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La "Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni" - riflessioni e approfondimenti

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I Provider
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Antonio Baldassarra Il ruolo Provider in un sistema di comunicazioni 21-05-2012
Dino Bortolotto NGAN e liberta' 21-05-2012
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La Ricerca e Accademia
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Giuseppe Attardi Non c`è vera concorrenza 21-05-2012
Giovanni Degli Antoni ... finalmente di discute in rete con obiettivi chiari ... 21-05-2012
Antonio A. Martino Internet ha maturato "il titolo di non essere esclusa" 27-05-2012
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Il documento della sezione italiana della Internet Society
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ISOC Italia Dichiarazione a supporto della candidatura in AGCOM di Stefano Quintarelli 15-05-2012

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I PROVIDER

Antonio Baldassarra

Il ruolo Provider in un "sistema" di comunicazioni

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Caro Antonio,

ti chiedo la cortesia di sviluppare il titolo : da due punti di vista.

  • [1] Quello teorico, o strutturale, o sistemico appunto, anche per il lettore non tecnico
  • [2] Quello politico : una Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni [ e indipendente , proprio per definizione di Legge, da ogni establishment] non puo' "fare politica industriale" … ma puo', e deve, garantire gli attori del sistema …
  • E garantire appunto anche il ruolo provider da improprie interferenze di fatto, amministrative , e di Legge …

    E una Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni , nel tempo dell' internet, non puo' piu' essere ne' gestita ne' vagliata - ne' eletta - con le patetiche opacita', avocazioni, trattative, tutti interni ad una serie politica [di terza generazione dalla originaria sua Costituzione] crepuscolarmente inceppata …

[Antonio Baldassarra]

[ parte I - ruolo provider ]

  • La rete internet come è stata pensata e com'è arrivata a noi ha beneficiato di quella che definirei una delle più grandi innovazioni volute da Kahn, Cerf, Postel e tutti gli altri: "una rete così stupida da non accorgersi delle comunicazioni intelligenti che avvengono attraverso di essa".
  • Questo concetto, apparentemente semplice, ancora oggi non è completamente compreso nella sua portata dirompente.
  • Storicamente, prima di internet e per tutta la scuola di pensiero che va sotto il nome di "telefonica", le reti hanno incorporato "intelligenza", e siccome "l'intelligenza sintetica" fa il paio con "rigidità" hanno mostrato velocemente la propria obsolescenza; chi si ricorda più di Itapac?
  • La forza di una rete stupida è nella sua enorme versatilità, quante applicazioni nuove abbiamo visto comparire dagli albori ad oggi?
  • Molte, e ancora di più se ne aggiungono di giorno in giorno ma nessuna implicazione è richiesta alla rete, al più serve una maggiore larghezza di banda o una maggiore qualità e costanza delle caratteristiche di attraversamento ma nessuna "specializzazione" è richiesta alla rete.
  • E questa è una forza incredibile di Internet, una forza e una risorsa semplice quanto fondamentale che dobbiamo imparare a difendere.
  • Si potrebbe quasi arrivare a dire che "la rete non esiste" in quanto la comunicazione la fanno e la decidono "gli estremi", cioè gli attori della comunicazione medesima.
  • In questo scenario si intravvede meglio il ruolo del "provider" che, banalmente, diventa un "facilitatore tecnologico" atto a garantire l'accesso agli elementi più prossimi della rete, un pezzo "piccolo a piacere e grande quanto basta" della magnifica infrastruttura che collega tutti i possibili attori della comunicazione sulla rete internet.
  • Una grande infrastruttura che esiste e funziona senza che nessuno l'abbia progettata o anche solo immaginata nella sua interezza.
  • Nessuna conoscenza della comunicazione è richiesta al "provider" che deve occuparsi solo trasferire pacchetti di dati attraverso la propria rete.
  • Anzi: in virtù della lunga premessa, in qualunque modo il provider decidesse di occuparsi e magari interferire con la comunicazione l'altererebbe e, ove anche animato da buone intenzioni, finirebbe per introdurre quella "intelligenza sintetica" che priverebbe la rete della sua più grande forza: "la stupidità" rendendola prigioniera di un tempo, di una volontà, di un interesse, di una tecnologia; in ultima analisi: non sarebbe più internet.
  • E' vitale affinché sia possibile consegnare all'utente di domani la rete che ci è stata data ieri con tutta la sua flessibilità e potenzialità tenere bene a mente questo discorso.
  • Anche la direttiva 2000/31/EC dell'Unione Europea che poi ha influenzato la regolamentazione di molti paesi, compreso il nostro, ha introdotto il concetto di "mere conduit" per i provider di servizi internet.
  • L'attività di mere conduit consiste nel trasmettere su una rete di comunicazione informazioni "come richiesto" dal mittente e dal destinatario del servizio, nulla di più.
  • Purtroppo negli ultimi tempi stiamo assistendo ad un pericoloso scempio di questi aspetti fondanti della rete a seguito di pressioni commerciali interne ed esterne, concetti come "oscuramento", "analisi profonda dei dati di rete" (DPI), "inibizione" sembrano fare parte della sfera del "possibile" invece fanno parte al più di quella del "probabile".
  • Non solo si dimostrano totalmente inefficaci se l'attore, "l'utente", "il cittadino" non sia disposto a subirli ma corrono il rischio di minare in maniera irrimediabile lo sviluppo futuro della rete privando la stessa della sua più grande forza: "la neutralità".
  • E la neutralità non è che l'appellativo "elegante" che connota la frase con cui ho aperto questa riflessione e che riporto: "una rete così stupida da non accorgersi delle comunicazioni intelligenti che avvengono attraverso di essa".
  • Una stupidità che ci ha regalato la rete internet così come la conosciamo e che va difesa.

