ASSOPROVIDER:
la mission ?
- Assoprovider
è una Associazione Indipendente di Aziende che svolgono l'attività
di Internet Service Provider (ISP).
- Nata nel Luglio
1999, si prefigge l'obiettivo di combattere le logiche di potere e di spartizione
dei grandi carriers e delle compagnie di telefonia e di vigilare affinché
venga rispettato il principio della libera concorrenza in un settore, il
mercato delle TLC, dove tale principio è spesso gravemente a rischio.
- Con l'entrata
nel mercato della connettività Internet degli operatori di telefonia
si è determinata una situazione di settore in cui vengono notevolmente
penalizzati i piccoli e medi operatori, che sulla connettività Internet
avevano investito creando dal niente un mercato e portando Internet in
Italia.
- L'associazione,
che oggi raccoglie circa 200 aziende del settore dei Servizi Internet,
e della connettività, pari ad 1/3 del totale nazionale, ha l'obiettivo
di favorire lo sviluppo armonioso di Internet in Italia. In particolare
si propone di contribuire affinché venga colmato il gap che ancora
ci separa dalle nazioni più informatizzate e di aiutare l'Italia
a diventare protagonista del processo di sviluppo di Internet a livello
mondiale.
- Sempre in prima
linea, anche con manifestazioni eclatanti, Assoprovider ha difeso i diritti
della categoria promuovendo azioni legali e producendo esposti al Garante
delle Comunicazioni, all'Antitrust ed al Garante della pubblicità
e spesso ha ottenuto la giusta condanna della controparte.
- Per fare un
esempio recente, Assoprovider è stata uno degli attori che hanno
condotto alla sentenza dell'Antitrust nei confronti di Telecom Italia condannata
ad una multa di 152 milioni di euro per abuso di posizione dominante.
ASSOPROVIDER:
il saldo (cronologia delle azioni fondamentali e dello sviluppo organizzativo)
? ll planning (la programmazione sul medio periodo) ?
- Assoprovider
si è impegnata e continua il suo lavoro su diversi fronti: ha il
merito di aver fatto approvare la legge n. 59 del 2000, la cosidetta "Legge
Salvaprovider", che ha di fatto equiparato gli ISP agli Operatori
di Telefonia, organizzando due manifestazioni di ISP che sono scese in
piazza a Montecitorio e davanti al Senato della Repubblica.
- Assoprovider
è tra le più agguerrite realtà che si sono opposte
agli ultimi due attentati alle libertà costituzionali degli Italiani,
il Decreto "Grande Fratello" e il Decreto "Urbani":
camuffati da provvedimenti sul controllo del traffico telefonico.
- Si è
tentato, da parte delle Istituzioni, per ben due volte nell'arco di pochi
mesi di attribuire agli Internet Provider un ruolo di "poliziotti"
che gli stessi hanno fermamente respinto, sottolineando che non è
corretto attribuire loro competenze degli organi di Polizia preposti; Assoprovider
nella fattispecie si è inoltre battuta perché i suddetti
provvedimenti tutelassero comunque anche la privacy ei diritti generali
dell'utente finale.
- Un folto gruppo
di Associati aveva partecipato con impegno alla sperimentazione del servizio
di Posta Elettronica Certificata rispondendo perfettamente ai requisiti
stabiliti dal CNIPA (Centro Nazionale per Informatica nelle Pubbliche Amministrazioni),
investendo energie e risorse e collaborando attivamente alla realizzazione
di piattaforme e di software adeguati per l'allestimento di server di posta
elettronica certificata che ora non potranno neppure utilizzare. Alla luce
della recente normativa che esclude di fatto i medi e piccoli operatori
dalla fornitura del servizio della PEC, sono in corso di studio iniziative
legali per opporsi al recente D.P.R., sia a livello nazionale che europeo.
Nella versione attuale il DPR farà in modo che il servizio di Posta
Elettronica Certificata italiano non decolli mai, anzi rischierà
di provocare dei seri danni al funzionamento della rete Internet italiana
in generale.
- Il progetto
Voice over IP vede coinvolti un nutrito gruppo di associati che stanno
interagendo attraverso le loro infrastrutture telematiche al fine di creare,
testare e rendere commercialmente vendibile un servizio di telefonia via
Internet.
