1.
Premessa
- Continuando
nella sua enorme crescita, Internet dovrà affrontare sfide nuove
e sempre più complesse. È augurabile che i modelli di autoregolamentazione
di Internet, che sono una delle sue peculiarità e delle ragioni
del suo successo, continuino ad evolvere in modo che la gente di tutto
il mondo possa partecipare al suo sviluppo e continuare a beneficiare del
libero accesso a questa “rete delle reti”.
- La rete deve
continuare ad essere la libera espressione dei suoi utenti, senza che nessuno,
stato o organizzazione, si erga a suo normatore ufficiale.
- Bisogna evitare
di confondere il mezzo, Internet, con gli usi che se ne fanno. Internet
non corrisponde a democrazia elettronica (e pertanto non richiede una Costituzione),
né a commercio elettronico (e pertanto non richiede un WTO), né
a un sistema di intelligence (e pertanto non richiede una sorveglianza
specifica sulla privacy). Ciascuna delle attività che utilizzano
il mezzo Internet sono già soggette alle normative esistenti applicabili
a quelle specifiche attività.
- Le vere sfide
economiche e sociali nascono non dalla rete in sé, ma dagli stravolgimenti
che essa porta a pratiche consolidate: si pensi al diritto di autore. Non
è la rete a sconvolgere dalle fondamenta il principio del diritto
d’autore, ma le straordinarie facilitazioni e moltiplicazioni degli scambi,
che rendono arcaiche normative che si basavano su presupposti (il costo
della copiatura) non più validi.
- Ma sarebbe sbagliato
intervenire sulla rete, ad esempio imponendo tasse sulle trasmissioni di
determinato materiale, semplicemente per mantenere in vita meccanismi obsoleti,
anche se questa può sembrare a qualcuno una scorciatoia comoda.
Si tratta invece di aggiornare i meccanismi alle nuove realtà, come
dimostrano quegli operatori che hanno saputo sfruttare le opportunità
della tecnologia adeguando le proprie tariffe ai volumi del nuovo mercato
che si è venuto creando o abbracciando nuovi modelli come quello
dell’Open Source.
- La libertà
degli utenti di inventare nuovi utilizzi della rete senza dover chiedere
autorizzazioni è ciò che ha permesso la straordinaria evoluzione
dei servizi su Internet. Fintantoché chi offre servizi di connettività
rispetta la libertà degli utenti di fare ciò che essi vogliono
con la rete, mantenendo libero da vincoli il livello logico della rete,
il rapporto tra utenti e operatori fiorisce. Qualora invece un operatore
dovesse forzare l’imposizione di vincoli, restrizioni o obbligo ad usare
determinati apparati o software, sorgerebbero rapidamente soluzioni alternative
per aggirare questi vincoli.
- Pertanto da
parte dei governi è sufficiente sorvegliare che vengano osservati
alcuni fondamentali principi, quali quelli espressi nella Codice delle
Comunicazioni Elettroniche, art. 4:
- a) libertà
di comunicazione; [...]
- e) promuovere
lo sviluppo in regime di concorrenza delle reti e servizi di comunicazione
elettronica, ivi compresi quelli a larga banda e la loro diffusione sul
territorio nazionale, dando impulso alla coesione sociale ed economica
anche a livello locale;
- f) garantire
in modo flessibile l'accesso e l'interconnessione per le reti di comunicazione
elettronica a larga banda, avendo riguardo alle singole tipologie di servizio,
in modo da assicurare concorrenza sostenibile, innovazione e vantaggi per
i consumatori;
- g) garantire
la convergenza, la interoperabilita` tra reti e servizi di comunicazione
elettronica e l'utilizzo di standard aperti;
- h) garantire
il rispetto del principio di neutralita` tecnologica, inteso come non discriminazione
tra particolari tecnologie, non imposizione dell'uso di una particolare
tecnologia rispetto alle altre e possibilita` di adottare provvedimenti
ragionevoli al fine di promuovere taluni servizi indipendentemente dalla
tecnologia utilizzata.
