Colonna
Da una riunione
tra gli esperti del settore, svoltasi al CNR il 22 maggio scorso, è
emerso che i governi, non solo quello italiano ma anche quelli del mondo,
dovrebbero intervenire con una qualche regolamentazione di Internet. Ci
sono diversi punti di vista: c’è chi sostiene che lo stato dovrebbe
intervenire in una maniera sostanziale e chi invece sostiene che a regolare
le cose debba essere il settore privato che realizzi una autoregolamentazione,
con la supervisione “benevola” del governo. Come realizzare una polizia
virtuale che vada a verificare cosa succede in rete ?
Ing. Trumpy in
qualità di presidente di Società Internet ci dà qualche
consiglio, ci fa vedere un po’ più chiaramente quali sono le parti
negative, un uso fatto male di Internet?
Trumpy
Oggi si stima
che vi siano in Italia 19 milioni di utenti dove per utenti si intende
coloro che almeno un paio di volte al mese si collegano alla rete.
Ormai l’Internet
viene usata nelle famiglie, dagli alunni delle scuole, dai dipendenti delle
pubbliche amministrazioni e dal mondo degli affari per il commercio elettronico;
Internet quindi è entrata in tutti i gangli della società
ed ovviamente è inevitabile che ne vengano fatti anche degli usi
distorti che generano delle “patologie” della rete.
La sezione italiana
dell’Internet Society, la originaria associazione del network a livello
internazionale, ha deciso di accendere i riflettori sul fenomeno e di monitorare
tali patologie.
Da qui la scelta
di favorire la convergenza di appropriate PREVENZIONI E TERAPIE di livelli
delle infrastrutture della rete, dei suoi protocolli, delle sue “policies”,
di leggi e regolamenti statuali.
Tale scelta
è inevitabile e urgente perché il tema è di pertinenza
primaria degli istituti di rete, perché è necessaria una
coordinata attenzione politico amministrativa, e in fine perché
il tema va ricondotto a pubblica razionalità, di fronte a troppe
campagne approssimative, quando non disinformative, da parte dei mass-media.
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Colonna
Ci sono delle
fasce a rischio in particolare?
Trumpy
Ci sono certi
fenomeni che mettono a rischio tutti, come lo “spamming”, che si traduce
nell’ essere alluvionati da posta indesiderata o anche nell’essere esposti
a tutta la pubblicità che spesso si trova nei siti web.
Nella vita reale,
chi abita in un condominio può impedire che tutta la posta di pubblicità
venga recapitata nella propria casella postale.
In Internet
non c’e’ il portiere del condominio che dice al portalettere di portarsi
indietro la posta pubblicitaria; quello che si puo’ fare e’ di mettere
dei filtri nella posta in arrivo ed utilizzare accorgimenti anti-spam che
comunque non proteggono mai come si vorrebbe.
Poi, se parliamo
di categorie a rischio, viene immediatamente da pensare ai minori perché
ormai la rete viene utilizzata dai ragazzini fin dalle scuole elementari
e quindi si crea il problema di come assicurare un uso corretto della rete
ed evitare che i minori possano accedere a materiale adatto solo a persone
adulte.
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Colonna
Quanto secondo
lei i governi, a livello europeo e italiano dovrebbero intervenire nella
regolamentazione di Internet?
Trumpy
I governi hanno
ormai riconosciuto che Internet rappresenta una infrastruttura critica
della società; pertanto ne vanno valutati gli aspetti infrastrutturali
e quelli dell’utilizzo, sia nel senso positivo che negativo, per assicurare
una corretta fruibilità della rete.
Questo implica
che bisogna prevenire determinati abusi e intervenire là dove questi
avvengono.
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Colonna
Di quali abusi
parliamo?
Trumpy
Gli abusi possono
essere quelli di cui parlavamo prima, collegati alla pedofilia, al diffusissimo
spam pornografico ma possono essere per esempio, le violazioni della proprietà
intellettuale, dei diritti d’autore, le violazioni della privacy.
Altro aspetto
e’ quello correlato alla registrazione dei nomi a dominio, sia per la protezione
dei nomi di persona che per l’accaparramento, a scopi speculativi, di segni
di impresa o di nomi che possano avere un valore commerciale.
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Colonna
C’è una
regolamentazione in questo senso?
Trumpy
Regolamentazioni
specifiche sono allo studio. Le protezioni per la proprietà intellettuale
e per la privacy sono presenti da tempo in tutti gli stati; però
l’Internet; per la propria velocità di comunicazione e per la sua
natura globale, infrange i confini tra i vari stati ponendo una serie di
problemi trans-nazionali.
Come conseguenza,
accade spesso che le normative esistenti per i media comuni non vengono
rispettate poiché non sono facilmente applicabili alla realtà
dell’Internet; allora si stanno studiando delle regolamentazioni, anche
attraverso l’Unione Europea, tali da poter garantirne il rispetto in tutte
le Nazioni.
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Colonna
Ma come si fa
a risalire agli autori di certi siti su Internet?
Trumpy
Esistono strumenti
tecnici per una efficace attività investigativa che permette di
risalire alla sorgente di certa informazione ed alla identita’ dei mittenti
di posta elettronica.
In Italia abbiamo
la Polizia Postale, e non è la sola, che è espertissima nel
servirsi degli strumenti tecnici per riuscire a trovare da dove sono partite
le informazioni.
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Colonna
Quindi una polizia
informatica, ma in Italia ce l’abbiamo?
Trumpy
Si in Italia
esiste una efficace polizia informatica; la più nota è quella
collegata al Ministero dell’Interni ed è la Polizia Postale prima
citata; ormai esistono diversi esperti anche nelle questure sparse nel
territorio.
