Il Database degli amori, degli odii, delle solitudini
[luglio-dicembre 2003]
[a cura di] ccTLD.it [under construction da troppo tempo ... tanto vale lasciarlo cosi']
PANORAMICA
A qualche programmatore di vecchia scuola magari non e' sfuggito che c'e' un paio di buchini piccino piccio' nei sillogismi. |
PRIMO PIANO
Esercizi di potere sul pubblico dominio di Internet
La gestione
statuale delle risorse ha goduto di qualche favorevole tratto di storia
nazionale, e si e' pure attrezzata di una cultura interventista variamente
pudica: si va dal monopolio nudo e crudo delle Ferrovie, Poste, dei mitologici
Sali & Tabacchi, a tutta la multiforme arena delle partecipazioni statali,
regionali, municipalizzate - con graduata casistica di esercizi:
senza disdegnare il nullo esercizio ma pratico sacco fiscale sui carburanti. Taluni di questi insediamenti [Case Fanfani e Cassa per il Mezzogiorno negli anni '50, nazionalizzazione energia elettrica negli anni '60] hanno anche esplicato chiare matrici ideologiche, buone attualmente solo per gli studi storici di Istituzioni Politiche. Oggi infatti la ruota e' girata e va di moda
[in somma: incassare] e il lessico vincente recita:
Con una alterna attitudine si fa' eccezione per l' internet, appunto. Si tentano arditi e irrisolti esercizi di intervento governativo nella gestione del Domain Name System. {Proprio mentre si consumano -questo e' proprio un bijoux- gli eleganti passsaggi di mano di una di quelle essenziali dimissioni strutturali che sarebbe saggio sottrarre, per convenuto buon costume, alla presunzione e al calcolo di un transitorio mandato politico: la mercantilizzazione (detta privatizzazione) della storica infrastruttura telco - con allegata lascito dell' ultimo miglio impiantato, va da se', con le tasse dei cittadini in partecipazione statale. Non c' e' problema: lasceremo alla rodente critica dei topi la esemplare cronologia [ISBN 88-06-16628-x pgg 15-27] di come gli esercizi commissariali che hanno finito di piantare i chiodi sulla bara dell' Olivetti, hanno ereditato la Telecom} E tutto questo mica perche' il DNS non funzioni, e neppure per la classica considerazione di investimento per lo sviluppo, ma per l' opposta inquietudine: la rete sta' in piedi da sola, si paga, funziona, funziona un po' troppo, un po' troppo autonomamente. Questo solleva problemi di sistema, a livello internazionale e nazionale, e vale la pena riordinare la bibliografia fondamentale. A livello internazionale i dibattiti referenziati soprattutto nel Governmental Advisory Committee (GAC) hanno evidenziato la criticita' socioculturale di Internet e promosso la conseguente opportunita' di coinvolgere i Governi, ma senza mai invalidare per obsolescenza le costituzioni fondamentali: la distribuzione del DNS a livello country e' delegata da ICANN (che assorbe lo statuto IANA) sulla base di rfc 1591 che accredita la tabella ISO 3166-Maintenance Agency A livello nazionale " L' Istituto CNUCE del CNR, in quanto conosciuto per la partecipazione al progetto ARPA, veniva incoraggiato dai partner dell' Internet Italiano a gestire la assegnazione dei nomi a dominio per il ccTLD ."it", nonche' l' assegnazione degli indirizzi IP per il GARR, ed a questa richiesta ha aderito, iniziando la gestione del servizio nel 1988" [IAT-B4-1998-007 Technical Report] Non e' chi non veda che ogni violazione a livello nazionale della gerarchia vigente intercetterebbe pure in modo inopportunissimo una transizione in dibattito: lo stesso WSIS ginevrino Dic 2003 ha promosso lo studio di una riforma che vada [entro il 2005] nel senso non di una dispersione della IANA function ai governi nazionali, ma di un accreditato accentramento sull' ONU [o sull' ITU ] cosi' pure risolvendosi la datata relazione di ICANN con il Dipartimento del Commercio statunitense. Il tema e' alla convergente attenzione degli istituti e della associazioni socioeconomiche del network, e il passaggio corrente e' quello, preliminare, di fissare pubblici processi di regolare interazione con una agenzia politica talora in debito di una interna