Occorre un Comitato
prevalentemente disciplinare per le strategie di ricerca in un settore
in continua evoluzione, tra informatica, telecomunicazioni ed elettronica
- Con la legge
8 luglio 1986, n. 360 e il successivo decreto del Presidente del Consiglio
dei Ministri 24 settembre 1987, n. 408, vennero istituiti e regolamentati
i Comitati nazionali a carattere interdisciplinare.
- Fra questi il
Comitato Nazionale per la Scienza e le Tecnologie dell'Informazione è
quello che ha cercato di dare una risposta a esigenze scientifiche maturate
nel corso di oltre trentacinque anni, da quando, cioè, nel 1961,
l'allora Centro Studi Calcolatrici Elettroniche (CSCE), nato nel 1955 presso
l'Università di Pisa, passò nel CNR come organo afferente
al Comitato per le Scienze Fisiche.
- Da quella data
molto tempo è trascorso e l'affascinante avventura scientifica,
inizialmente mirata alla realizzazione del primo calcolatore elettronico
(CEP) specificamente progettato per impieghi scientifici, si è dimostrata
un'iniziativa dagli effetti e conseguenze assolutamente imprevisti per
gli stessi promotori.
Fa eccezione
il lungimirante pensiero di Fermi, che, in risposta a una lettera a lui
inviata in data 26 agosto 1954 dall'allora Rettore dell'Università
di Pisa Enrico Avanzi, scriveva testualmente:
- "...L'idea
di costruire in Pisa una macchina calcolatrice elettronica mi è
sembrata di gran lunga la migliore. Essa costituirebbe un mezzo di ricerca
di cui si avvantaggerebbero, in modo oggi quasi inestimabile, tutte le
scienze e tutti gli indirizzi di ricerca..."
- La parte che
forse era sfuggita anche ad Enrico Fermi era quella concernente l'impatto
che i mezzi informatici, e lo sviluppo culturale ad essi associato, avrebbe
avuto nei confronti dell'intera società, coinvolgendo aspetti di
lavoro, di rapporti sociali e di vita quotidiana in misura perfino superiore
a quelli scientifici.
- Questo effetto
della "rivoluzione informatica" è oggi ben evidenziato
nel cosiddetto "Rapporto Bangemann", preparato dai membri dello
"High-Level Group of Information Society" per il Consiglio d'Europa,
che recita testualmente:
- "This
revolution adds huge new capacities to human intelligence and ... changes
the way we work together and the way we live together".
- Fu grazie all'iniziativa
partita nel 1955 ed al forte sostegno trovato poi nell'ambito del CNR,
che Pisa fu per molti anni il portabandiera dell'informatica italiana.
- Per far fronte
alle crescenti richieste di calcolo, al primo nucleo costituito dal CSCE
che dal 1968 prese il nome di Istituto di Elaborazione dell'Informazione
(IEI) del CNR si aggiunse presto l'Istituto CNUCE, nato nel 1964
nell'ambito di una convenzione fra Università di Pisa e Soc. IBM-Italia
e divenuto Istituto del CNR nel 1974.
- Negli anni successivi
le attività informatiche in ambito CNR si affermarono ulteriormente
sia con la costituzione di nuovi Organi istituzionalmente dedicati a questo
settore, sia attraverso la formazione di reparti di ricerca presso Organi
ad indirizzo non tipicamente informatico, ma che, attraverso un confronto
di conoscenze in campi culturalmente diversi, hanno potuto attivare consistenti
sinergismi.
- Le attività
promosse dal CNR ebbero notevoli effetti anche nel settore universitario:
nel 1969 venne istituito a Pisa il primo corso di laurea in Scienza dell'Informazione;
la lezione inaugurale venne tenuta il 17 Novembre dal prof. Alessandro
Faedo, Rettore dell'Università e più tardi Presidente del
CNR.
L'esempio di
Pisa sarà seguito da altre Università tra cui, già
dall'anno successivo, le Università di Bari, Milano e Torino.
- Ma le ricadute
non sono limitate al mondo accademico: a partire dal 1975, si ebbe la creazione
di centri scientifici e gruppi di ricerca di grandi aziende (IBM, Olivetti,
Selenia, Tecsiel, Intex, S & M, Data Management) e di Consorzi operanti
in stretta collaborazione con istituti scientifici del CNR.
- L'imprevedibile
portata di questa "avventura" fu però la causa di uno
sviluppo dell'informatica nel Consiglio Nazionale delle Ricerche caratterizzato
da dispersione e frazionato fra vari Comitati, in particolare in quello
della Matematica, della Fisica e dell'Ingegneria.
- È inevitabile
che in queste condizioni l'informatica sia stata considerata da ciascun
Comitato come collaterale, se non di servizio, alle discipline di propria
competenza e che l'afferenza a Comitati diversi renda ancor oggi difficili
le già precarie interazioni tra i diversi Istituti.
- Sono queste
alcune delle considerazioni che il prof. Giovan Battista Gerace, uno degli
artefici della CEP, ebbe modo di esprimere al convegno "Informatica,
Università e Ricerca", svoltosi a Roma nel dicembre 1984.
- L'istituzione
del Comitato Nazionale per la Scienza e le Tecnologie dell'Informazione,
ha di fatto risolto soltanto parzialmente il problema; la stessa matrice
culturale dei membri del Comitato (2 da ciascuno dei Comitati Nazionali
per la Scienze Matematiche, per le Scienze Fisiche, per le Scienze d'Ingegneria
ed Architettura e per le Scienze Economiche, 1 membro da ciascuno dei restanti
6 Comitati disciplinari) rende aleatoria la presenza di specifiche competenze.
Il fenomeno risulta attenuato nell'attuale composizione del Comitato, che
vede la presenza di 9 membri (includendo i due rappresentanti ministeriali)
con cultura informatica: questo è un evento fortunato, ma del tutto
accidentale.
