Sociologia della Rete

Mercati & Mercanti della Rete

Il punto di vista di ASSOPROVIDER

Intervista a Matteo FICI [11 Marzo 2005]

ASSOPROVIDER: la mission ?
  • Assoprovider è una Associazione Indipendente di Aziende che svolgono l'attività di Internet Service Provider (ISP).
  • Nata nel Luglio 1999, si prefigge l'obiettivo di combattere le logiche di potere e di spartizione dei grandi carriers e delle compagnie di telefonia e di vigilare affinché venga rispettato il principio della libera concorrenza in un settore, il mercato delle TLC, dove tale principio è spesso gravemente a rischio.
  • Con l'entrata nel mercato della connettività Internet degli operatori di telefonia si è determinata una situazione di settore in cui vengono notevolmente penalizzati i piccoli e medi operatori, che sulla connettività Internet avevano investito creando dal niente un mercato e portando Internet in Italia.
  • L'associazione, che oggi raccoglie circa 200 aziende del settore dei Servizi Internet, e della connettività, pari ad 1/3 del totale nazionale, ha l'obiettivo di favorire lo sviluppo armonioso di Internet in Italia. In particolare si propone di contribuire affinché venga colmato il gap che ancora ci separa dalle nazioni più informatizzate e di aiutare l'Italia a diventare protagonista del processo di sviluppo di Internet a livello mondiale.
  • Sempre in prima linea, anche con manifestazioni eclatanti, Assoprovider ha difeso i diritti della categoria promuovendo azioni legali e producendo esposti al Garante delle Comunicazioni, all'Antitrust ed al Garante della pubblicità e spesso ha ottenuto la giusta condanna della controparte.
  • Per fare un esempio recente, Assoprovider è stata uno degli attori che hanno condotto alla sentenza dell'Antitrust nei confronti di Telecom Italia condannata ad una multa di 152 milioni di euro per abuso di posizione dominante.

ASSOPROVIDER: il saldo (cronologia delle azioni fondamentali e dello sviluppo organizzativo) ? ll planning (la programmazione sul medio periodo) ?