[ parte II - AGCOM ]

  • L'Italia si è dotata, dal 1997, di una "Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni" (AGCOM) che ha svariate competenze e poteri nell'ambito delle telecomunicazioni e che è chiamata ad occuparsi anche della materia inerente la rete Internet e gli operatori, appunto i "provider".
  • Proprio in quanto "Authority" vede il principale espletamento delle sua attività in quelle di "garanzia".
  • Le leggi preesistono ex-ante all'azione dell'Autorità che ne deve curare la simmetria attuativa nell'interesse del cittadino e delle sue esigenze di comunicazione, di segretezza, di libertà personale e di iniziativa economica e l'esercizio in regime di concorrenza, garantendo un accesso al mercato delle reti e servizi di comunicazione elettronica secondo criteri di obiettività, trasparenza, non discriminazione e proporzionalità.
  • In realtà, attraverso il potere regolamentare e amministrativo che le è proprio, l'Autorità ha impatto su alcuni ambiti rilevanti che riguardano internet e i suoi attori (utenti e operatori), solo per citarne alcuni:
    • sviluppo delle reti di nuova generazione a banda larga e ultra larga;
    • liberalizzazione di frequenze da destinare allo sviluppo delle reti a larga banda senza fili;
    • regolamento sul diritto d'autore;
    • rimozione delle barriere per lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali;
    • promozione e vigilanza sulla progressiva digitalizzazione dei servizi;
    • regolamentazione in materia di net-neutrality;
    • regolamentazione del rapporto tra fornitori di rete e fornitori di contenuti.
  • Il tutto ovviamente in un terreno normativo che non compete all'Agenzia stessa ma che la medesima, a volte, ha ispirato.
  • Come si vede molti e importanti sono i temi che possono influenzare, in maniera determinante lo sviluppo (o la penalizzazione) della rete internet e delle sue applicazioni nel nostro paese.
  • Purtroppo, fin ora e in più circostanze, le posizioni dell'Authority non sono sembrate particolarmente ispirate alla nobile imparzialità e al rigetto netto e deciso delle pressioni dei portatori d'interesse.
  • In un momento storico nel quale il paese deve da un lato recuperare un grave ritardo nello sviluppo delle rete e della possibilità di accedervi per i cittadini in maniera adeguata, dall'altro occuparsi di un altrettanto preoccupante ritardo degli operatori economici e industriali che sono "lontani" dalla rete e dai suoi paradigmi rispetto agli altri paesi del G8 è, ancora di più, importante avere un organo che sia fortemente autorevole, sicuramente competente e eticamente inattaccabile.
  • Per troppi anni abbiamo avuto una Agcom che ha incentrato i suoi interessi sulla televisione ignorando sistematicamente la rete per occuparsene solo "in negativo" e per tutelare forti portatori d'interessi, per tutti: il caso relativo al diritto d'autore.
  • Se è vero, com'è vero, che il futuro passa attraverso la rete internet e se è vero che il futuro dei cittadini, delle imprese e del paese sta a cuore al nostro governo è arrivato il momento di mettere da parte le opacità, le astuzie tattiche, le mediazioni con il bilancino per far posto a una Autorità che sia veramente "autorevole" composta da persone competenti e autorevoli esse stesse e che abbiamo ben chiaro l'importanza e il ruolo centrale della rete internet per il futuro e lo sviluppo del paese.

Dino Bortolotto

NGAN e libertà

[gg]