e unitaria linea di condotta [per l' ennesima volta: si puo' auspicare che tale interazione sia svolta a livello parlamentare piu' che governativo, per chi ancora apprezzi la distinzione ]. Lo mission consiste nella distinzione fra l' area di Public Policy e quella di Policy Tecnica [o di sistema, quale appunto la gestione DNS], si porta l' esempio consueto per cui la privacy e' statuita dalle leggi dello Stato [compresi Ordinamenti del Garante Privacy] ma le norme antispam le fanno gli istituti di Rete. Solo questa discriminazione metodologica, sia detto di passaggio e in fine, evita in radice, alla rete ma pure alla politica, la condizione di un reciproco dilettantismo ... e delle futili tensioni di cui e' costellata la storia di questi anni - "Non fate mai nulla prima che la vostra collera si sia consigliata con la vostra ragione" [Norfolk a Buckingham, Enrico VIII, Shakespeare] L' unica alternativa a questa discriminazione sarebbe un passo indietro di un paio di secoli ovvero il resuscitare, per gli oggetti di rete quali i nomi a dominio, quegli istituti politici di speciale giurisdizione che starebbero meglio nella discrezionalita' regale piu' che in una Costituzione Repubblicana. Un dominio politico locale dispone dunque dell' esercizio del potere proprio ma, per fare un esempio forse non impertinente, non ha discrezione a distribuire e accreditare nel DNS il country code Top Level Domain .padania Il dominio politico puo' decidere in autonomia esattamente tutto quello che compete, ma non puo' chiedere alle culture, ragioni, istituzioni del network di sottoscrivere la soppressione propria e degli esercizi proprii. Assunta una funzionale, e quindi irriducibile, autonomia per competenza degli uffici di Registro/Regola DNS, dove e' possibile, dunque, collocare una produttiva interfaccia fra tecnica e politica ? Sarebbe ben utile studiare un modello di comune Fondazione, si', ma sulle implicazioni sociali dell' Internet:
Insomma un classico lavoro integrato con gli accademici crismi metodologici di una programmazione convergente, verificabile quindi bilateralmente, falsificabile, modello magari pure di qualche referenza, nell' arena internazionale dello "studio dei casi". Ma di questo proprio non si parla [se non per accenni clandestini nel mondo della rete ]: siamo in Italia, perbacco!, siamo i massimi esperti al mondo di come si riesce a esportare cervelli e a pagare le royalties sui brevetti che i nostri cervelli fa'nno all' estero. Non sono molte le occasioni vincenti della moderna tradizione tecnico scientifica nazionale e fra queste [e specularmente alla storia dissipata delle *occasioni perdute* con l' esilio di Faggin e l' emarginazione di Perotto ...] emerge limpidamente la appassionante storia dell' aggancio alle Reti della Ricerca internazionali e in fine al tcp-ip. E visto che abbiamo un successo per le mani, il nostro Ordine del Giorno che non sia mai di svilupparlo, ma di guastarlo! Visto che Internet e' una freccia scagliata che buca il futuro, spuntiamola. Siamo in Italia qui, e tutti la abbiamo mangiata, la foglia. Un Ufficio per Internet senza potere sulle technical policies del Registro ? Che si occupi di strategie di sviluppo ? E che roba e' ? Lasciamole fare, queste miserie, a Tony Blair, che nel scorso secolo, scorso millennio, ha messo giu' il suo piano di battaglia, e ha cominciato a piazzare sul tavolo con regolarita' qualche centinaio di milioni di sterline di tasse dei cittadini - e ce l' ha pure lui, la crisi Senza civetterie esotiche, e senza pretesa qui di fare uno "analisi del caso", qualche spunto di riflessione : http://incas.degeco.com/estero/granbret.htm [scuola] [mirror per url obsoleta, error 404] http://www.repubblica.it/online/scuola_universita/euniversity/euniversity/euniversity.html [universita'] [mirror per url obsoleta, error 404] http://www.repubblica.it/supplementi/af/2003/12/22/attualita/010england.html [sanita'] [mirror per url obsoleta, error 404] http://ilrestodelcarlino.quotidiano.net/art/2000/09/11/1285153 [poveri] [mirror per url obsoleta, error 