  • Assoprovider si è impegnata e continua il suo lavoro su diversi fronti: ha il merito di aver fatto approvare la legge n. 59 del 2000, la cosidetta "Legge Salvaprovider", che ha di fatto equiparato gli ISP agli Operatori di Telefonia, organizzando due manifestazioni di ISP che sono scese in piazza a Montecitorio e davanti al Senato della Repubblica.
  • Assoprovider è tra le più agguerrite realtà che si sono opposte agli ultimi due attentati alle libertà costituzionali degli Italiani, il Decreto "Grande Fratello" e il Decreto "Urbani": camuffati da provvedimenti sul controllo del traffico telefonico.
  • Si è tentato, da parte delle Istituzioni, per ben due volte nell'arco di pochi mesi di attribuire agli Internet Provider un ruolo di "poliziotti" che gli stessi hanno fermamente respinto, sottolineando che non è corretto attribuire loro competenze degli organi di Polizia preposti; Assoprovider nella fattispecie si è inoltre battuta perché i suddetti provvedimenti tutelassero comunque anche la privacy ei diritti generali dell'utente finale.
  • Un folto gruppo di Associati aveva partecipato con impegno alla sperimentazione del servizio di Posta Elettronica Certificata rispondendo perfettamente ai requisiti stabiliti dal CNIPA (Centro Nazionale per Informatica nelle Pubbliche Amministrazioni), investendo energie e risorse e collaborando attivamente alla realizzazione di piattaforme e di software adeguati per l'allestimento di server di posta elettronica certificata che ora non potranno neppure utilizzare. Alla luce della recente normativa che esclude di fatto i medi e piccoli operatori dalla fornitura del servizio della PEC, sono in corso di studio iniziative legali per opporsi al recente D.P.R., sia a livello nazionale che europeo. Nella versione attuale il DPR farà in modo che il servizio di Posta Elettronica Certificata italiano non decolli mai, anzi rischierà di provocare dei seri danni al funzionamento della rete Internet italiana in generale.
  • Il progetto Voice over IP vede coinvolti un nutrito gruppo di associati che stanno interagendo attraverso le loro infrastrutture telematiche al fine di creare, testare e rendere commercialmente vendibile un servizio di telefonia via Internet.
  • Stiamo assistendo ad una corsa verso la larga banda da parte delle aziende e dei professionisti italiani. Il VoIP potrebbe rivoluzionare l'uso della Rete e ottimizzandone l'uso si potrà diminuire significativamente il costo delle telefonate. Il Wireless Fidelity (Wi Fi) si sta dimostrando una nuova efficace via alla larga banda in Italia e nel mondo. In seno ad Assoprovider un gruppo di associati sta conducendo con la supervisione del Ministero per le Comunicazioni una ampia sperimentazione, finalizzata alla soluzione del cosiddetto "ultimo miglio" che consentirà, fra le altre cose, di diminuire significativamente il digital divide portando la larga banda anche in quelle aree del Paese geograficamente svantaggiate.
  • Da due anni un' intera generazione di giovani imprenditori nel settore innovativo del wireless unlicensed viene sistematicamente ignorata dal mondo della politica italiana.
  • Gli imprenditori del wireless unlicensed, universalmente riconosciuto come il futuro della larga banda, vengono tenuti al palo in attesa di un nuovo regolamento che finalmente ammetta l'uso di queste tecnologie per connettersi ad Internet.
  • Assoprovider sta seguendo lo sviluppo tecnologico e soprattutto normativo, per l'utilizzo di tecnologie wireless non proprietarie per trasmissione dati e sta sollecitando, ormai quasi quotidianamente, l'immediata liberalizzazione del suo utilizzo dopo ormai due anni di sperimentazione che ha ottenuto esiti più che positivi.
  • Abbiamo sperimentato sul campo per fare crescere il paese a nostre spese, e ci aspettiamo che le richieste siano accolte perché ne abbiamo diritto, visto che l'Italia è una democrazia economica facente parte dell'Europa.
  • Dopo due anni di sperimentazione e a cinque mesi ormai dalla audizione conclusiva che avrebbe dovuto portare in tempi rapidissimi al varo del nuovo regolamento, le richieste di Assoprovider al Ministero sono sempre le stesse:
    • 1 - libero uso delle frequenze delle bande non protette R-LAN ed Hyper-Lan (2,4 e 5 GHz) sia in modalità punto-multipunto (offerta di servizio alle utenze fisse) che punto-punto (offerta di servizio al pubblico e trunking tra sedi e stazioni base dell'operatore);
    • 2 - Nessun costo di licenza né per l'operatore né per l'utenza;
    • 3 - Nessuna limitazione sulle aree di copertura né geografiche né territoriali;
    • 4 - Nessuna limitazione circa la tipologia di servizi IP offerti con tecnologia wireless.
  • E' di qualche mese fa il varo del codice di autoregolamentazione "Internet & Minori" che ha visto Assoprovider tra i fautori e promotori. Il codice ha il fine di tutelare il minore nel suo approccio alla rete telematica Internet. Internet rispecchia ormai la vita reale ed è quindi diventato necessario attuare dei filtri atti a difendere il minore che si avvicina a questo strumento di comunicazione.
  • Assoprovider fa parte del comitato nazionale per la gestione di tale codice.

Una elementare immagine che gira in Rete e': AIIP confindustriale & ASSOPROVIDER confcommerciale ... mi sviluppi il tema, al di la' di ogni "riduzione" ?

  • Beh, se l'Italia è il paese, nel bene e nel male, delle PMI, allora l'organizzazione confederale che meglio ci rappresenta, è sicuramente Confcommercio, quanto meno nel settore delle TLC.
  • D'altronde, come si fa ad avere rappresentatività da una confederazione cui è iscritta una azienda che si chiama TelecomItalia?
  • Che peso possono avere le altre aziende, come possono essere tutelate e che tipo di intervento può venire in loro favore da Confindustria?
  • Nel nostro caso, ad esempio, la Confcommercio ha aiutato Assoprovider sulla questione del wifi ultimo miglio, con un sollecito al ministero delle Comunicazioni da parte del direttore generale. Per carità, AIIP è una ottima associazione, ma la vedo un po' isolata in Confindustria …

Scenari post new-economy ?