- Stiamo assistendo
ad una corsa verso la larga banda da parte delle aziende e dei professionisti
italiani. Il VoIP potrebbe rivoluzionare l'uso della Rete e ottimizzandone
l'uso si potrà diminuire significativamente il costo delle telefonate.
Il Wireless Fidelity (Wi Fi) si sta dimostrando una nuova efficace via
alla larga banda in Italia e nel mondo. In seno ad Assoprovider un gruppo
di associati sta conducendo con la supervisione del Ministero per le Comunicazioni
una ampia sperimentazione, finalizzata alla soluzione del cosiddetto "ultimo
miglio" che consentirà, fra le altre cose, di diminuire significativamente
il digital divide portando la larga banda anche in quelle aree del Paese
geograficamente svantaggiate.
- Da due anni
un' intera generazione di giovani imprenditori nel settore innovativo del
wireless unlicensed viene sistematicamente ignorata dal mondo della politica
italiana.
- Gli imprenditori
del wireless unlicensed, universalmente riconosciuto come il futuro della
larga banda, vengono tenuti al palo in attesa di un nuovo regolamento che
finalmente ammetta l'uso di queste tecnologie per connettersi ad Internet.
- Assoprovider
sta seguendo lo sviluppo tecnologico e soprattutto normativo, per l'utilizzo
di tecnologie wireless non proprietarie per trasmissione dati e sta sollecitando,
ormai quasi quotidianamente, l'immediata liberalizzazione del suo utilizzo
dopo ormai due anni di sperimentazione che ha ottenuto esiti più
che positivi.
- Abbiamo sperimentato
sul campo per fare crescere il paese a nostre spese, e ci aspettiamo che
le richieste siano accolte perché ne abbiamo diritto, visto che
l'Italia è una democrazia economica facente parte dell'Europa.
- Dopo due anni
di sperimentazione e a cinque mesi ormai dalla audizione conclusiva che
avrebbe dovuto portare in tempi rapidissimi al varo del nuovo regolamento,
le richieste di Assoprovider al Ministero sono sempre le stesse:
- 1 - libero uso
delle frequenze delle bande non protette R-LAN ed Hyper-Lan (2,4 e 5 GHz)
sia in modalità punto-multipunto (offerta di servizio alle utenze
fisse) che punto-punto (offerta di servizio al pubblico e trunking tra
sedi e stazioni base dell'operatore);
- 2 - Nessun costo
di licenza né per l'operatore né per l'utenza;
- 3 - Nessuna
limitazione sulle aree di copertura né geografiche né territoriali;
- 4 - Nessuna
limitazione circa la tipologia di servizi IP offerti con tecnologia wireless.
- E' di qualche
mese fa il varo del codice di autoregolamentazione "Internet &
Minori" che ha visto Assoprovider tra i fautori e promotori. Il codice
ha il fine di tutelare il minore nel suo approccio alla rete telematica
Internet. Internet rispecchia ormai la vita reale ed è quindi diventato
necessario attuare dei filtri atti a difendere il minore che si avvicina
a questo strumento di comunicazione.
- Assoprovider
fa parte del comitato nazionale per la gestione di tale codice.
Una elementare
immagine che gira in Rete e': AIIP confindustriale & ASSOPROVIDER confcommerciale
... mi sviluppi il tema, al di la' di ogni "riduzione" ?
- Beh, se l'Italia
è il paese, nel bene e nel male, delle PMI, allora l'organizzazione
confederale che meglio ci rappresenta, è sicuramente Confcommercio,
quanto meno nel settore delle TLC.
- D'altronde,
come si fa ad avere rappresentatività da una confederazione cui
è iscritta una azienda che si chiama TelecomItalia?
- Che peso possono
avere le altre aziende, come possono essere tutelate e che tipo di intervento
può venire in loro favore da Confindustria?
- Nel nostro caso,
ad esempio, la Confcommercio ha aiutato Assoprovider sulla questione del
wifi ultimo miglio, con un sollecito al ministero delle Comunicazioni da
parte del direttore generale. Per carità, AIIP è una ottima
associazione, ma la vedo un po' isolata in Confindustria …
Scenari post
new-economy ?