Caro Dino,

  • una "Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni" [ e indipendente, proprio per definizione di Legge, da ogni establishment] puo', a rigore, svolgere ruolo nel garantire da ogni posizione dominante il sistema delle comunicazioni .
  • E puo', sempre a a rigore, svolgere ruolo nel garantire , finalmente, il titolo di "ogni persona" ("every-one") ad essere compiutamente responsabile del suo "pezzo di rete" ...
  • Ti chiedo di approfondire il tema restituendo limpidamente ad un lettore non tecnico l' inquietante titolo che ho messo al tuo commento : "NGAN e liberta'" …
[Dino Bortolotto]
  • Vi sono molteplici metafore che possono evidenziare paradossi e gravissimi rischi, non solo economici ma anche per la libertà fondamentale di comunicare, derivanti dalla assenza di modelli economici alternativi all'ultimo miglio di proprietà SOLO di un operatore.
  • Chi non insorgerebbe se l'unico viottolo per raggiungere la propria abitazione dalla strada pubblica fosse sotto il controllo esclusivo di un solo terzo, non ci vorrebbe molto per immaginare come il terzo suo malgrado scaricherebbe le sue problematiche economiche sull'utente imponendogli balzelli più o meno medioevali, ma non è nemmeno difficile immaginare come oltre ai fini economici il terzo potrebbe utilizzare il suo controllo sul viottolo per influenzare la vita sociale e comunicativa impedendo le visite a chi gli fosse sgradito o impedendo l'uscita di casa nelle occasioni che ritenesse più opportune.
  • In pratica chiunque sia in grado di limitare ad un singolo l'accesso ai luoghi della collettività è un pericolo per la democrazia suo malgrado.
  • Ora nelle telecomunicazioni 100 anni di storia industriale per buona parte realizzata mediante monopoli di stampo statale hanno fatto perdere la percezione di questo pericolo e la privatizzazione (cosa ben diversa dalla liberalizzazione) ha voluto far credere che la "concorrenza" fosse il deterrente sufficiente per ottenere un comportamento equilibrato dal controllore dell'ultimo miglio (viottolo).
  • Ma che il comportamento equilibrato sia molto distante lo si può verificare constatando che in termini economici ciò che per essere prodotto costa 100 e dura 50 anni viene fatto pagare in affitto 20 ogni anno, questo è quanto accade nel caso dell'ultimo miglio e risulta impressionante come sia accuratamente impedita (oltre che occultata) l'ipotesi di acquistare invece di affittare.
  • Se ci si domanda perchè una associazione di imprenditori si dichiari a favore del modello con almeno una parte della proprietà dell'ultimo miglio distribuita la risposta la si trova molto banalmente nel parallelo edile dove la presenza di singoli cittadini che richiedono lavori è molto meglio che pochi grandissimi gruppi che decidono cosa costruire e a chi farlo fare.
  • Libertà economiche e libertà sociali sono indissolubilmente legate perché entrambe servono per soddisfare i "desideri" dei singoli cittadini e quando si limita l'una si limita anche l'altra. limitare la libertà di "fare da se" ad ogni singolo individuo anche nel settore delle comunicazioni produce un grave danno economico quando si misuri il ritorno economico collettivo complessivo e non quello dei SOLI oligarchi.
  • Ecco perchè la NGAN è uno snodo fondamentale per le nostre libertà attuali e future e non può essere soggetta a vincoli che agevolano solo le oligarchie e puniscono la libera iniziativa.
  • Come sarà tutelata la reale libertà dei cittadini dipende anche da come si posizioneranno le "autorità di garanzia" ed è quindi fondamentale che in esse siano presenti soggetti realmente INDIPENDENTI che abbiano il profondo ed indomabile desiderio di tutelare le libertà al di la di qualsiasi pressione lobbistica da qualsiasi parte provenga.

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LA RICERCA E L' ACCADEMIA

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QUADRO DI RIFERIMENTO

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  • La Internet Society e’ la associazione fondata anni fa’ da chi ha “architettato”” internet [Cerf, Kahn, Postel …] e dai loro corrispondenti nel mondo : soci fondatori lato Italia nel 1991-1992 ne furono la “rete degli ingegneri” [il Centro Nazionale Universitario di Calcolo Elettronico CNUCE, con la firma di Stefano Trumpy ] e “la rete di Fisici” [lo Istituto Nazionale di Fisica Nucleare INFN, con la firma di Enzo Valente].
  • La Internet Society e’ stata fondata per supportare e coordinare gli uffici di architettura del sistema :
    • Internet Architecture Board IAB
    • Internet Assigned Numbers Authority IANA
    • Internet Research Task Force IRTF
    • Internet Engineering Steering Group IESG
    • Internet Engineering Task Force IETF

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  • I chapter nazionali della Internet Society si occupano proprio “per definizione" direi, di vigilare~promuovere il nesso fra evoluzione tecnologica ed evoluzione civile dell' internet [quindi, sempre piu' spesso, ovviamente, di vigilare i disallineamenti fra ragion politica e ragion tecnica].
  • Il Chapter italiano di Isoc , quando parla formalmente , lo fa' tipicamente a proposito di banda larga, IPv6, cose cosi', male che vada a proposito di LEGGI dello Stato che interferiscono la interconnessione di reti : quando ci riusciamo nel processo della loro confezione, quando va' malissimo a frittata fatta.

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  • ISOC non e' adusa fare documenti "ad personam". Per la precisione, non l' aveva mai fatto.
  • Questa volta l’ abbiamo fatto

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  • E se l' abbiamo fatto, e' per via di una precisa analisi su QUESTA FASE di tali disallineamenti, su QUESTA FASE del rapporto fra tecnica e politica ...
  • Sui da'nni e sul bene che AGCOM puo' produrre nei prossimi SETTE anni : per Atti od omissioni.