  • La new economy certamente è stato un flop per le nostre aziende; i fatti in Italia (e con le dovute eccezioni) si sono svolti più o meno così: chi aveva già i contatti e/o i capitali, anche se non aveva nessuna esperienza e preparazione su Internet, ha rastrellato le risorse finanziarie dai poveri cittadini, principalmente piccoli investitori, spesso poggiandosi su idee del tutto sballate.
  • Queste risorse, come tutti sappiamo, sono andate bruciate e la gente ha tratto la conclusione che tutte le aziende del settore Internet raccontassero frottole smettendo di investire (quindi doppio danno, di immagine e di ristrettezza nei finanziamenti).
  • Oggi paghiamo ancora le conseguenze, anche se ora la gente , e anche le banche, stanno finalmente iniziando a capire che Internet è comunque il futuro.
  • Ma io ti faccio una domanda che mette in risalto l'assurdità della situazione italiana: se tu fossi un banchiere, o in generale un investitore, finanzieresti una azienda che vuole investire nelle infrastrutture del futuro, come il wireless per l'ultimo miglio, sapendo però che per legge gli viene impedito di creare quelle infrastrutture per fare business?
  • Dunque, in tanti modi si può influenzare il post new economy italiano, per renderlo ancora diverso dal resto del mondo, e indirizzarlo verso aziende, tutto sommato della new economy, che le TLC le fanno solo sul cavo.

Questione facile facile ... scenari e possibili interfacce delle evoluzioni tecnologiche (su cui il comune amico Gibbi' mi fa' 'na capa tanta ...). Chi si cucca la next generation Voice, Netcast, teleconferenza, teledidattica: la rete o le telco ?

  • Anche qui ritorniamo alla questione di come si fanno le regole; se sulla PEC impongo un capitale minimo di un milione di euro, e non mi preoccupo della solidità vera delle aziende , o del loro technical skill specifico, che cosa ne salta fuori ? vince il più bravo ?

A proposito: i rapporti con le Telco ?

  • Stiamo reciprocamente prendendoci le misure, come si dice nella boxe.
  • E sembra proprio un combattimento, ma fra professionisti; alla fine nessuno ci deve lasciare la pelle, anche se sul ring litighiamo, e poi possibilmente fuori dal ring, si deve per forza fare del business assieme (wholesale, listino di interconnessione, alleanze dinamiche su fatti specifici con alcune Telco)

Gennaio 1994 -> Gennaio 2005: un milione di nome a dominio nel country code Top Level Domain con la preziosa desinenza .IT. Che dici ?

  • Finalmente l'estate scorsa è caduto il limite della registrazione di un unico dominio.it per ogni singola persona fisica.
  • Qualunque cittadino della comunità europea, esclusi i minorenni, ha ora la possibilità di registrare infiniti domini.it, purché sia in regola con le policy della Registration Authority.
  • Tale liberalizzazione ha avuto effetti positivi immediati portando alla consistente cifra di un milione di nomi a dominio registrati in pochi mesi.
  • Si è verificato un aumento di circa il 25% della registrazioni, con una crescita media mensile superiore alle15000 unità stimate al momento dell'entrata in vigore della nuova norma.
  • Il registro ha giustamente ritenuto inutile il limite di un singolo dominio per una persona fisica.
  • Si tratta di un impedimento che era giustificato dall' esigenza di evitare il cybersquatting da parte degli utenti non-businness, il cui perdurare al giorno d'oggi non porta più alcun vantaggio: si è infatti ritenuto più utile non limitare le possibilità di espressione dei singoli.
  • La liberalizzazione appaga sia le giuste esigenze dei provider, che possono conseguirne meritati profitti, sia i singoli cittadini e le associazioni privi dello status di persona giuridica che desiderano poter differenziare la propria presenza nella rete. Il trend positivo che ne è seguito lascia sperare in una ripresa del contributo italiano al web.

