Organizzata
da Societa' Internet con la partecipazione del C.N.R., la tavola rotonda
rappresenta l'ormai tradizionale punto di incontro tra "tecnici"
e "politici", parlamentari, esponenti governativi, imprenditori
e utenti. |
Stefano Trumpy,
chairman, ha presentato lo studio di riferimento annuale [in questa occasione
elaborato con la collaborazione di Fausto
Caneschi, collaboratore
dello IIT/CNR] sul tema
Rapporti
tra Registri dei nomi a dominio e relativi governi
http://www.isoc.it/tavolarotonda4/trumpy-caneschi.html
[RELAZIONE]
http://www.isoc.it/tavolarotonda4/trumpy-caneschi/
[SLIDES]
- Sono stai messi
a confronto la situazione ed i risultati ottenuti dai piu' importanti registri
mondiali, europei con il CCTLD.IT, in rapporto alle "modalita' di
presenza statale" nei singoli registri.
- E' stata disaminata,
per lo sviluppo, nazionale ed internazionale di Internet, la rilevanza
strategica dell' autonomia operativa degli istituti di Rete, di un positivo
dialogo a livello istituzionale, e di un corrispondente approccio "discreto"
al Network da parte dei governi.
- Sono anche emerse
l'efficienza e la produttivita' di tale approccio: il maggior numero di
domini registrati corrisponde ad una minore burocrazia nel registro di
competenza e si rileva obbiettivamente come interventi governativi "pesanti"
nella gestione delle policies dei registri nazionali siano stati la causa
di un basso numero di registrazioni e di tempi piu' lunghi per le operazioni
di registrazione.
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Il
Sen. Cortiana ha inaugurato il discorso "politico" sul tema dell'incontro,
sollecitando un maggiore impegno "politico" (da non confondere
con *partitico*) della LIC italiana, a tutti i livelli, proprio per l'enorme
importanza che Internet e la tecnologia piu' in generale ormai rivestono
nella scena nazionale ed internazionale. Le "azioni" della LIC
non si devono piu' considerare patrimonio di pochi studiosi, perche' si
riflettono inevitabilmente nella societa' moderna. Si tratta quindi di
dover gestire degli interessi generali, interessando sicuramente molti
settori della vita quotidiana. L'intervento dello Stato si dovra' limitare
a mettere dei "paletti" che possano garantire sia la liberta'
che il pluralismo, senza necessariamente riprodurre, anche in questa sede,
le divisioni ideologiche che caratterizzano altri ambiti della vita pubblica.
La sua esortazione conclusiva e' stata rivolta sia ad auspicare una maggiore
attenzione "trasversale e bipartizan" del mondo politico nei
confronti delle problematiche della LIC, sia a sollecitare i "tecnici"
ad intraprendere ogni possibile azione politica per far sentire la propria
voce e le proprie opinioni. |
Paolo Vigevano
ha evidenziato l'importanza della valorizzazione delle competenze gia'
acquisite dagli organismi del settore, rispetto ad un intervento legislativo
in un settore come questo che e' sempre in rapidissima evoluzione. Rispetto
alla prima ipotesi di una Fondazione con una dominante presenza governativa,
Vigevano ha prospettato una via di intervento piu' leggero da parte dello
Stato. Secondo questa nuova ipotesi, che puo' sicuramente contare su un
maggiore appoggio da parte della LIC italiana, la Fondazione, che dovrebbe
riunire il gestore del Registro (RA) ed il policy board (NA) in un'unica
"entita'", vedra' una partecipazione minoritaria dello Stato,
per assicurare il giusto supporto ad un organismo gia' riconosciuto a livello
internazionale, senza sottoporlo ad un controproducente controllo governativo.
I recenti contatti tra i Ministri Gasparri, Stanca e Moratti sono sicuramente
orientati in questo senso. Il messaggio da parte del Min.Stanca, riferito
da Vigevano, era inteso a tutelare le ragioni fondanti del DNA di Internet,
patrimonio che andra' valorizzato senza essere vincolato da norme che potranno
arrivare soltanto nel momento in cui le tecnologie ed i mercati saranno
consolidati e si potra' agire su una materia "certa" e descrivibile. |
L'On.Palmieri
ha sottolineato l'evidente "differenza di velocita'" tra l'evoluzione
tecnologica e la "capacita' normativa" di uno stato democratico
come il nostro, sollecitando un intervento legislativo "leggero"
per non imbrigliare il progresso tecnologico con i lunghi tempi parlamentari.