LA FASE

  • Gia’ oggetto di attenzione e qualche commento : a livello macro Internet insiste ad espandersi a ritmi impressionanti, non denuncia clamorosi “venerdi’ neri”, esplica una “forma” incondizionata che continua a generare lavoro impresa servizi applicazioni utilities - ricchezza - ad ogni livello geopolitico [primo secondo terzo quarto mondo]
  • Internet e’ risorsa anticiclica eminente, a fronte di una crisi [anch’ essa] globalizzata – sociale economica istituzionale.
  • In Italia e’ in *fase* una frizione inedita, al massimo rango [Governo] , fra “tecnica” e “politica”.
  • E in Italia, nel contesto dei disallineamenti costanti fra ragion politica e ragion tecnica, [ma di potrebbe dire semplicemente : fra ragion politica e *progresso* ...] i rapporti fra le agenzie istituzionali e l’ internet non si sbloccano.

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  • Sempre la sezione italiana della Internet Society ragiona e promuove formalmente da 10 anni , in internet e presso gli istituti politici rappresentativi, la necessita' di una limpidissima cognizione e formazione delle decisioni strategiche di sistema su energia~risorse~innovazione~reti della innovazione ...
  • Una permanente, opportunissima, Commissione parlamentare bicamerale dedicata, innervata da regolari pubbliche audizioni fra delegati politici , produttori, operatori tecnici ...
  • PARLAMENTARE ... il progresso non e' di destra o di sinistra o di centro ...
  • PARLAMENTARE ... la innovazione tecnologica non e' di maggioranza o di opposizione ...
  • PARLAMENTARE ... Internet non e' eminentemente una questione di Ministero e, in fondo, neppure di "Governo" ... Internet e' una faccenda ... di tutti ...
  • Anche oggi, 2012, d.C, disputando di AGCOM, del suo Programma di Garanzia, della formazione pubblica della sua leadership, paghiamo ancora la insipiente e irresponsabile mancanza di quella dedicata agora' presso il Parlamento ...
  • In particolare ora e’ in gioco l’ assetto e il ruolo per_sette_anni di una "Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni" e il suo rapporto di garanzia fra media maturi e una interconnessione di reti disintermediata e indiscriminata per accessi e contenuti.

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  • Nel tempo dell’ internet, AGCOM non puo’ piu’ essere ne’ gestita ne’ vagliata - ne’ eletta – con le patetiche opacita’, avocazioni, trattative, tutti interni ad una serie politica [di terza generazione dalla originaria sua Costituzione] crepuscolarmente inceppata …

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  • “Ci abbiamo messo la faccia”, come ISOC, ripeto

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I PROBLEMI

  • Chiedo particolarmente a te Beppe : nel Febbraio di dodici anni fa’ hai scritto la “prima interazione” di livello programmatico con la massima autorita’ politica [del tempo]

Lettera aperta al Presidente del Consiglio

    Rileggila, rilleggiamola.

    A che punto siamo con quel programma ?

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  • E a te Gianni chiedo una riflessione ... in questo passaggio, pare ... finalmente di discute in rete con obiettivi chiari ...

Giuseppe Attardi

Infrastruttura

  • Siamo fermi. Le tariffe di accesso ADSL sono ferme da anni. Non c`è vera concorrenza.
  • Tutti gli operatori "alterrnativi", rivendono gli accessi su rame di Telecom (compreso Fastweb, tranne in pochi casi).
  • I prezzi sono gli stessi e si potrebbe ben parlare di cartello. Inoltre invece di sviluppare il mercato, gli operatori pensano solo a strapparsi clienti l'un l'altro, proponendo offerte scontate di durata limitata.
  • Anche qui si tratta di una finzione di libero mercto.

Accesso a Internet

  • Preconizzavo 50% al 2002, siamo a circa il 40% nel 2012.

Servizi

  • Qui è il punto dolente.
  • Gran parte delle amministrazioni pubbliche hanno messo una vetrina in Internet, ma ben pochi sono i servizi attuati via Internet in modo soddisfacente.
  • Ho una lunga lista di esempi di errori nel fuzionamento dei servizi online che sono capitati a me di persona (RAI, Gerit, Poste, Banca, ecc.) con l'effetto opposto alla implificazione, che l'operazione si complica per cercare di riparare all'operazione non andata a buon fine.
  • Il problema è che mancano le competenze informatiche per fare servizi web efficienti su larga scala.
  • Le aziende software in Italia di fatto non esistono e la maggior parte opera al risparmio, affidando i servizi a giovani neolaureati sottopagati, i quali non hanno competenze adeguate.
  • Le PA non sanno valutare le capacità dei fornitori e spesso si affidano alla ditta sotto l'angolo o del cugino, credendo che chiunque sappia smanettare con i computer sappia anche realizzare servizi professinali.
  • Quando si affidano alle multinazionali, vanno incontro ad altri disastri, come nel caso delle Poste con IBM, che non seppero gestire un aggiornamento software, mandando in tilt per oltre una settimana migliaia di uffici postali.