Cose di casa nostra, qui, in Italia, nel sesto-settimo paese sviluppato al mondo ... il libro dei sogni di una complessiva identita'_di_rete fra soggetti civili ed economici e "Stato"; di una radicata interfaccia_in_rete della Amministrazione Pubblica ... Quali scenari vedi nello sviluppo della contraddizione fra "pubblico dominio" della rete e un digital divide distribuito :-) - altro che terzo mondo - che non risparmia nessuno ?

  • Se intendo correttamente la tua domanda , in Italia, anche se siamo sviluppati in altri settori (ma anche lì se non ci diamo una svegliata la nostra posizione è a forte rischio) siamo più indietro e meno moderni per quanto riguarda lo sviluppo delle regole e dell'uso di Internet, sia nel pubblico che nel privato e nel professionale.
  • Tuttavia almeno di questo c'è consapevolezza; ora, se il pubblico non vorrà essere troppo dirigista, ma neppure scomparire dall'impostare una politica industriale di sviluppo, se il privato potrà operare in un regime di vera concorrenza e di neutralità tecnologica ( e qui ancora il pubblico e la politica hanno un grosso ruolo), io penso che la posizione dell'Italia su Internet potrà essere migliorata rapidamente, anche grazie alla presenza di forti associazioni di imprese e di utenti, caratteristica peculiare del nostro paese; per altri settori sono pessimista proprio perché non vedo questa consapevolezza che nel nostro settore, per fortuna, è presente; ma, ripeto, il pubblico e la politica devono cambiare l'approccio conservativo verso interessi forti che hanno mantenuto finora.

In Italia non c'e' una Commissione parlamentare sulla rete, sulle reti della ricerca, su Internet (intendo una commissione proprio parlamentare ... non c'e' sede condivisa di monitoraggio ne' filtro sui processi legislativi) e i rapporti fra gli istituti del network e l' assetto politico si consumano in un fondamentale asincronia centrata sul livello governativo (in pratica: Ministeriale) e partitico. Matteo: i rapporti di ASSOPROVIDER con la politica ?

  • Assoprovider si è da sempre sforzata di essere un sindacato indipendente; da questo punto di vista rispetto ad altre associazioni molto verticistiche noi siamo atipici, siamo distribuiti sul territorio, molto democratici e con una forte delocalizzazione delle responsabilità, e inoltre non siamo in pianta stabile su Roma; questo comporta certo qualche contro, ma garantisce l'indipendenza e la possibilità di perseguire di conseguenza realmente gli interessi delle nostre aziende (anche a costo di qualche levataccia in più per prendere un aereo alle sei di mattina ed arrivare a Roma in tempo per una riunione, a cui i colleghi di Roma arrivano puntualmente in ritardo ...).

I rapporti con la Local Internet Community ?

  • Direi buoni, anche se dobbiamo pur sempre ricordarci che si può andare sempre d'accordo su tutto con tutti; ma l'importante è rappresentare in modo trasparente gli interessi, in modo che gli altri capiscano perché tu stia portando avanti una iniziativa che cozza incidentalmente con la loro.

I rapporti con il Registro ?

  • Ottimi, come sempre. AP e' stata chiamata ad indicare un suo rappresentante nella Commissione Regole del Registro e siede a pieno titolo nella suddetta commissione fin dalla sua costituzione.
  • A differenza di quanto avveniva in passato, ai tempi della Naming Authority, oggi il compito di scrivere il Regolamento di assegnazione dei nomi a dominio sotto il ccTLD.it e di proporre le innovazioni che le componenti della LIC (tra cui, appunto, Assoprovider) richiedono per mezzo dei propri rappresentanti è della Commissione Regole.

Che "speranze" accrediti alla Commissione Regole, di cui siete una constituency significativa ?