La cultura di
“Polizia della rete” è abbastanza diffusa anche presso altre organizzazioni
quali la rete per la ricerca scientifica (GARR) di cui noi, come CNR, facciamo
parte.
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Colonna
Quale è
l’uso appropriato di Internet?
Trumpy
Da un punto
di vista formale, un uso corretto della rete e’ quello che e’ rispettoso
della “netiquette”, il galateo della rete che detta le regole della convivenza
e della buona educazione.
Nella sostanza
l’uso corretto della rete e’ quello che arricchisce la persona, che gli
permette di comunicare con “il mondo” e di reperire la informazione che
gli serve.
Qualunque amante
di una materia che vuole informarsi trova sulla rete Internet una messa
enorme di informazioni.
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Colonna
Come si fa a
scremare queste informazioni visto che ce n’è una valanga?
Trumpy
Questo e’ in
realtà un grosso problema destinato anche a crescere. Infatti i
libri e la carta stampata in genere arrivano ad essere disponibili attraverso
un meccanismo di selezione guidato dal mercato; per la parte scientifica
la selezione e’ fatta dagli stessi scienziati ed e’ di norma rigorosa.
Invece in Internet
si può pubblicare ogni cosa, chiunque può essere editore
di se stesso; per questo motivo e’ difficile discriminare tra la informazione
buona e quella di nessun valore, od addirittura dannosa.
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Colonna
Non vi è
un trucco per discriminare?
Trumpy
Purtroppo per
il momento un trucco per l’utente spaesato non c’è.
Si può
indirizzare l’utente a fare un uso intelligente dei motori di ricerca;
anche per questo, l’utente che va a cercare certe informazioni deve possedere
già una certa idea di quali sono le fonti più attendibili;
in questo modo si riesce a puntare ad un informazione di valore con una
certa velocità.
Per questo motivo
sono sorte già da anni società che cercano informazione sulla
rete per conto di altri.
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Colonna
Secondo lei come
e in che maniera dovrebbe intervenire il Governo in questa regolamentazione.
In una maniera leggera o pesante? E se leggera in che modo?
Trumpy
Il 22 di maggio
si è tenuta al CNR una tavola rotonda proprio su questo tema e si
è convenuto, in accordo con i rappresentanti del Governo e gli esperti
presenti, che l’intervento del Governo dovrebbe essere più leggero
possibile.
Il problema
è di definire cosa vuol dire questo. Il settore privato formato
dagli utenti e dai fornitori di servizio dovrebbe essere in grado, di auto-regolamentarsi
cioè di definire ed applicare dei codici di comportamento senza
suscitare la necessità di un forte intervento del Governo.
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Colonna
E se questo non
dovesse succedere?
Trumpy
Si potrebbe
arrivare al caso limite della Cina, dove esiste un controllo dell’informazione,
anche della posta elettronica. Ovviamente parlo per assurdo; in Italia
siamo molto lontani da queste possibilità.
Comunque, se
il settore privato e gli utenti fossero incapaci di assicurare uno sviluppo
ordinato della rete che, come ho detto prima, viene vista dal governo come
una infrastruttura critica, questo sarebbe chiamato ad intervenire per
assicurare tale sviluppo.
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Colonna
Non vi è
una via di mezzo tra queste due misure?
Trumpy
Certamente sì;
noi non viviamo in uno Stato dove il Governo vuole controllare tutto quello
che si dice tra le persone.
Quello che importa,
è che il Governo aiuti uno sviluppo ordinato della rete, aiuti il
settore privato ad auto-regolamentarsi e quindi crei un quadro normativo
tale che tutto questo venga favorito.
La storia dell’Internet
è fatta di autoregolamentazione “dal basso” e pertanto sono ottimista
che ci si riuscirà ancora, a dispetto della difficoltà causata
dal crescente grande numero di utenti.
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Colonna
Forse per quanto
riguarda la pedofilia, la pornografia ci vorrebbe una regolamentazione
più specifica?
Trumpy
Una regolamentazione
specifica esisteva già indipendentemente da Internet ed è
stata infranta per il fatto della caratteristica della rete di essere così
trans-nazionale.
Esiste oggi
la difficoltà di perseguire reati che avvengono attraverso utenti
ed Internet Service Provider che sono in paesi diversi.
Quindi, a questo
punto, ci vogliono accordi internazionali per poter reprimere determinati
tipi di crimini; occorre inoltre rafforzare la capacità investigativa
in modo tale che possa effettivamente permettere di prevenire e colpire
almeno i reati informatici più gravi.
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Colonna
Dunque una base
di regolamentazione ci deve essere per poter intervenire dal punto di vista
della polizia?
Trumpy
Certo, sia nazionale
che attraverso accordi con altri paesi.
Pian piano si
stanno diffondendo dei criteri di buon uso della rete (netiquette) e di
normative (best practices) che si cerca di convincere tutti a rispettare,
sia i fornitori di servizi che gli utenti.
Ovviamente la
polizia agisce anche su norme coattive che configurano la possibilità
di sanzioni amministrative e/o penali.
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Colonna
Ma non pensa
che una assenza di una precisa regolamentazione provochi una specie di
“mare magnum” dove ci sono un sacco di squali che nuotano e fanno esattamente
quello che li pare e quindi per poter navigare in queste acque bisogna
diventare altresì squali come quelli che già navigano?
Trumpy
Propongo un paragone
tra spionaggio e controspionaggio; se vogliamo vedere lo spionaggio come
una cosa negativa che potrebbe essere appunto il crimine o le illegalità
attraverso la rete, bisogna avere, dal punto di vista tecnico investigativo
(lato virtuoso e positivo), non solo delle norme ma una capacità
di avere almeno altrettante conoscenze, tali da creare ostacoli ai malintenzionati
ed impedire che questi portino a degli usi non conformi o illegali.
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