Contenuti

  • Le pagine web italiane oggi sono circa 1.800 milioni.

Formazione e occupazione

  • Non ci siamo proprio.
  • Il Nuovo Mercato è stato testimone solo di alcuni casi di bolle (Poligrafica San Faustino, Tiscali).
  • Unici casi di un certo successo sono Dada (comprata da RCS) e Buongiorno (ex Vitaminic).
  • Poche aziende si dedicano allo sviluppo di prodotti, in genere rivendono prodotti di altri o offrono consuenze di installazione. Quanto al lavoro, il mercato dell'informatica è asfittico.
  • Le aziende offrono solo posti a termine, a prezzi da fame (1000, 1200 Euro al mese) e pretendono persone formate e di esperienza. Riceviamo in continuazione richieste di questo tipo all'università.
  • Secondo un'indagine di Union Camere

Unioncamere: i due terzi delle assunzioni di laureati "riservate" a economisti e ingegneri

    gli informatici sono i più richiesti (circa 5000, di cui circa la metà restano vacanti).

I miei 5 obiettivi di allora sono ancora validi

  • 1.Open Internet
  • 2.Open Content
  • 3.Open Software
  • 4.Open Investing
  • 5. Open Spaces

Il problema più serio per il rilancio dell'innovazione è un mercato finanziario disposto a investire in modo sostanziale (non le poche centinaia di migliaia di Euro che offrono oggi i VC italiani) e un atteggiamento delle aziende verso lo sviluppo di prodotti originali piuttosto che alla riduzione dei costi (risparmiando sulla qualità dei lavoratori e delle infrastrutture).

Giovanni Degli Antoni

FINALMENTE SI DISCUTE IN RETE CON OBIETTIVI CHIARI !

  • Fra i valori della candidatura di Stefano Quintarelli vi e' anche la discussione in corso..
  • E Stefano di discussioni i rete ne ha fatte nascere tante..
  • Molti hanno imparato da lui ... anche i suoi docenti e non solo chi ha lavorato con lui..
  • E' stato il primo a far nascere un COSCIENZA INTERNAZIONALE (oltre i Confini USA) sulla sicurezza..
    • Riceveva dagli USA mail del tipo:
    • "RAGAZZI SIETE NEI GUAI".. firma ... luogo ... tenetne colonnelo ..
  • La prima associazione sulle reti in Italia e forse non solo era sua .. tutta farina del suo sacco.. io avevo la tessera numero 1... gli avevo permesso di lavorare e basta..
  • Abbiamo discusso molto .. sopratutto di generazione di posti di lavoro e di didattica..
  • Aveva le idee chiare ... sapeva produrre imprese.. piccole o grandi ... Chi non ha visto gli stabilimenti di INET non può capacitarsi di una figura come la sua ...
  • Nulla era il risultato di accordi con poteri: .. solo lavoro.. scelte tcniche .. scelte di ingegneria.. scelte edili..scelte commerciali..
  • E guida dei collaboratori ...
  • Ho visto molte scelte nelle reti.. dominate forse tropo da qualcuno..che accentrava idee.. ma non conosceva la realtà di chi aveva reso possibile una vastissima presenza di imprenditori piccoli e medi..oltre che di posti di lavoro
  • Nessuno sarà in grado di impedire a Stefano di aiutarci ... anche se "chiudessero" tutte le reti ... lui saprebbe come continuare.. a garantire la Libertà di tutti ..piccoli grandi..pubblici e privati..nella legalità..
  • Stefano ora è libero..Non so cosa proporrà : ha imparato a trattare problemi normativi a livello Europeo.. ha usato la sa esperienza per promuovere efficacemente WIFI.. Saprà andare molto oltre..
  • Inutile dire che il senso delle applicazioni lo ha del tutto indistinguibile da quello delle reti.. Sa scegliere i momenti e troverà il momento non solo dei satelliti.. ma anche della TV interattiva capace di sviluppare una nuova Democrazia..e di una accelerazione
  • della formazione
  • Stefano non avrebbe reso accettabile la nostra mancanza di autonomia dai componenti Giapponesi, avrebbe certamente saputo integrare la presenza Coreana,Giapponese, Statunitense, Cinese, Europea con ambienti NAZIONALI ..ed EUROPEI che sono decaduti ma possono risorgere..
  • Il grande esempio della OLIVETTI era nel suo cuore .. e quello fu l' esempio che gli diede coraggio ...
  • Ed ora lo può dare a tutti.
  • SI PUO'.. ma bisogna saperlo fare ... e Stefano lo sa fare.!

Grazie della attenzione..!

Gianni Degli Antoni allievo e maestro di Stefano ...