  • Si tratta di un'occasione importante, forse l'unica nel suo genere, in cui Assoprovider ha la possibilità di interagire con ed all'interno di un organismo normativo, invece di doverne subire le conseguenze.
  • La Commissione ha la possibilità di interagire direttamente sia con il Registro, sia con le persone che si occupano di implementare le tecnologie che il Registro mette a disposizione di Maintainer ed Utenti,fornendo sia la competenza specifica, necessaria a comprendere i temi in discussione, sia l'esperienza di mercato, indispensabile per valutare l'impatto e gli effetti dell'adozione di nuove Regole.
  • Da quanto mi riferisce il nostro rappresentante, all'interno della Commissione sono stati individuati dei responsabili, che studiano e ricercano autonomamente all'interno del loro settore di competenza, per poi produrre risultati e relazioni da discutere con gli altri.
  • Il grosso del lavoro si è concentrato sulla revisione integrale del Regolamento, oltre ad altri aspetti più immediati, quali, ad esempio, l'adozione di una politica più restrittiva nella pubblicazione dei dati sul Whois, ai sensi del D.Lgs.196/2003 sulla Privacy. Almeno per quanto mi riguarda, la Commissione Regole e' una certezza, non una speranza.

Fatti una domanda e fatti pure la risposta.

  • Domanda: Quando in Italia chi vuole fare impresa e chiaramente comincia da piccolo, potrà crescere (spesso si dice che piccolo è bello, ma non credo che sia il pensiero degli imprenditori, perché sono convinto che nessuno voglia realmente rimanere piccolo)
  • Risposta: Spero presto

L' ultima di queste interviste e' sempre: io non sono un fornitore di oggetti di rete, ma un assegnatario - hai qualcosa da dirmi, o da chiedermi ?

  • Perché in Italia la battaglia per la libertà nelle comunicazioni televisive e dei media tradizionali è considerata importante da tutti gli utenti, o, venendo ad argomenti a noi più vicini, perché la libertà nel software è valutata rilevante e già ci si sta muovendo a sua difesa, ed invece nella fornitura di servizi Internet, l'utente pur di risparmiare un centesimo di euro è disposto a comprare sottocosto da un fornitore che diventa monopolista e che un domani oltre alla connessione adsl ti manderà in casa tutti i contenuti che oggi ti arrivano da altri media ?

Mi sta' bene ... cosi' imparo a far fare le domande a te ! Scusami se la prendo larga, ma cosi' ho pure il modo di esercitare una prima riflessione sui ragionamenti che mi hai corrisposto.

Non ho la piu' pallida idea delle motivazioni degli utenti ... e in ISOC continuo a dire, a chi ha voglia di ascoltarmi, che e' possibile tentare di rappresentare "i diritti del pubblico dominio della rete" ma e' impossibile tentare di rappresentare gli utenti ...

Vediamo di mettere in fila alcuni punti di un ordine del giorno (prendo spunto - cosi' e' salvo il copyright - da corrispondenze con R. Bruschi, Gibbi' Frontera, J. Marino, M. Negri, S. Trumpy) : esistono interazioni, e forse pure rivelatrici simmetrie, fra un prodotto e la sua catena di produzione, distribuzione, consumo - ovvero, per dirla in modo meno carino: cliente e fornitore qualche volta "si meritano".

Il mio sospetto e' che oggi, per tutta una serie di motivi, tanti e segmentati mercati non digeriscano le compiute conseguenze della banale evidenza che il loro piu' cospicuo valore non è il servizio che offrono ma un contatto ben potenziale con il cliente. E che il contatto con il cliente è valore esclusivo per chiunque non sia in grado di produrre tecnologia. E che cio' e' drammatizzato nella condizione di "paese di secondo livello", importatore in sostanza di tecnologia (come vedi, pure in questa intervista alludo ad una irrisolta responsabilita' di pubblici uffici nazionali, politici ed amminstrativi, a progettarsi come volano di soluzioni tecnologiche proprie ...).

Discorso meno astratto se si pensa che siamo, semplicemente, alle porte di un drammatico reset della rete telefonica convenzionale - nella data configurazione di Telecom Italia, concorrente primo dei suoi, come dire, rivenditori :-)

Ecco, io in soldoni penso che la nostra crisi stia qui, + che nella complessiva riduzione di valore che la fase di stagnazione comporta pure al mercato telematico.

Se avessi le soluzioni mica starei qui a fare le interviste per il web ciccitielledipuntoit - ma non sarebbe mica una brutta idea cominciare ad inchiodare una raffigurazione discreta dei problemi.

Grazie della esposizione, e dello impegno di approfondimento, Matteo, fra un po' ci risentiamo :-)

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