- La new economy
certamente è stato un flop per le nostre aziende; i fatti in Italia
(e con le dovute eccezioni) si sono svolti più o meno così:
chi aveva già i contatti e/o i capitali, anche se non aveva nessuna
esperienza e preparazione su Internet, ha rastrellato le risorse finanziarie
dai poveri cittadini, principalmente piccoli investitori, spesso poggiandosi
su idee del tutto sballate.
- Queste risorse,
come tutti sappiamo, sono andate bruciate e la gente ha tratto la conclusione
che tutte le aziende del settore Internet raccontassero frottole smettendo
di investire (quindi doppio danno, di immagine e di ristrettezza nei finanziamenti).
- Oggi paghiamo
ancora le conseguenze, anche se ora la gente , e anche le banche, stanno
finalmente iniziando a capire che Internet è comunque il futuro.
- Ma io ti faccio
una domanda che mette in risalto l'assurdità della situazione italiana:
se tu fossi un banchiere, o in generale un investitore, finanzieresti una
azienda che vuole investire nelle infrastrutture del futuro, come il wireless
per l'ultimo miglio, sapendo però che per legge gli viene impedito
di creare quelle infrastrutture per fare business?
- Dunque, in tanti
modi si può influenzare il post new economy italiano, per renderlo
ancora diverso dal resto del mondo, e indirizzarlo verso aziende, tutto
sommato della new economy, che le TLC le fanno solo sul cavo.
Questione facile
facile ... scenari e possibili interfacce delle evoluzioni tecnologiche
(su cui il comune amico Gibbi' mi fa' 'na capa tanta ...). Chi si cucca
la next generation Voice, Netcast, teleconferenza, teledidattica: la rete
o le telco ?
- Anche qui ritorniamo
alla questione di come si fanno le regole; se sulla PEC impongo un capitale
minimo di un milione di euro, e non mi preoccupo della solidità
vera delle aziende , o del loro technical skill specifico, che cosa ne
salta fuori ? vince il più bravo ?
A proposito:
i rapporti con le Telco ?
- Stiamo reciprocamente
prendendoci le misure, come si dice nella boxe.
- E sembra proprio
un combattimento, ma fra professionisti; alla fine nessuno ci deve lasciare
la pelle, anche se sul ring litighiamo, e poi possibilmente fuori dal ring,
si deve per forza fare del business assieme (wholesale, listino di interconnessione,
alleanze dinamiche su fatti specifici con alcune Telco)
Gennaio 1994
-> Gennaio 2005: un milione di nome a dominio nel country code Top Level
Domain con la preziosa desinenza .IT. Che dici ?
- Finalmente l'estate
scorsa è caduto il limite della registrazione di un unico dominio.it
per ogni singola persona fisica.
- Qualunque cittadino
della comunità europea, esclusi i minorenni, ha ora la possibilità
di registrare infiniti domini.it, purché sia in regola con le policy
della Registration Authority.
- Tale liberalizzazione
ha avuto effetti positivi immediati portando alla consistente cifra di
un milione di nomi a dominio registrati in pochi mesi.
- Si è
verificato un aumento di circa il 25% della registrazioni, con una crescita
media mensile superiore alle15000 unità stimate al momento dell'entrata
in vigore della nuova norma.
- Il registro
ha giustamente ritenuto inutile il limite di un singolo dominio per una
persona fisica.
- Si tratta di
un impedimento che era giustificato dall' esigenza di evitare il cybersquatting
da parte degli utenti non-businness, il cui perdurare al giorno d'oggi
non porta più alcun vantaggio: si è infatti ritenuto più
utile non limitare le possibilità di espressione dei singoli.
- La liberalizzazione
appaga sia le giuste esigenze dei provider, che possono conseguirne meritati
profitti, sia i singoli cittadini e le associazioni privi dello status
di persona giuridica che desiderano poter differenziare la propria presenza
nella rete. Il trend positivo che ne è seguito lascia sperare in
una ripresa del contributo italiano al web.
Cose di casa
nostra, qui, in Italia, nel sesto-settimo paese sviluppato al mondo ...
il libro dei sogni di una complessiva identita'_di_rete fra soggetti civili
ed economici e "Stato"; di una radicata interfaccia_in_rete della
Amministrazione Pubblica ... Quali scenari vedi nello sviluppo della contraddizione
fra "pubblico dominio" della rete e un digital divide distribuito
:-) - altro che terzo mondo - che non risparmia nessuno ?