- Un'altra singolarità,
non certo favorevole, è che il Comitato per la Scienza e le Tecnologie
dell'Informazione, unico fra tutti i Comitati del CNR, è stato fino
ad ora privo di organi afferenti.
- Questo evento
ha di fatto privato il Comitato di un braccio operativo, attraverso il
quale attuare le strategie di ricerca e di coordinamento che venivano individuate.
- Soltanto in
tempi recenti il Consiglio di Presidenza ha approvato la costituzione del
Centro di Studio per il Calcolo Intensivo e Scienze Molecolari (presso
l'Università di Perugia) e dell'Istituto per le Applicazioni Telematiche.
- A quest'ultimo
organo, in particolare, viene demandato il ruolo di svolgere in modo permanente
ricerca nel campo delle tecnologie dell'informazione e dei servizi telematici
e di costituire un riferimento nazionale per quanto concerne lo sviluppo
della Infrastruttura Informatica Scientifica del CNR. Il dotarsi di strumenti
telematici è, infatti, elemento indispensabile per mantenere un
colloquio scientifico a livelli internazionali competitivi.
- Se la natura
pervasiva dell'informatica ha reso naturale il suo uso stabile nell'attività
di ricerca di altre discipline, questo non può e non deve contraddire
il fatto che la scienza e l'ingegneria dell'informazione è altro.
- In particolare
l'informatica: esiste come scienza indipendentemente dal suo immediato
uso strumentale; si sviluppa in ambiti di ricerca ben consolidati ed in
continua espansione; è fonte di cultura e il suo autonomo sviluppo
come scienza è anche il fondamento per una efficace interazione
con altri campi del sapere.
- I tempi sono
quindi più che maturi per una ristrutturazione dell'attuale Comitato
per la Scienza e le Tecnologie dell'Informazione.
- Già il
precedente Comitato si era così espresso nella relazione consuntiva
sull'attività 88-94:
- "Per
la vastità e l'importanza che ha assunto il Settore dell'Informazione,
le cui discipline afferiscono ora essenzialmente a differenti Comitati
(Fisica, Ingegneria, Matematica e Chimica), si ritiene opportuno, ai fini
di uno sviluppo organico, e per evitare dannose dispersioni tra ricercatori
di differente formazione ed estrazione, ma operanti sulle stesse tematiche,
che nel futuro il Comitato debba avere una connotazione disciplinare più
omogenea e più rappresentativa della Comunità scientifica.
... omissis ...
Non v'è
dubbio, tuttavia, che le applicazioni del settore dell'Informazione nelle
diverse aree disciplinari sono senz'altro fondamentali per lo sviluppo
industriale, economico e sociale del Paese. Pertanto il Comitato dovrebbe
comprendere, in proporzione minoritaria, anche una componente eletta dall'Assemblea
dei Comitati per soddisfare e coordinare le esigenze applicative del settore".
- A distanza di
sei anni il settore delle scienza dell'informazione si è ulteriormente
evoluto, mettendo sempre di più in luce gli stretti legami fra informatica,
telecomunicazioni ed elettronica: ciascuna delle aree vede le altre non
solo come indispensabile supporto, ma anche come campo di proprie attività
di ricerca.
- Non un Comitato
in senso tradizionale, quindi, ma un Comitato che, accanto ad una componente
maggioritaria disciplinare, che tenga conto di quanto sopra esposto, abbia
anche una componente nominata da altri Comitati che vedano nelle discipline
dell'informazione un essenziale contributo e supporto per un moderno sviluppo
della propria disciplina.
- Questa interazione,
come l'esperienza degli ultimi anni ha evidenziato, oltre che favorire
la diffusione di una cultura informatica, costituisce una insostituibile
occasione di sinergismi.
- Viviamo un momento
di incertezza rispetto a quello che sarà il futuro assetto degli
enti di ricerca, ma nuovi organismi, quali Istituti Nazionali o Centri
Associati, sono destinati al fallimento laddove non esista un livello superiore
deputato alla definizione delle linee generali di sviluppo della ricerca,
alla scelta delle tematiche prioritarie, alla definizione degli obiettivi
e dei relativi finanziamenti.
- La funzione
di questo livello superiore, nell'attuale conformazione del CNR, può
essere espletata soltanto da un Comitato disciplinare o, almeno prevalentemente
disciplinare ed è necessario che un tale ruolo sia ben individuato
anche a seguito di una ristrutturazione.
- Al passato si
può guardare con una certa soddisfazione; il futuro si presenta
pieno di incertezze e difficoltà. Con gli attuali meccanismi di
gestione i fattori di scelta giocano a favore delle istituzioni di ricerca;
oggi non sarebbe pensabile di far partire una "avventura", quale
fu la costruzione del CEP, nelle pionieristiche condizioni che allora,
con grande fiducia e una notevole dose di ottimismo, furono giudicate accettabili.
- Ma un ponderato
ottimismo deve sempre essere alla base anche delle iniziative scientifiche
e questo consente di avere fiducia nel ruolo che l'informatica del CNR
saprà assumersi nel futuro, in particolare nell'ambito della realizzazione
delle "Società dell'Informazione" e nella prospettiva
di una sempre maggiore e sinergica integrazione fra CNR, Università
e imprenditoria.
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