- Il paragrafo
"4.1. Internet~Economia" mi è stato molto utile a mettere
a fuoco alcune percezioni sbiadite che mi tormentavano. Se c'è una
cosa di cui so' poco è di finanza, che però più avanti
chiamerò economia per manifestare contro la malsana convenzione
popolare di confondere le due; uno sciopero bianco dell'intelletto. Negli
ultimi anni per cercare di capire cosa accadeva in economia ho iniziato
a cercare su Wikipedia per documentarmi un po'.
- E più
leggevo l'economia meno mi sembrava coerente con la mia esperienza empirica.
Fondamentalmente Angelo Raffaele Meo mi ha spiegato il perchè: dipende
tutto da quanta anima c'è in un corpo o, in parole che appaiono
meno filosofiche agli illustri professori, dottori e dottorini, dipende
tutto dal rapporto tra quantità di proprietà intellettuale
e quantità di risorse materiali esistenti in un corpo.
- E' ovvio che
le opere intellettuali pure - software, musica, testi, format televisivi,
modelli di business, ricette di cucina, e tutto ciò che è
algoritmo: per fare il caffè, per fare le fettuccine, per fare -
sono 100% anima; la produzione di una CPU sarà un buon 5% corpo
(il silicio, il trasporto del silicio, etc), e il restante 95% anima (come
estrarre il silicio affinchè sia più puro possibile, come
maneggiarlo per massimizzare i risultati, il progetto di un processore
efficiente, etc sono tutta proprietà intellettuale).
- Dal mio punto
di vista ARM afferma che il progressivo aumento della capacità di
osservare la complessità aumenta esponenzialmente l'efficienza dell'umanità
- l'efficienza con cui sfrutta le risorse e quindi: aumenta i risultati
che riesce ad ottenere dallo sfruttamento delle risorse e/o diminuisce
la quantità di risorse e rifiuti necessari a produrre gli stessi
risultati ottenuti dalla generazione precedente; aumenta la propria capacità
di evolversi - ma anche la difficoltà di monetizzare tutto ciò
che è opera d'intelletto (quasi 8 secoli di litigi tra editori e
autori, che si increspano sempre di più con il tempo e più
velocemente nel tempo, credo siano argomento a supporto decisamente sufficiente);
lui argomenta presentando il caso del software, e usando solo un set limitato
di argomenti tra quelli effettivamente a disposizione probabilmente per
esigenze di brevità, ma credo il concetto sia facilmente estensibile
a tutta l'opera intellettuale umana.
- Ad esempio Gordon
Moore, fondatore di Intel e titolare della Legge di Moore, ha definito
in realtà anche una seconda legge che esprime per l'hardware lo
stesso concetto che ARM ha espresso per il software: "il costo di
una fabbrica di chip raddoppia da una generazione all'altra" ( http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_di_Moore
); si può spiegare proprio per l'alto contenuto di anima che c'è
in un processore.
- Ma non solo,
"poiché i processori d'avanguardia aumentano di potenza a parità
di prezzo, i processori della generazione precedente, la cui potenza rimane
fissa, calano di prezzo" (pagina Wikipedia già citata); questo
infatti porta al Corollario di Kaarlgaard ("nel 2008 i chip Pentium
II e PowerPC costeranno circa 75 cent"); probabilmente le cifre hanno
soltanto un valore qualitativo, non sono cioè esatte, ma effettivamente
i chip che sono dentro ad un palmare del 2007 hanno potenza di calcolo
già superiore a quella di un Pentium II e costano circa 10^2 meno
del Pentium II nel 1998.
- Prendi poi ad
esempio tutta la questione sul copyright delle opere d'autore. Gli argomenti
cambiano ma il risultato è analogo: o si allarga il mercato, o si
smette di produrre perchè non esistono le condizioni necessarie
a continuare ad investire (ie: un'azienda, secondo il diritto, non ha più
motivo di esistere). Per questo vengono costantemente create barriere di
potenziale artificiali atte a contenere - solo temporaneamente: quanto
si riesce a contenere uno tsunami? La natura è padrona indiscussa
dei corpi - la natura implicitamente deflazionaria dell'informazione; cito
un solo esempio: l'accordo Wintel.