La condizione fondamentale di chi governa dovrebbe essere quella di "liberare
le energie degli innovatori", come e' successo, ad esempio, con la
banda larga. Citando il case history di Fastweb, senza peraltro tralasciare
Telecom e Wind, si e' voluto dimostrare come l'innovazione sia il motore
dello sviluppo aziendale e che i vantaggi si riflettano sui cittadini,
senza che, per ottenere questo, si sia dovuti ricorrere ad interventi legislativi.
La politica deve quindi favorire la Cultura dell'Innovazione e non osteggiarla
con interventi normativi. |
L'intervento
di Barberis, presidente del gruppo Dada, ha focalizzato l'attenzione sulla
difficile situazione dei Content Providers, intenti a tentare di sopravvivere
in un mercato in cui i proventi, derivanti dalla connessione fisica alla
rete degli utenti che usufruiscono dei contenuti, vengono assorbiti in
massima parte dagli operatori telefonici ed il rimanente dagli ISP. Sono
proprio i providers di contenuti che soddisfano la domanda degli utenti
e li spingono a collegarsi ad Internet, pur non traendone vantaggi economici
diretti (quote percentuali sugli introiti della connettivita'), ma solo
indiretti (vendita di spazi pubblicitari). Il mercato dei CP tende quindi
ad assottigliarsi sempre di piu', dato che la raccolta pubblicitaria non
potra', da sola, sovvenzionare la produzione e l'aggiornamento dei contenuti,
con una inevitabile conseguenza sulla qualita' degli stessi. |
Frontera,
vicepresidente di Assoprovider, ha decisamente puntato il dito contro l'inadeguatezza
delle norme a difesa dei piccoli ISP contro lo strapotere dell'ex monopolista
Telecom e degli altri incumbents del mercato, lanciando accuse nemmeno
troppo velate nei confronti dell'Agcom, inadeguata nel garantire una concorrenza
reale nel campo delle TLC. L'Autorita' Garante delle Comunicazioni non
e'riuscita infatti, nella maggior parte dei casi, ad evitare un consolidamento
della posizione gia' dominante di Telecom, affiancata poi da altri incumbents
quali Wind e Fastweb, limitandosi ad emanare norme e direttive di reale
garanzia quando le quote di mercato erano ormai esaurite. E' sicuramente
difficle competere realmente in un settore in cui, ad esempio, i contributi
statali per la banda larga sono stati assorbiti per l'80% dall'ex-monopolista
ed attuale incumbent del mercato. |
Musumeci, in
rappresentanza del MIUR, ha presentato gli ottimi risultati ottenuti dal
proprio ministero, sia in termini di diffusione della cultura informatica
tra i docenti e gli studenti, sia nell'e-government. E' stato riconosciuto
il ruolo dominante di Telecom nella fornitura di servizi al mondo della
scuola, ma e' stata parimenti auspicata una reale concorrenza tra gli ISP.
Per una crescita responsabile del settore sara' comunque necessario un
tavolo con gli ISP per definire alcune linee comuni di supervisione tecnica
nell'utilizzo consapevole della rete Internet da parte degli studenti.