Internet ha maturato "il titolo di non essere esclusa"

conversazioni con

Antonio Anselmo Martino

[gg]
  • Alcuni anni fa', introducendo una sequenza ben qualificata di contributi sugli ASPETTI GIURIDICI DI INTERNET [Quaderni dell' Internet Italiano, n. 3, a cura di Antonio Anselmo Martino] hai scritto :
  • "[...] LA POLITICA IN INTERNET. È in termini politici un problema di poteri: chi fa le regole, come le fa, cercando quali obbiettivi, chi le interpreta per l'applicazione, quale diritto è applicato, chi e l'autorità dirimente se ci sono conflitti, chi controlla i controllori. [...]"
  • Tu, allievo e collaboratore di Noberto Bobbio, direttore dal 1983 al 1992 dell'Istituto per la Documentazione Giuridica del Consiglio Nazionale delle Ricerche, ben conosci "i due lati della medaglia" : quello giuridico e quello tecnologico ... il "Potere" e il "Progresso" ...
  • . una "Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni" deve, appunto, eminentemente "Garantire" non puo' "fare politica industriale" ... ma puo' [come ha fatto il 15 Gennaio 2012] lanciare formalmente una impegnativa "Segnalazione al Governo in tema di liberalizzazioni e crescita: Un'agenda digitale per l'ltalia".
  • Da qui una prima richiesta di commento : quale ruolo puo' avere nel prossimo settennato AGCOM proprio per contribuire a tale "AGENDA" [che, ricordiamolo, significa proprio : "Cose_da_fare"]
[A.A. MARTINO ...]
  • Caro Giorgio la cosa più importante è sviluppare il governo elettronico e confidando ad una autorità indipendente il controllo per non sviare.
  • Governo elettronico ai tre livelli: nazionale, regionale, locale rendere la vita dei cittadini e delle imprese più semplici - che è come ho definito "governance".
  • Una agenda digitale per l'Italia significa in primo luogo garantire tutte le infrastrutture sulle quali poi gireranno le azioni pubbliche e private della crescita: fibre ottiche e banda larga garantiscono minori costi, piu rapidità e maggiore sicurezza.
  • Il governo elettronico attraversa tutta la vita degli abitanti del paese dalla nascita fino alla morte attraverso i registri che documentano proprio la nascita, i la salute, l'istruzione, l'accesso ai servizi, gli adempimenti politici, il lavoro, la previsione sociale, le tasse, il diritto di famiglia, la casa, lo sport, la cultura, il pensionamento, ecc.
  • La stessa cosa per le imprese, dagli statuti di costituzioni, i finanziamenti, le tasse, le risorse umane, lo stato reale dell'impresa, le incidenze della sua produzione sull'ambiente, le esportazioni, le patenti d'innovazione fino alla dissoluzione della stessa.
  • Tutto questo richiede azioni di tipo fisico quali il rafforzamento delle strutture di reti di connessione elettroniche quanto di tipo organizzativo come avere tutti i dati della pubblica amministrazione in un back office e legali favorendo l'azione delle imprese private ad associarsi a questo catasto e circolazione della maggior parte dei dati relativi alla vita dei cittadini e delle imprese.
  • Liberalizzare la concorrenza in materia di televisione, radio ed uso d'Internet favorirà lo sviluppo e la crescita a patto che vi sia una preparazione di conoscenze adeguata ai nuovi tempi di telelavoro e commercio elettronico.
  • Ha fatto molto bene la Posta nel creare la casella postale certificata gratuita, si deve andare oltre introducendo la nozione di domicilio virtuale obbligatorio. Questo riverserebbe un salutare colpo all' azione di una giustizia telematica.

[gg]