404] Queste pugnette da libro dei sogni lasciamole fare a quei pirla di inglesi, che ad esempio impiantano quel modesto e rozzo volano keynesiano di accelerazione che e' la British Educational Communications and Technology Agency - mentre noi siamo assorbiti da tre anni [una bazzeccola, in Internet] a chiachhierare Del Comitato Nazionale Per Il Registro Con Opportuna Collocazione Dei Membri. E poi chiediamoci basiti come mai l' Inghilterra [una connessione ad alta velocita' per ogni plesso scolastico, e una casella di posta elettronica per ogni studente: cazzate pianificate nel 1997 ragazzi] con la Germania realizza 12 volte 12 come i mesi dell' anno e gli apostoli di nostro Signore Gesu' - la massa critica dei nomi a dominio registrati in Italia patria di poeti, eroi e navigatori, e dei furbi: dove discutiamo seriamente su chi deve tenere le chiavi della cassa dei soldini che agli assegnatarii versano per interposto maintainer agli operai di Via Moruzzi, Pisa. Intendiamoci [un giorno si capira' pure perche' ci sono cose che sanno tutti, ma cosi' in profondita', che e' meglio non parlarne]: noi sappiamo che esiste un problema, obbiettivo e sottaciuto appunto - che consiste precisamente nella fragile condizione di un Registro che e' un ufficio di uno dei cento e passa Istituti di quel CNR che ad ogni cambio di mano politica viene ridisegnato, ristrutturato, commissariato Ci sara' modo di disaminare la questione singolarmente e in modo approfondito ma e' culturalmente indecente pensare, anche solo pensare, che un simile problema trovi soluzione in un balletto ministeriale e comunque all' interno dell' orizzonte governativo: con un passaggio di referenza del Ministero dell' Istruzione Universita' Ricerca ad altro Dicastero. Da un pezzo, la abbiamo mangiata, la foglia. Motivo per cui ci dedicheremo ancora a consumarci e perdere un tempo sempre piu' finito [non ho piu' tempo scrisse Evariste Galois prima di andare a farsi scannare] nelle eccitanti battaglie di retroguardia e contenimento, visto e considerato che il pubblico dominio dei protocolli di pubblica comunicazione nasce per miracolo da applicativi portabili, dall' affrancamento quindi da ogni segno proprietario, ma sopravvive alla condizione di non essere intercettato da un dominio politico a corto respiro di esercizio. Internet ce l' ha fatta, la rete ha "bucato il mondo", funziona, l' abbiamo fatta funzionare, la teniamo su', e oggi il nostro principale O.d.G. e' di di affrontare in casa nostra, e per quanto attiene le nostre competenze, le patologie della rete. Ma, a livello di e-gov, proprio in quanto Internet ha vinto nell' antropologia e nei costumi, superiamo una datata ideologia dell' extraterritorialita' telematica; e cerchiamola questa intesa, testardamente, e ancora una volta dopo l' ultima, con i cittadini eletti a suffragio universale dai cittadini elettori. Senza che scappi la pazienza, senza troppo civettare con una facile soddisfazione: RTFM Read The Fucking Manual. L' ignoranza dei politici e' una nostra responsabilita'. Con una aggiunta accortezza, mi sentirei di suggerire. Chiedo quindi e in fine alla cortesia di Stefano Trumpy tolleranza per un simmetrico complemento alla raccomandazione, ormai standard, e sua cara e propria: quando si parla soprattutto delle varie interfaccie fra criminalita' e informatica, e di policies per pubblica sicurezza in ambito telematico sara' il caso [invertendo l' ordine dei fattori e l' onere di responsabilita'] che sia il network a "mettere una mano sulla spalla" della politica: attenti a non esagerare, ragazzi - c' e' rischio che la rete si spenga, e il giocattolo non funzioni piu', per nessuno. |
FLASHBACK
Pubblico dominio, pubblico interesse