- Di fatto è
la stessa logica esistente nell'economia dei corpi per gonfiare il PIL;
nell'autobiografia di Kary Mullis, cresciuto a suon di LSD quando i medici
americani lo reputavano un buon modo per educare a dovere i bambini troppo
vivaci, con l'hobby di sintetizzare e provare nuove droghe nel suo garage
tra una surfata e l'altra, nella sua autobiografia - dicevo - offre vari
esempi in tal senso.
- Ah, dimenticavo,
Kary Mullis è stato Premio Nobel per la chimica nel 1993 in quanto
10 anni prima aveva scoperto la tecnica fondamentale per lo studio del
DNA (la PCR, amplificazione in vitro di frammenti di DNA, cioè ha
dato all'umanità la capcità di osservare il DNA); la leggenda
vuole che quando i due messi gli comunicarono il Nobel sulla porta della
sua casa, lui gli chiedese di "attendere un attimo", tornò
dentro, prese la sua tavola da surf, uscì sul retro, e se ne andò
a surfare lasciandoli lì; i fatti invece vedono la redazione di
Nature pubblicargli ignara un articolo completamene falso ma redatto ad
arte per sfottere l'autorevolezza della rivista, e pochi anni dopo negargli
la pubblicazione della tecnica con cui poi avrebbe vinto il Nobel.
- Ma lasciamo
il PIL come "misura della discrepanza tra valore reale e valore finanziario"
e torniamo alle anime. Ora, io non so spiegarti cosa significa "allargare
il mercato", però ricordo quando Beppe Grillo descriveva la
connessa questione del debito pubblico con la metafora - molto calzante
- della supposta e del buco di culo. Continuando su questa linea potremmo
finire a parlare del signoraggio, delle monete elettroniche, delle buche
di keynes, delle guerre, della crisi climatica... in ogni caso alla fine
ognuno si sceglierebbe la soluzione che più lo soddisfa; io dico
soltanto che a me "allargare il mercato" non sembra una cosa
piacevole.
- E ovviamente
un'azienda non contempla l'opzione di terminare il trimestre in pareggio,
figuriamoci se prende in considerazione l'idea di chiudere. Da quella lettera
( http://en.wikipedia.org/wiki/Open_Letter_to_Hobbyists
) in cui Bill Gates si lamentava con gli hobbisty perchè si scambiavano
il software invece di comprarne più copie ( http://www.blinkenlights.com/classiccmp/gateswhine.html
)... da quella lettera, dicevo, una nutrita schiera di softwarehouse ha
fatto di tutto - in coscienza o meno - per "allargare il mercato".
Perchè il mercato del software era già saturo quando nel
1976 Zio Bill scrisse quella lettera; la lettera stessa ne è la
dimostrazione.
- Giorgio Sebastiano
di Adiconsum mi raccontava qualche tempo fa che in quegli anni perfino
le banche collaboravano sullo sviluppo del software, nel tentativo di ridurne
i costi. Potremmo anche qui continuare a discutere delle questioni filosofiche;
ma a me vien troppo da ridere perchè Bill Gates che urla agli hobbisty
informatici di non scambiarsi il software è praticamente l'omologo
informatico della vicenda ottocentesca che raccontano divertiti Roberto
Caso e Andrea Rossato, giuristi ricercatori a Trento proprio sul tema del
diritto d'autore, del venditore di carrozze che insieme a tutta la categoria
spinge sul parlamento inglese per far passare una legge che imponga ai
possessori di automobili un uomo che precede l'automobile con un megafono
per avvertire le carrozze dell'imminente arrivo di un'automobile.
