Fisiologia e Patologie della Rete

Intervista di Alessandra Colonna a Stefano Trumpy

Radio Vaticana Sabato 20 settembre 2003

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Colonna

Da una riunione tra gli esperti del settore, svoltasi al CNR il 22 maggio scorso, è emerso che i governi, non solo quello italiano ma anche quelli del mondo, dovrebbero intervenire con una qualche regolamentazione di Internet. Ci sono diversi punti di vista: c’è chi sostiene che lo stato dovrebbe intervenire in una maniera sostanziale e chi invece sostiene che a regolare le cose debba essere il settore privato che realizzi una autoregolamentazione, con la supervisione “benevola” del governo. Come realizzare una polizia virtuale che vada a verificare cosa succede in rete ?

Ing. Trumpy in qualità di presidente di Società Internet ci dà qualche consiglio, ci fa vedere un po’ più chiaramente quali sono le parti negative, un uso fatto male di Internet?

Trumpy
  • Oggi si stima che vi siano in Italia 19 milioni di utenti dove per utenti si intende coloro che almeno un paio di volte al mese si collegano alla rete.
  • Ormai l’Internet viene usata nelle famiglie, dagli alunni delle scuole, dai dipendenti delle pubbliche amministrazioni e dal mondo degli affari per il commercio elettronico; Internet quindi è entrata in tutti i gangli della società ed ovviamente è inevitabile che ne vengano fatti anche degli usi distorti che generano delle “patologie” della rete.
  • La sezione italiana dell’Internet Society, la originaria associazione del network a livello internazionale, ha deciso di accendere i riflettori sul fenomeno e di monitorare tali patologie.
  • Da qui la scelta di favorire la convergenza di appropriate PREVENZIONI E TERAPIE di livelli delle infrastrutture della rete, dei suoi protocolli, delle sue “policies”, di leggi e regolamenti statuali.
  • Tale scelta è inevitabile e urgente perché il tema è di pertinenza primaria degli istituti di rete, perché è necessaria una coordinata attenzione politico amministrativa, e in fine perché il tema va ricondotto a pubblica razionalità, di fronte a troppe campagne approssimative, quando non disinformative, da parte dei mass-media.
  • Colonna

    Ci sono delle fasce a rischio in particolare?

    Trumpy
  • Ci sono certi fenomeni che mettono a rischio tutti, come lo “spamming”, che si traduce nell’ essere alluvionati da posta indesiderata o anche nell’essere esposti a tutta la pubblicità che spesso si trova nei siti web.
  • Nella vita reale, chi abita in un condominio può impedire che tutta la posta di pubblicità venga recapitata nella propria casella postale.
  • In Internet non c’e’ il portiere del condominio che dice al portalettere di portarsi indietro la posta pubblicitaria; quello che si puo’ fare e’ di mettere dei filtri nella posta in arrivo ed utilizzare accorgimenti anti-spam che comunque non proteggono mai come si vorrebbe.
  • Poi, se parliamo di categorie a rischio, viene immediatamente da pensare ai minori perché ormai la rete viene utilizzata dai ragazzini fin dalle scuole elementari e quindi si crea il problema di come assicurare un uso corretto della rete ed evitare che i minori possano accedere a materiale adatto solo a persone adulte.
  • Colonna

    Quanto secondo lei i governi, a livello europeo e italiano dovrebbero intervenire nella regolamentazione di Internet?

    Trumpy
  • I governi hanno ormai riconosciuto che Internet rappresenta una infrastruttura critica della società; pertanto ne vanno valutati gli aspetti infrastrutturali e quelli dell’utilizzo, sia nel senso positivo che negativo, per assicurare una corretta fruibilità della rete.
  • Questo implica che bisogna prevenire determinati abusi e intervenire là dove questi avvengono.
  • Colonna

    Di quali abusi parliamo?