  • Una "Autorità nazionale per le garanzie nelle comunicazioni" DEVE essere, proprio "nel manico", interdisciplinare : in occasione del rinnovo dei suoi organi dirigenti dirigenti AGCOM, a 20 anni dal web, a quaranta da ARPAnet, a 50 da "On distributed communication" di Baran, la delegazione locale della Internet Society [che non e' adusa produrre documenti "ad personam"] ha formalmente ragionato e appoggiato la candidatura in quegli organi dirigenti di un pioniere internet come Stefano Quintarelli [che, per chi fosse in grado di cogliere il dettaglio, NON e' un membro della I.SOC.].
  • Antonio, come sai, a mio avviso ! nel 2012, d.C. ! internet ha maturato "il titolo di non essere esclusa" dai processi nei quali appunto il ".. diritto è applicato ..." e si tratta di "dirimere i conflitti" ...
  • In altri termini, sempre a mio avviso, internet recupera, destruttura, e si guadagna sul campo in fine, una inedita architettura [disintermediata, sostanzialmente] d' "intellettuale collettivo" di gramsciana memoria.
  • A tuo avviso ?
[A.A. MARTINO ...]
  • Sono d'accordo e spiego: essere oggi dirigente AGCOM richiede necessariamente l'interdisciplinarietà perché ormai non basta una specializzazione per svolgere un simile compito.
  • L'interdisciplinarietà vera, quella che obbliga a capire i discorsi e i significati di diverse discipline poi si deve integrare in una visione sistemica altrimenti all'inseguimento degli alberi ha perduto il bosco e qui rientra l'idea che tutto l'esistente è un sistema o parte di esso.
  • Ovviamente la conoscenza diventa molto più complicata perche i dati a seguire sono troppi, quindi si deve accontentare di un certo stato di conoscenze ma in un ambiente molto più ampio che vede i componenti e le sue relazioni costituenti una struttura, un ambiente con il quale s'interagisce ed una meccanica che va introducendo i nuovi rapporti che si risultano soddisfacenti ingrandiscono il sistema, ma se mostrano che alcuni dei rapporti più importanti regrediscono cominciano a mostrare la dissoluzione.
  • E questo vale tanto per i sistemi informativi come per quelli sociali. Internet è un sistema mondiale, la Giustizia italiana è anche un sistema e per dirimere i conflitti ci vuole una visione più aperta: in primo luogo che definisca bene cosa è un conflitto, quali gli attori, quali le dinamiche, quali le possibili vie di soluzione. E curioso ma nelle facoltà di giurisprudenza non c'è una materia sui conflitti.
  • In una visione più ampia una volta determinato il conflitto, gli attori e le possibili vie d'intervento il ricorso alla giustizia dovrebbe essere l'ultima tappa di un lungo percorso nel quale sono fallite tutte le negoziazioni.
  • La visione attuale di dirimere conflitti e' costosa, lentissima e ingolfa con montagne di carta i tribunali.
  • E' vero che si sta tentando con il processo telematico l'introduzione delle nuove tecnologie, ma non si è capito a sufficienza quanto possano aiutare le nuove tecnologie a risolvere conflitti mettendo faccia a faccia (virtualmente) gli attori, come lo dimostra il diritto di famiglia in tutto il mondo.
  • E poi, perché si va a rilento nelle applicazioni classiche? Perché ancora si permette di scegliere agli avvocati tra il sistema cartaceo e quello telematico in campo civile avendo sempre una copia su carta? Fatelo obbligatorio.
  • Internet ha maturato il titolo di non essere esclusa.
  • Perché non si filmano tutte le udienze e perché c'è cosi poco processo telematico nel penale? Mancanza di fiducia nel mezzo?
  • AGCOM deve diffondere e sostenere questa teoria ampia della risoluzione dei conflitti e l'uso necessario delle nuove tecnologie.
  • I conflitti vanno risolti molto prima di arrivare alla giustizia che rimane come l'ultima risorsa quando sono fallite tutte le altre.

[gg]

  • Terza e ultima sollecitazione , poi non ti scoccio piu' [per un po' ...]. Avevi fatto precedere la Introduzione che citavo sopra da questa stupenda "Profetia" di Leonardo [dal 'Codice Atlantico']

"Parleransi e toccheransi e abbracceransi li omini,

stanti dall'uno all'altro emispherio,

e intenderansi i loro linguaggi"

  • Antonio, a quali condizioni, sostanziali e formali, la politica capira', intimamente, il "linguaggio" di internet ?
  • Quand' e' che realizzera' questo "compromiso" : che nella magica lingua della terra argentina dove ora vivi significa "impegno" ... ?
[A.A. MARTINO ...]
  • Caro Giorgio qui sono poco preparato e gli avvenimenti di questi giorni mostrano più che mai il malessere della politica.
  • Se prendiamo sul serio la teoria sistemica e guardiamo come i meccanismi della politica e dell'economia stanno mostrando il degrado delle relazioni ai più alti livelli si potrebbe parlare di decomposizione dei sistemi: in economia pare non sia possibile frenare una crisi che porta molti anni e che si fa sempre più acuta.
  • Non bisognerebbe prendere sotto gamba gli odierni suicidi per ragioni economiche.
  • La politica e non solo in Italia mostra una curiosa tendenza dei cittadini verso chi politico non è.
  • Pare dimenticato il Max Weber della politica come professione, anzi si va da esperienze di imprenditori arricchiti con concezioni statali, a "tecnici", guarda caso, di economia legata alla finanza internazionali e finalmente a personaggi fatesi conoscere nel mondo dello spettacolo. Insomma che governi chiunque purché non politico.
  • E questo mi pare un male per la politica come se all'AGCOM potesse accedere chiunque purché non tecnico.
  • La politica ha a che fare col potere e questo, come il denaro sembrano elementi che si comportano come il gas nel senso della tendenza a espandersi.
  • E' per questa ragione che le regole del buon governo invitano a creare meccanismi di controllo contro gli eccessi del potere. Quis custodiet ipsos custodes?
  • Ma c'e sempre in agguato la corruzione e la corruzione impedisce la costruzione di qualsiasi politica a mediano o lungo tempo.
  • E' il regno dell'immediato e del affievolimento non solo delle regole giuridiche ma anche di quelle morali. Mala tempora currunt .
  • La bella profezia di Leonardo prevedeva due cose: un mezzo tecnico non indicato per poter andare da un emisfero all'altro ed un linguaggio comune o per lo meno più linguaggi comprensibili.
  • Assumerei Internet come il mezzo tecnico più che un linguaggio che permetta l'intercomprensione.
  • Internet come tutti gli artefatti umani può essere utilizzato per la liberazione o anche per l'assoggettamento. Anzi in questi giorni previi alle delibere di Dubai Telecomunicazione, fanno prevedere dei pericoli per la continuità delle libere telecomunicazioni.
  • C'è sempre il paese che sogna con gestirle, controllarle e, magari, manipolarle. Si tratta di mezzi.
  • Ma è vero che c'è un'altra cultura che convive con le due precedenti: quella orale e quella scritta. Quella digitale è un'altra cultura quindi anche un altro linguaggio.
  • La politica guardata con occhi sistemici comincia a mostrare i segni dell'indebolimento dei rapporti più alti della meccanica e quindi segni di infermità e logoramento.
  • C'è poco studio della morte dei sistemi politici, come invece nelle altre scienze lo hanno fatto.
  • Ci si limita a enumerare cause possibili della sparizione dei grandi imperii. E questo è un male.
  • In Argentina, dove le cose non vanno bene, c'è l'idea domestica che stiamo toccando fondo. Pia illusione! perche si pensa che una volta arrivati al fondo si risale.
  • Purtroppo non c'è un fondo. La storia del Libano e della ex Jugoslavia hanno fatto coniare l'espressione "balcanizzazione".
  • Questi brutti tempi fanno sognare ai rivoluzionari la nuova era. E qualcosa abbiamo guadagnato in materia dei diritti umani, ma ancora la schiavitù, la corruzione, il mal governo sono di casa e non vi sono all'orizzonte delle linee di miglioramento.
  • Solo "indignados" e reti che tendono a migliorare alcune cose ma non il governo come "governance".
  • Non riesce a convincermi Beppe Grillo che continua a fare il comico per diventare politico: ha messo 150 consiglieri comunali in 130 comuni e 4 consiglieri regionali.
  • Nel programma del partito, perche ormai ``e un partito politico c'è "Abolizione delle Authority e contemporanea introduzione di una vera class action"
  • E qui mi vengono in mente le parole del mio maestro Bobbio "Chi vedrà vivrà"