Fonti "Il libero scambio di idee e di opinioni e' uno dei piu' preziosi diritti dell' uomo. Quindi ogni cittadino puo' parlare scrivere e pubblicare liberamente, ritenendosi responsabile per l' abuso di questa liberta' nei casi stabiliti dalla legge." (Art. 11 della Dichiarazione dei Diritti - 1789) "Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere" (Art. 19 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell' Uomo - 1948) "Libertà di espressione e d'informazione 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. 2. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati." (Art. 11 della Carta dei Diritti fondamentali dell' Unione Europea - 2000) A queste fonti di inquadramento sui principii universali si aggiungono i riferimenti della Costituzione Italiana - 1947: (Art. 15) "La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge." (Art. 18) "I cittadini hanno diritto di associarsi liberamente, senza autorizzazione, per fini che non sono vietati ai singoli dalla legge penale." (Art. 21) "Tutti hanno il diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure." (Art. 27) "La responsabilità penale è personale." (Art. 102) "Non possono essere istituiti giudici straordinari o giudici speciali. Possono soltanto istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei estranei alla magistratura." In fine: nell' Art. 117 lo Stato che mantiene *legislazione concorrente* su: ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi ordinamento della comunicazione valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali... Ma va rilevato come associazione informazione e comunicazione stessa siano qui programmaticamente avulse dalle materie di *legislazione esclusiva*. Dall' incrocio delle fonti si deduce la cultura di una sostanziale cautela nei confronti di legislazioni di emergenza ed una originaria ripulsa di quelle speciali.
La origine rivoluzionaria delle costituzioni borghesi ribelli esplica una fondazione sostanzialmente antiautoritaria [Palmer, R.R. The Age of Democratic Revolution, 1959, ed. it. 1971 e Chatelet, F. Histoire des Idéologies, 1978, ed. it. 1978...] : la sovranita' e' fondata sul popolo e costituita appunto sul sistema di diritti [divisione dei poteri, sostanzialmente] del cittadino a fronte del Potere, a memoria e tutela dall' arbitrio ereditario [i leggendari biglietti del re di incarcerazione e scarcerazione] delle consuetudini regali. Mica male rileggersi ogni tanto Popper, Adorno, Hannah Arendt e compagnia "critica" sulle tentazioni a rieditare capitoli assolutistici in logica di emergenza. E' noto infatti come una irriducibile tensione democratica [che oltrepassa l' originario conflitto fra borghesia ed aristocrazia] si disvalora nella tesi che la sovranità risiede in chi possiede l'autorità e il potere di decidere lo stato di eccezione: tesi argomentata limpidamente da Shmitt fra le due guerre mondiali, ma che pure obbiettivamente ricorre nel tempo delle democrazie di massa, particolarmente in stato di emergenza politica [nella cronaca politica corrente per tema di terrorismo; ricorrono accenni di giustificazione pure per tema di pornografia]. Cenno veloce e necessaria integrazione: su Internet si accentrano le ansie culturali e tensioni che ha subito ogni medium [a partire dalla stampa gutemberghiana] nella sua originaria diffusione: e mentre per i media consolidati [es. giornalismo, che pure e' momento di pubblico interesse per formazione della pubblica opinione] esiste un consolidato sistema di garanzie [segreto professionale, per proseguire l' esempio ultimo in inciso], per Internet si propongono [particolarmente a carico dei provveditori di servizi] oneri di vigilanza per pubblica salute ... In somma: Internet e' vincolata, probabilmente in modo irriducibile ed esistenziale, al criterio della sovranita' popolare piu' che a quello della sovranita' statuale. Questo per originaria fondazione; tecnica di manutenzione; peculiare forma di associazione e comunicazione; autodifesa a ricorrenti pressioni socioculturali e proposte di egemonia economica e politica. Piu' che i partiti di massa, piu' di ogni altro media, Internet e' esperimento democratico che mette in crisi, e in radice, l' ambivalente rappresentazione delle due forme descritte di sovranita'. E una bicentenaria tradizione non da' al Politico, e al Legislatore, strumenti affidabili e consolidati per la gestione di un fenomeno discretamente dirompente.