    Trumpy
  • Gli abusi possono essere quelli di cui parlavamo prima, collegati alla pedofilia, al diffusissimo spam pornografico ma possono essere per esempio, le violazioni della proprietà intellettuale, dei diritti d’autore, le violazioni della privacy.
  • Altro aspetto e’ quello correlato alla registrazione dei nomi a dominio, sia per la protezione dei nomi di persona che per l’accaparramento, a scopi speculativi, di segni di impresa o di nomi che possano avere un valore commerciale.
  • Colonna

    C’è una regolamentazione in questo senso?

    Trumpy
  • Regolamentazioni specifiche sono allo studio. Le protezioni per la proprietà intellettuale e per la privacy sono presenti da tempo in tutti gli stati; però l’Internet; per la propria velocità di comunicazione e per la sua natura globale, infrange i confini tra i vari stati ponendo una serie di problemi trans-nazionali.
  • Come conseguenza, accade spesso che le normative esistenti per i media comuni non vengono rispettate poiché non sono facilmente applicabili alla realtà dell’Internet; allora si stanno studiando delle regolamentazioni, anche attraverso l’Unione Europea, tali da poter garantirne il rispetto in tutte le Nazioni.
  • Colonna

    Ma come si fa a risalire agli autori di certi siti su Internet?

    Trumpy
  • Esistono strumenti tecnici per una efficace attività investigativa che permette di risalire alla sorgente di certa informazione ed alla identita’ dei mittenti di posta elettronica.
  • In Italia abbiamo la Polizia Postale, e non è la sola, che è espertissima nel servirsi degli strumenti tecnici per riuscire a trovare da dove sono partite le informazioni.
  • Colonna

    Quindi una polizia informatica, ma in Italia ce l’abbiamo?

    Trumpy
  • Si in Italia esiste una efficace polizia informatica; la più nota è quella collegata al Ministero dell’Interni ed è la Polizia Postale prima citata; ormai esistono diversi esperti anche nelle questure sparse nel territorio.
  • La cultura di “Polizia della rete” è abbastanza diffusa anche presso altre organizzazioni quali la rete per la ricerca scientifica (GARR) di cui noi, come CNR, facciamo parte.
  • Colonna

    Quale è l’uso appropriato di Internet?

    Trumpy
  • Da un punto di vista formale, un uso corretto della rete e’ quello che e’ rispettoso della “netiquette”, il galateo della rete che detta le regole della convivenza e della buona educazione.
  • Nella sostanza l’uso corretto della rete e’ quello che arricchisce la persona, che gli permette di comunicare con “il mondo” e di reperire la informazione che gli serve.
  • Qualunque amante di una materia che vuole informarsi trova sulla rete Internet una messa enorme di informazioni.
  • Colonna

    Come si fa a scremare queste informazioni visto che ce n’è una valanga?

    Trumpy
  • Questo e’ in realtà un grosso problema destinato anche a crescere. Infatti i libri e la carta stampata in genere arrivano ad essere disponibili attraverso un meccanismo di selezione guidato dal mercato; per la parte scientifica la selezione e’ fatta dagli stessi scienziati ed e’ di norma rigorosa.
  • Invece in Internet si può pubblicare ogni cosa, chiunque può essere editore di se stesso; per questo motivo e’ difficile discriminare tra la informazione buona e quella di nessun valore, od addirittura dannosa.
  • Colonna

    Non vi è un trucco per discriminare?

    Trumpy
  • Purtroppo per il momento un trucco per l’utente spaesato non c’è.
  • Si può indirizzare l’utente a fare un uso intelligente dei motori di ricerca; anche per questo, l’utente che va a cercare certe informazioni deve possedere già una certa idea di quali sono le fonti più attendibili; in questo modo si riesce a puntare ad un informazione di valore con una certa velocità.
  • Per questo motivo sono sorte già da anni società che cercano informazione sulla rete per conto di altri.
  • Colonna

    Secondo lei come e in che maniera dovrebbe intervenire il Governo in questa regolamentazione. In una maniera leggera o pesante? E se leggera in che modo?