- Se intendo correttamente
la tua domanda , in Italia, anche se siamo sviluppati in altri settori
(ma anche lì se non ci diamo una svegliata la nostra posizione è
a forte rischio) siamo più indietro e meno moderni per quanto riguarda
lo sviluppo delle regole e dell'uso di Internet, sia nel pubblico che nel
privato e nel professionale.
- Tuttavia almeno
di questo c'è consapevolezza; ora, se il pubblico non vorrà
essere troppo dirigista, ma neppure scomparire dall'impostare una politica
industriale di sviluppo, se il privato potrà operare in un regime
di vera concorrenza e di neutralità tecnologica ( e qui ancora il
pubblico e la politica hanno un grosso ruolo), io penso che la posizione
dell'Italia su Internet potrà essere migliorata rapidamente, anche
grazie alla presenza di forti associazioni di imprese e di utenti, caratteristica
peculiare del nostro paese; per altri settori sono pessimista proprio perché
non vedo questa consapevolezza che nel nostro settore, per fortuna, è
presente; ma, ripeto, il pubblico e la politica devono cambiare l'approccio
conservativo verso interessi forti che hanno mantenuto finora.
In Italia non
c'e' una Commissione parlamentare sulla rete, sulle reti della ricerca,
su Internet (intendo una commissione proprio parlamentare
... non c'e' sede condivisa di monitoraggio ne' filtro sui processi legislativi)
e i rapporti fra gli istituti del network e l' assetto politico si consumano
in un fondamentale asincronia centrata sul livello governativo
(in pratica: Ministeriale) e partitico. Matteo: i rapporti di ASSOPROVIDER
con la politica ?
- Assoprovider
si è da sempre sforzata di essere un sindacato indipendente; da
questo punto di vista rispetto ad altre associazioni molto verticistiche
noi siamo atipici, siamo distribuiti sul territorio, molto democratici
e con una forte delocalizzazione delle responsabilità, e inoltre
non siamo in pianta stabile su Roma; questo comporta certo qualche contro,
ma garantisce l'indipendenza e la possibilità di perseguire di conseguenza
realmente gli interessi delle nostre aziende (anche a costo di qualche
levataccia in più per prendere un aereo alle sei di mattina ed arrivare
a Roma in tempo per una riunione, a cui i colleghi di Roma arrivano puntualmente
in ritardo ...).
I rapporti con
la Local Internet Community ?
- Direi buoni,
anche se dobbiamo pur sempre ricordarci che si può andare sempre
d'accordo su tutto con tutti; ma l'importante è rappresentare in
modo trasparente gli interessi, in modo che gli altri capiscano perché
tu stia portando avanti una iniziativa che cozza incidentalmente con la
loro.
I rapporti con
il Registro ?
- Ottimi, come
sempre. AP e' stata chiamata ad indicare un suo rappresentante nella Commissione
Regole del Registro e siede a pieno titolo nella suddetta commissione fin
dalla sua costituzione.
- A differenza
di quanto avveniva in passato, ai tempi della Naming Authority, oggi il
compito di scrivere il Regolamento di assegnazione dei nomi a dominio sotto
il ccTLD.it e di proporre le innovazioni che le componenti della LIC (tra
cui, appunto, Assoprovider) richiedono per mezzo dei propri rappresentanti
è della Commissione Regole.
Che "speranze"
accrediti alla Commissione Regole, di cui siete una constituency significativa
?
- Si tratta di
un'occasione importante, forse l'unica nel suo genere, in cui Assoprovider
ha la possibilità di interagire con ed all'interno di un organismo
normativo, invece di doverne subire le conseguenze.
- La Commissione
ha la possibilità di interagire direttamente sia con il Registro,
sia con le persone che si occupano di implementare le tecnologie che il
Registro mette a disposizione di Maintainer ed Utenti,fornendo sia la competenza
specifica, necessaria a comprendere i temi in discussione, sia l'esperienza
di mercato, indispensabile per valutare l'impatto e gli effetti dell'adozione
di nuove Regole.