|
DETTAGLIO
Il Database degli amori, degli odii, delle solitudini
Il secondo
algoritmo recita innocentemente che poiche' in Rete girano pure i delinquenti
sara' il caso che lo stato metta la Rete stessa pregiudizialmente "sotto
archivio" ...
Quando risuona da lontano questa musica, il Network si dispone all' erta, apre mobilitazioni, guarda negli occhi giornalisti, studiosi di Diritto, parlamentari in somma, si apre un po' di bagarre: si risentono le vecchie care teorie dell' "Impero", del "Regime", ritorna la memoria di Echelon, e si sedimenta una netta intuizione: questo archivio ci frega. Vigilanze e Agitazioni buone e giuste; ma qui si chiede spazio, comunque, ad un approccio piu' scettico e stoico, meno antagonista; ad un allusivo sospetto di cui e' forse opportuna un po' di udienza e diffusione, anche e proprio presso i politici: questo archivio non funziona. SEGARE IL MEDIUM PER COLPIRE IL MESSAGGIO A volte ritornano. Nel sec. XVII e suo successivo, d.C., uno dei compiti dei memorabili agenti dei servizi segreti era di andare regolarmente a dare una occhiata alle stamperie, si sa mai che nottetempo questi editori sodali dei libertini buttassero fuori dai torchi libri di magia, alchimia, piaceri gastronomici interpolati da illustrazioni erotiche, diarii di viaggiatori esotici [altra brutta razza], pamphlet eversivi dell' ordine costituito. Macche', niente da fare, non ha funzionato: non ha funzionato molto neppure un Indice dei Libri Proibiti mantenuto per aggiornamenti periodici e successivi, da quella saggia monarchia assoluta piuttosto longeva che e' poi la Chiesa Cattolica; mentre qualcuno ricorda ancora, per i pubblici volantini, l' ilare prescrizione di consegna in copia al Sig. Prefetto ben 5 giorni prima della distribuzione - norma il cui disuso e' superato solo dal divieto di picchiare i cavalli di domenica, negli Stati Uniti. In mezzo ci sta' il dibattito ottocentesco sulla censura preventiva, risolto, piu' ancora che dall' argomento illuministico, da un inessenziale piccolo particolare: la massa critica delle edizioni ne impediva il pratico esercizio. E va a finire che non lo impiantano, nemmeno stavolta, il database degli amori, degli odii, delle solitudini, esistono alcuni dettagli che dovrebbero sconsigliare vivamente gli audaci neo-cons dx & sx a ... mirrorizzare la rete ;-) Possono fare una altra cosa, piu' consueta forse al loro background ... *Prendere il potere* sulla Rete. Che da quel momento si spegne. |
FRAME
.................................................................
E si torna comunque sempre al contingente, ad una diversa declinazione: piu' che archivio, replicazione ... audace e titanica ambizione ricorrente [a volte ritornano] a mappare ogni richiesta al server e ad un universale log degli header (e magari pure archivio dei contenuti) pe. " mappare ogni richiesta al server e un universale log degli header (e magari pure archivio dei contenuti) pe". Chi glielo va a ripetere, ragazzi, quello che disse Adenauer nel 1961, ad Arthur Shlesinger ?
Le mappe non sono mai in scala 1:1 e la ricognizione della traccia quotidiana di una persona non costa mai meno di 24 ore alla sua ombra [antinomie di rappresentazione nelle teorie dei sistemi] |
DISSOLVENZA
Mirror e clonazioni
" peccato che lei non vivra', sempre che questo sia vivere" [Gaff a Deckart dopo avergli buttato la pistola, blade runner] |
|
|
|
|