[gg]

Abrazos !

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IL DOCUMENTO DELLA SEZIONE ITALIANA DELLA INTERNET SOCIETY

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Dichiarazione a supporto della candidatura in AGCOM di Stefano Quintarelli

  • Già nel 1999 venne lanciata attraverso la Rete l'iniziativa "Un ministro per Internet", che se fosse stata accolta, anche in parte, avrebbe permesso a questo Paese di non perdere tanti colpi nei confronti delle nazioni tecnologicamente avanzate.
  • Le nuove nomine in AGCOM possono essere l'occasione per riconoscere che ora più che mai Internet è il comune denominatore dell'intero mondo dei media e della comunicazione.
  • In questo momento in cui è essenziale coniugare il rigore con la crescita economica, Internet può essere davvero il motore di innovazione che porta ad una crescita economica e sociale del nostro Paese.
  • L'Authority, ci ricorda il suo statuto, è innanzi tutto un organo indipendente, ed il suo ruolo è cruciale per il futuro del Paese, a condizione che si guardi con occhi nuovi anche alla governance del mondo delle comunicazioni.
  • Internet Society Italia, sostiene la candidatura in AGCOM di Stefano Quintarelli ed auspica che il Governo abbia il coraggio di fare scelte che escano dagli schemi tradizionali, perché se si vuole davvero recuperare il tempo perduto c'è bisogno di innovare, sia negli obiettivi che nel metodo e nelle forme.
  • Stefano Quintarelli è una delle persone più conosciute nel mondo di Internet, sia in Italia che nel mondo.
  • È difficile dare un limite alle sue competenze ed ai suoi interessi culturali; 500 anni fa sarebbe stato uno dei protagonisti del Rinascimento italiano. In un arco relativamente breve di anni solari (ma ere intere per il mondo Internet) è stato: studente di informatica, programmatore, esperto di sicurezza, imprenditore di startup e di aziende quotate in Borsa, stratega di marketing, competente di tecnologia e di economia e finanza, attento ai temi della globalizzazione, sempre con interessi culturali di ampio spettro e con l'intento pedagogico di educare al mondo nuovo dischiuso da Internet che lo ha portato in qualità di docente fino nelle stanze del Parlamento.
  • Da quando ha assunto, di sua spontanea iniziativa, il compito di promotore dei principi della Rete ha dato prova in ogni ambito di equilibrio ed indipendenza di giudizio.
  • Internet Society Italia, ritiene che Stefano Quintarelli possa dare un contributo unico ad AGCOM, colmando una volta per tutte il gap generazionale che è di ostacolo alla comprensione ed interpretazione del nuovo.

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Martedì 15 Maggio 2012

il Consiglio di Internet Society Italia

  • L. Abba, A. Berni, E. Fogliani, S. Giordano, J. Marino, A. Nicotra, V. Rossi, R. Tabanelli e S. Trumpy

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