    Trumpy
  • Il 22 di maggio si è tenuta al CNR una tavola rotonda proprio su questo tema e si è convenuto, in accordo con i rappresentanti del Governo e gli esperti presenti, che l’intervento del Governo dovrebbe essere più leggero possibile.
  • Il problema è di definire cosa vuol dire questo. Il settore privato formato dagli utenti e dai fornitori di servizio dovrebbe essere in grado, di auto-regolamentarsi cioè di definire ed applicare dei codici di comportamento senza suscitare la necessità di un forte intervento del Governo.
  • Colonna

    E se questo non dovesse succedere?

    Trumpy
  • Si potrebbe arrivare al caso limite della Cina, dove esiste un controllo dell’informazione, anche della posta elettronica. Ovviamente parlo per assurdo; in Italia siamo molto lontani da queste possibilità.
  • Comunque, se il settore privato e gli utenti fossero incapaci di assicurare uno sviluppo ordinato della rete che, come ho detto prima, viene vista dal governo come una infrastruttura critica, questo sarebbe chiamato ad intervenire per assicurare tale sviluppo.
  • Colonna

    Non vi è una via di mezzo tra queste due misure?

    Trumpy
  • Certamente sì; noi non viviamo in uno Stato dove il Governo vuole controllare tutto quello che si dice tra le persone.
  • Quello che importa, è che il Governo aiuti uno sviluppo ordinato della rete, aiuti il settore privato ad auto-regolamentarsi e quindi crei un quadro normativo tale che tutto questo venga favorito.
  • La storia dell’Internet è fatta di autoregolamentazione “dal basso” e pertanto sono ottimista che ci si riuscirà ancora, a dispetto della difficoltà causata dal crescente grande numero di utenti.
  • Colonna

    Forse per quanto riguarda la pedofilia, la pornografia ci vorrebbe una regolamentazione più specifica?

    Trumpy
  • Una regolamentazione specifica esisteva già indipendentemente da Internet ed è stata infranta per il fatto della caratteristica della rete di essere così trans-nazionale.
  • Esiste oggi la difficoltà di perseguire reati che avvengono attraverso utenti ed Internet Service Provider che sono in paesi diversi.
  • Quindi, a questo punto, ci vogliono accordi internazionali per poter reprimere determinati tipi di crimini; occorre inoltre rafforzare la capacità investigativa in modo tale che possa effettivamente permettere di prevenire e colpire almeno i reati informatici più gravi.
  • Colonna

    Dunque una base di regolamentazione ci deve essere per poter intervenire dal punto di vista della polizia?

    Trumpy
  • Certo, sia nazionale che attraverso accordi con altri paesi.
  • Pian piano si stanno diffondendo dei criteri di buon uso della rete (netiquette) e di normative (best practices) che si cerca di convincere tutti a rispettare, sia i fornitori di servizi che gli utenti.
  • Ovviamente la polizia agisce anche su norme coattive che configurano la possibilità di sanzioni amministrative e/o penali.
  • Colonna

    Ma non pensa che una assenza di una precisa regolamentazione provochi una specie di “mare magnum” dove ci sono un sacco di squali che nuotano e fanno esattamente quello che li pare e quindi per poter navigare in queste acque bisogna diventare altresì squali come quelli che già navigano?

    Trumpy

    Propongo un paragone tra spionaggio e controspionaggio; se vogliamo vedere lo spionaggio come una cosa negativa che potrebbe essere appunto il crimine o le illegalità attraverso la rete, bisogna avere, dal punto di vista tecnico investigativo (lato virtuoso e positivo), non solo delle norme ma una capacità di avere almeno altrettante conoscenze, tali da creare ostacoli ai malintenzionati ed impedire che questi portino a degli usi non conformi o illegali.

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