- Io che non mi
chiedo più se un'anima può essere una proprietà posso
soltanto sganasciarmi dal ridere, e piangere per gli effetti che questa
ignoranza ha sulla mia pelle, nell'osservare le orge intellettualoidi di
economisti retrogradi che affollano lo scenario accademico mondiale creando
strutture logiche insostenibili al fine di giustificare la paralisi allo
sviluppo umano che la finanza impone all'umanità tutta. Quindi sorvolo
prima di diventare scurrile.
- L'alternativa
ad una ignoranza generalizzata degli economisti è considerare le
dinamiche descritte da ARM come la prova tangibile che la proprietà
intellettuale non è commercializzabile; è commercializzabile
il tempo di chi ne ha fatto incetta e quindi è oggi in grado di
crearne di nuova, il lavoro accessorio che occorre per produrne e distribuirne,
ma non è possibile possederla e venderla.
- E non per questioni
filosofiche oramai note - il commercio di informazione rallenta l'evoluzione
dell'umanità - ma perchè il copyright/brevetto è economicamente
insostenibile: il mercato è limitatissimo e allargandolo si rischia
di far mancare all'uomo la rapidità necessaria a risolvere problemi
sempre più grandi (curare un virus, curare l'effetto serra o riuscire
ad abbandonare il pianeta); perchè allargare il mercato in genere
significa sempre creare necessità inesistenti, creare giochi finanziari
che limitino l'accesso alle risorse naturai, alle materie prime, o strategie
di vendita che enfatizzino la monetizzazione della scarsità di un
prodotto.
- Significa creare
barriere di potenziale per rallentare l'obsolescenza dei sistemi finanziari
e come effetto collaterale rallentare anche le possibilità di sviluppo
dell'umanità. Per lo meno fino a che non si sarà trovato
un modello economico che sia in grado di fare alle anime la stessa cosa
che l'economia di scala ha fatto ai corpi.
- La proprietà
intellettuale è come la precedenza stradale: gli altri te la danno
ma non la possiedi mai. Argomentare questa metafora è troppo lungo,
però credo di poter soddisfare gli scettici con un test (Disclaimer:
la partecipazione al test e a ciò che ne consegue è una vostra
responsabilità, l'autore non risponde dei danni causati dall'ottusità
altrui, nè potrà essere accusato di istigazione a delinquere):
da oggi in poi quando state per arrivare ad un incrocio che vede la vostra
strada come principale e quindi in diritto di avere la precedenza, chiudete
gli occhi.
- Se pensate di
poter possedere la precedenza non farete un'incidente perchè tutti
gli altri non hanno la precedenza; per favore contate quante volte avete
passato un incrocio illesi prima di finire all'ospedale e riportate questo
numero a me così da poterne fare uno studio serio con cui argomentare
in futuro questa metafora. Per assistervi durante l'esperimento (in caso
di trapasso prematuro) ho fatto una convenzione con l'associazione nazionale
degli obitori, delle onoranze funebri e sto cercando di avere la collaborazione
della Polizia; quindi state tranquilli, morirete con la precedenza in mano
e riportando comunque i risultati del test.
- Perchè
è questo che stanno facendo tutti coloro che supportano il copyright,
i brevetti e qualunque altra forma di limite alla libera circolazione delle
anime: inebriati dal gusto della velocità passano gli incroci con
gli occhi chiusi uccidendo periodicamente degli innocenti.
- Che sia il momento
di eliminare contestualmente signoraggio e tasse per poter avere più
tempo e denaro da investire in attività intellettuali?
- Queste difficoltà
a gestire una complessità crescente esistono solo nell'economia
delle anime, o una maggiore flessibilità mentale consentirebbe per
esempio di abbassare i costi della tecnostruttura di un'azienda di tutt'altro
settore?
- I direttori
generali hanno un'anima? Probabilmente no, ma usano le anime per far funzionare
un'azienda.
- L'economia delle
anime è assolutamente pervasiva. Io di finanza non so nulla, però
Angelo Raffaele Meo paventa un'economia che mi sarebbe perfettamente congeniale.
- Lunga vita e
prosperità.
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