- Da quanto mi
riferisce il nostro rappresentante, all'interno della Commissione sono
stati individuati dei responsabili, che studiano e ricercano autonomamente
all'interno del loro settore di competenza, per poi produrre risultati
e relazioni da discutere con gli altri.
- Il grosso del
lavoro si è concentrato sulla revisione integrale del Regolamento,
oltre ad altri aspetti più immediati, quali, ad esempio, l'adozione
di una politica più restrittiva nella pubblicazione dei dati sul
Whois, ai sensi del D.Lgs.196/2003 sulla Privacy. Almeno per quanto mi
riguarda, la Commissione Regole e' una certezza, non una speranza.
Fatti una domanda
e fatti pure la risposta.
- Domanda: Quando
in Italia chi vuole fare impresa e chiaramente comincia da piccolo, potrà
crescere (spesso si dice che piccolo è bello, ma non credo che sia
il pensiero degli imprenditori, perché sono convinto che nessuno
voglia realmente rimanere piccolo)
- Risposta: Spero
presto
L' ultima di
queste interviste e' sempre: io non sono un fornitore di oggetti di rete,
ma un assegnatario - hai qualcosa da dirmi, o da chiedermi ?
- Perché
in Italia la battaglia per la libertà nelle comunicazioni televisive
e dei media tradizionali è considerata importante da tutti gli utenti,
o, venendo ad argomenti a noi più vicini, perché la libertà
nel software è valutata rilevante e già ci si sta muovendo
a sua difesa, ed invece nella fornitura di servizi Internet, l'utente pur
di risparmiare un centesimo di euro è disposto a comprare sottocosto
da un fornitore che diventa monopolista e che un domani oltre alla connessione
adsl ti manderà in casa tutti i contenuti che oggi ti arrivano da
altri media ?
Mi sta' bene
... cosi' imparo a far fare le domande a te ! Scusami se la prendo larga,
ma cosi' ho pure il modo di esercitare una prima riflessione sui ragionamenti
che mi hai corrisposto.
Non ho la piu'
pallida idea delle motivazioni degli utenti ... e in ISOC continuo a dire,
a chi ha voglia di ascoltarmi, che e' possibile
tentare di rappresentare "i diritti del pubblico dominio della rete"
ma e' impossibile
tentare di rappresentare gli utenti ...
Vediamo di mettere
in fila alcuni punti di un ordine del giorno (prendo spunto - cosi' e'
salvo il copyright - da corrispondenze con R. Bruschi, Gibbi' Frontera,
J. Marino, M. Negri, S. Trumpy) : esistono interazioni, e forse pure rivelatrici
simmetrie, fra un prodotto e la sua catena di produzione, distribuzione,
consumo - ovvero, per dirla in modo meno carino: cliente e fornitore qualche
volta "si meritano".
Il mio sospetto
e' che oggi, per tutta una serie di motivi, tanti e segmentati mercati
non digeriscano le compiute conseguenze della banale evidenza che il loro
piu' cospicuo valore non è il servizio che offrono ma un contatto
ben potenziale con il cliente. E che il contatto con il cliente è
valore esclusivo per chiunque non sia in grado di produrre tecnologia.
E che cio' e' drammatizzato nella condizione di "paese di secondo
livello", importatore in sostanza di tecnologia (come vedi, pure in
questa intervista alludo ad una irrisolta responsabilita' di pubblici uffici
nazionali, politici ed amminstrativi, a progettarsi come volano di soluzioni
tecnologiche proprie ...).
Discorso meno
astratto se si pensa che siamo, semplicemente, alle porte di un drammatico
reset della rete telefonica convenzionale - nella data configurazione di
Telecom Italia, concorrente primo dei suoi, come dire, rivenditori :-)
Ecco, io in soldoni
penso che la nostra crisi stia qui, + che nella complessiva riduzione
di valore che la fase di stagnazione comporta
pure al mercato telematico.
Se avessi le
soluzioni mica
starei qui a fare le interviste per il web ciccitielledipuntoit - ma non
sarebbe mica una brutta idea cominciare ad inchiodare una raffigurazione
discreta dei problemi.
Grazie della
esposizione, e dello impegno di approfondimento, Matteo, fra un po' ci
risentiamo :-)
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