- Vorrei aggiungere
un nuova sintesi Ma vorrei anche tener conto di alcune già espresse
nelle note precedenti.
- Una di queste
parlava di "acquarello in parole"
della situazione italiana.
- In quel paesaggio
composito, possiamo analizzare il problema della modalità e difficoltà
per sopravvivere alla crisi e alle sue manifestazioni.
- Il problema
fa tremare le vene e polsi, certamente sul piano pratico, ma anche nelle
speculazioni. E' molto comune associare alla idea di crisi quella di ricchezza.
- Questa associazione
va fatta nel panorama: In quel panorama si vedono imprese che vanno bene,
spesso inutilmente sostenute dal potere politico, e imprese famiglie che
vanno male.
- La crisi non
viene tuttavia pensata in termini di ricchezza, bensì in termini
di lavoro. Infatti la crisi viene associata a scarsa possibilità
di lavoro.
- Ne segue che,
quando si pensa ad affrontare la crisi, si pensa a sviluppo (lavoro) di
nuova ricchezza da distribuire e per generare ulteriori possibilità
di lavoro. Un aspetto sempre trascurato è la relazione fra la nuova
ricchezza che si dovrebbe produrre e quella già esistente.
- Si dice che
la nuova ricchezza dovrà essere creativamente innovata, dovrà
costare meno per essere accessibile a nuove posizione di mercato.
- Tutto ciò
è facile a dirsi, ma i predecessori della nuova ricchezza, non sono
con le mani in mano. Lavorano per difendersi da attacchi. E, in un mondo
i cui esiste un ECCESSO DI PRODOTTI, la nuova ricchezza ha il ruolo di
mettere il sale sotto la coda dei predecessori.
- Avverrà
quindi spesso che il lavoro per produrre questa nuova ricchezza vada sprecato
per il mancato successo. E se non sarà stato sprecato, il successo
aumenterà le difficoltà di altri..
- Sembrerebbe
molto più saggio sviluppare nuovi prodotti originali che non si
confrontino con gli esistenti pur con la dovuta attenzione al mercato.
In una fase di crisi, il mercato non accetterà facilmente nuovi
prodotti!
- Ovviamente esiste
la scappatoia. Sappiamo dal nostro panorama che esiste chi può permettersi
acquisti! . OK. Va bene. Ma nuovi prodotti in un mercato che cerca disperatamente
nuovi spazi, sarà difficile inserirli. Senza contare che i prodotti
innovativi certamente (soprattutto se da esportare) fanno ricoro a qualche
importazione!
- Ancora una volta
si contribuisce all' impoverimento del paese, con la esportazione di danaro…
In complesso dunque sembrerebbe che combattere la crisi ha come conseguenza
un suo approfondimento.
- Ed è
forse anche peggio, se si tiene presente il debito pubblico: Pagheranno
i poveri per molti anni avanti!! Ma proprio non si può far nulla?
Un forte aiuto potrebbe arrivare da una migliore utilizzazione delle risorse
GIA' disponibili (uomini, macchine, organizzazioni, infrastrutture...
- Questi miglioramenti
opererebbero sul Lavoro favorendo la trasformazione delle ricchezze latenti
in ricchezze reali. E che il metodo funzioni, ci sono vari esempi. Quando
ad esempio la Cina ha iniziato a svilupparsi non aveva nulla. Disponeva
solo di solo cose vecchie. Ma le usava.
- Noi abbiamo
cose nuove USATE MALISSIMO. E vogliamo innovarle solo per migliore i mercati
che ci impoveriscono! E sul lavoro, troppe persone lavorano solo per difendere
il loro lavoro. Per farlo lo rendono più complicato, con una netta
stagnazione nella produttività.! In più inventiamo continuamente
nuove regole affinché nulla cambi!
- Un mio collega
mi ha detto: occorre una rivoluzione della saggezza! Credo sia seriamente
la sola possibilità.
- Dar consigli
a chi già guida, è impossibile (mi ci sono provato molte
volte.. ora non provo più). I consigli si possono dare (forse) a
chi non immagina un futuro nel panorama attuale, laureato o non, poco importa.
Certo un pò di informatica e la conoscenza anche modesta della rete,
, facilita: comunicare, scegliere e discutere ; preparando così
alla civiltà di domani..
- Chi avrà
necessita per il futuro, oggi HA tempo disponibile. E forse del computer
e della rete ne dispone già. IMPARARE assieme da altri, anche senza
docenti, nuovi modi di vivere produrre e commerciare è possibile.
Da soli non si può.
- Nel medioevo
a dipingere (La comunicazione di allora) si imparare nelle botteghe dei
maestri. Ed i maestri allora pretendevano che chi imparava doveva superare
i maestri. Nelle botteghe si competeva, si! nella collaborazione.
- Esiste oggi
una grande unica bottega, in cui è facile organizzare gruppi spontanei
di autoapprendimento, superando quella diffidenza individualistica che
ci attanagli .. Aiuto, se ne trova fin che si vuole, competenti ne esistono
a bizzeffe, talvolta mandati al macello della pensione o dal prepensionamento,
persone quasi sempre assai valide .
- Tutte queste
persone sono autentiche risorse che hanno vantaggi sulla loro qualità
di vita ad aiutare gratuitamente lo sviluppo di gruppi spontanei di auto
apprendimento. E di fatto contribuirebbero ad una civiltà in cui
il lavoro punta alla qualità di vita, non all' aumento delle scorte
di prodotti poco utilizzati.. In quella civiltà, la economia basta
sulla circolazione della ricchezza, verrebbe sostituita dalla economia
basata sulla circolazione del lavoro. Con una assai più implicito
controllo sugli sprechi. Infatti il lavoro è un autoreferenziale:
si vede cosa si fa, quado si fa..
- La ricchezza
si desidera, se ne sogna il significato e no si valutano le conseguenze
del suo impiego.. Va da se che non si può cambiare la attuale società
che di fatto è basata sull' illusionismo della ricchezza e sul conflitto
fra lavoro e ricchezza. Per fortuna chi ha meno esiste: sono questi che
potranno migliorare la loro qualità di vita. Gli altri potranno
solo essere travolti dalle illusioni.. Naturalmente un problema lo lasciamo
aperto.. come si potrà rinunciare alle illusioni?
- La cultura delle
Botteghe potrà fare molto: nuove attività: arte, sport, teatro
(anche virtuale) , illusionismo, internazionalismo, cultura della qualità
di vita, letteratura, politica dei concetti, scienza dell' uomo della pace
e della guerra.. e un pò di informatica per trasformare quelle attività
in nodi di una grande rete di scambio di attività (lavoro, potrà
riempire la vita di che ne valuta l' autentico significato.. I mezzi oggi
ci sono e sono diffusi: spetta a tutti noi gettare i semi per un civiltà
che non debba ricorrere alla guerre per aggiustare i debiti pubblici..
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