nell'Internet e nella Società dell'Informazione,
ottenendo significativi risultati. Con la proposta che segue, si intende
fornire al nuovo governo dei suggerimenti che potranno partire da quanto
raggiunto nella legislazione trascorsa e da lì costruire per ottenere
progressivamente risultati più maturi.
- 1. Commissione
parlamentare per l'Internet Sul lato legislativo
la comunità Internet, di cui qui Società Internet si fa portavoce,
ha riscontrato nelle passate legislature uno scollamento tra le iniziative
legislative predisposte da membri del parlamento e le parti della società
civile coinvolte a vario titolo. Questo ci suggerisce di raccomandare la
istituzione di una commissione parlamentare bicamerale che, attraverso
periodiche audizioni, acquisisca le informazioni di sistema e le istanze
della rete che provengono dalla comunità Internet in materia di
"public policy"; questo potrà garantire un valido contributo
nella fase di istruttoria di normative che si rendano necessarie.
- 2. Armonizzare
gli interventi di interesse di dicasteri diversi Poichè
l'internet coinvolge tematiche che sono di interesse di dicasteri diversi,
si ritiene fondamentale che venga assicurato un ruolo definito e proattivo
della Presidenza del Consiglio (o di ministero direttamente collegato alla
Presidenza per lo scopo di cui sopra) per assicurare una comunicazione
trasversale ed evitare iniziative normative non armonizzate tra di loro.
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