Supervisione che non dovrebbe, comunque, ricadere sulle spalle dei docenti. |
Illuminante
(ed illuminato), sotto diversi aspetti, il punto di vista di Joy Marino,
vicepresidente di AIIP. La sua appartenenza alla "vecchia guardia"
e' subito apparsa evidente dal "taglio filosofico" del suo intervento,
parlando di "ecosistemi sostenibili" nel mondo della rete. Importante
il suo punto di vista (condiviso da molti altri) sul mondo delle TLC e
sulla loro tendenza ad "interiorizzare" le risorse economiche
che raccolgono dall'utenza, invece di "esteriorizzarle" a vantaggio
di tutti. |
Bertola, partendo
dall'analisi dei pregi e difetti di ICANN, ha sottolineato ancora una volta
l'importanza del consenso dal basso. Rispetto alla situazione italiana,
pur lamentando una mancanza di trasparenza ed un'assenza di una pubblica
discussione, ha apprezzato sia la creazione di una struttura dedicata,
sia la futura possibilita' di sovvenzionare chi si occupera' del policy
making. E' stato ancora una volta criticato il prospettato ruolo preponderante
del governo nella struttura. |
L'intervento
conclusivo di Mazzucchi, Direttore del CE della Naming Authority, si e'
soffermato sull'efficienza del sistema di Regole e procedure fin qui implementato
dalla Naming Authority, senza dimenticare la stabilita' complessiva del
sistema tecnico-normativo italiano, frutto dell'ottimo lavoro svolto sin
qui dal Registro (RA-IIT/CNR) e dal policy-board (CE-NA). Anche lui ha
sottolineato il fatto che, per quanto riguarda gli aspetti tecnici, un
intervento statale "pesante" sarebbe superfluo e sotto molti
aspetti controproducente. Il ruolo del governo e dello stato piu' in generale,
dovrebbe essere quello di indicare delle linee guida a cui ispirarsi, lasciando
ai "tecnici" l'applicazione delle stesse e le necessarie azioni
correttive, caso per caso. L'esempio del successo nella lotta al cybersquatting
e l'infinitesima percentuale di contestazioni in rapporto ai domini registrati
sotto il .IT, dovrebbe far riflettere il mondo politico. La nuova emergenza
da affrontare, ossia la lotta contro lo SPAM, sara' la prossima occasione
di confronto e coordinamento tra tecnici e politici e dovrebbe essere affrontata
da entrambi i punti di vista. |
Rita
Rossi interviene facendo presente la posizione della RA. In sostanza per
la RA non vi sono preclusioni alla ridefinizione di un nuovo assetto del
Registro verso una fondazione o altro organismo. Teniamo a sottolineare
che se il sistema dei nomi a dominio è ritenuto strategico nello
sviluppo delle telecomunicazioni, la struttura che se ne occupa deve garantire:
efficienza, equità, pari opportunità di accesso al servizio
da parte di tutta l'utenza; requisiti questi soddisfatti dallo IIT/CNR
nel suo ruolo di Registration Authority . D'altro canto il fatto che il
registro abbia sempre operato nell'ambito di un organo CNR si è
certamente riflettuto positivamente sulla comunità internet italiana
consentendo di sfruttare le capacità tecniche e scientifiche possedute
dall'Istituto stesso, rese disponibili a tutta l'utenza, a costi decisamente
contenuti . Lo IIT/RA, in una posizione super partes ha in questi anni
contribuito alla crescita dei provider/maintainer; ad oggi si contano circa
2600 provider accreditati; inoltre, nel data base della RA sono registrati
e mantenuti circa 820.000 domini, mentre il numero delle contestazioni
è contenuto; sotto quest'ultimo profilo si sottolinea l'attività
di mediazione e chiarimento svolta dallo IIT/RA a favore di tutta l'utenza.
Va evidenziata perciò la necessità che il nuovo organismo
in discussione al "tavolo dei domini", valorizzi e tenga conto
dell'esperienza e delle professionalità maturate fino ad oggi da
parte dell'Istituto di Informatica e Telematica; con ciò si intende
significare che all'Istituto debba essere riconosciuto un ruolo all'interno
della costituenda fondazione che consenta di ereditare e sviluppare le
attività tecniche e sperimentali già realizzate fino ad ora
non vanificando il patrimonio umano e di conoscenze in essere allo IIT/CNR.
La recente bozza, licenziata al tavolo dei domini, non fa esplicita menzione
dell'Istituto IT, nè della Registration Authority; mentre sarebbe
auspicabile che l'Istituto vi fosse esplicitamente richiamato; ciò
assicurerebbe continuità nella gestione delle attività di
registrazione e consentirebbe di continuare ad utilizzare le conoscenze
fin qui acquisite dallo IIT/CNR a beneficio della collettività. |
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Report di Francesco Orlando ]
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