- Sarebbero quindi
auspicabili, più che interventi diretti da parte degli stati nelle
questioni di governance della rete, azioni quali:
- 1. esercitare
un’attenzione “discreta” ai problemi dello sviluppo della rete
- 2. stimolare
l’espansione degli accessi e della copertura geografica
- 3. promuovere
l’introduzione di nuove tecnologie, consentendone l’uso su base paritetica
(es. spettro frequenze per WiMax)
- 4. esercitare
pressioni morali alla reciprocità tra stati, per assicurare che
i cittadini di ogni paese godano delle stesse opportunità di accesso
e libertà di utilizzo
- 5. emulare le
pratiche e soluzioni migliori adottate nel mondo.
- A proposito
dei ruoli dei governi, vale la pena di ricordare il recente accordo (29/9/2006)
tra ICANN e il Department of Commerce USA, che rappresenta un primo passo
per rendere più discreto il coinvolgimento del governo USA nella
supervisione del Domain Name System (DNS). Riteniamo infatti condivisibile
l’obiettivo proposto da ISOC (Internet Society) di rendere completamente
autonoma dai governi questo ed altri aspetti della gestione della rete.
2.
Proposte relative ai temi dell’Internet Governance Forum di Atene
2.1 Libertà
di espressione
- Internet può
contribuire a garantire un tale diritto fondamentale degli individui, ma
va sottolineato l’aspetto di bidirezionalità nella questione. Non
soltanto deve essere garantito a ciascuno di esprimersi, ma deve essere
garantita a ciascuno la possibilità di avere accesso al materiale
offerto da altri a condizioni eque e non discriminatorie. Con le parole
di Bertola e Cortiana, occorre che Internet resti una “comunità
aperta, inclusiva e partecipata, questa impresa cognitiva collettiva deve
essere riconosciuta, confermata e garantita come diritto per ogni abitante
della terra, attuale e futuro.”
- Riguardo al
diritto di espressione, non va ignorato il problema che per far conoscere
il proprio pensiero e le proprie opere, si fa sempre più affidamento
a servizi di ricerca ormai concentrati in un piccolo numero di aziende.
Ciò potrebbe costituire un collo di bottiglia o dar luogo, anche
involontariamente, a discriminazioni di varia natura.
- La libertà
di espressione ha anche un risvolto economico da non sottovalutare: è
per questo che occorre incentivare iniziative verso la produzione di Open
Content, contenuti scambiabili liberamente senza costi o a costi irrisori,
garantendo però al tempo stesso la possibilità di sviluppare
un “mercato dei contenuti” regolamentato, aperto ed equo (si veda in proposito
la proposta “Digital Media in Italia”).
2.2 Sicurezza
- E’ necessario
considerare come fondamento essenziale il principio che non ci sono soluzioni
universali e valide in eterno al problema della sicurezza. Le tecniche
di difesa vanno aggiornate continuamente, ma non si può prescindere
dall’elemento umano.
- L’intera area
va quindi affrontata con un misto di tecnologia, educazione e controllo
sociale, oltre che con disincentivi e punizioni per le violazioni di legge.
- Si può
dimostrare (vedi Ken Thompson nella sua Turing Award Lecture) che non è
possibile ottenere una sicurezza assoluta se non si controlla interamente
tutta la catena. Ad esempio, se venisse promulgato l’obbligo ad usare un
certo protocollo di sicurezza, una ditta potrebbe vendere ad altri una
versione di un software che implementa tale protocollo contenente una “back-door”.
Ossia proprio lo strumento di sicurezza diventerebbe la causa di insicurezza.
Siccome il controllo totale in Internet è impossibile, occorre rassegnarsi
a convivere con l’insicurezza e ad accontentarsi soltanto di un livello
di fiducia (“trust”) ragionevole e variabile a seconda della criticità
delle attività.
- In termini di
proposte architetturali, la sicurezza è una questione che non può
essere trattata a livello di infrastruttura di connettività perché
i problemi in questione e le loro dinamiche sono differenti. Mentre infatti
la connettività prescinde dal contenuto trasportato, non si può
gestire efficacemente la sicurezza senza entrare nel merito del significato
dei messaggi. Il confine tra il lecito e l’illecito è a volte labile
e personale: una mail di spam per qualcuno può non esserlo per qualcun
altro. D’altro canto, delegare la gestione della sicurezza alle singole
applicazioni sarebbe come dire che nei centri abitati sono i cittadini
e le famiglie che devono singolarmente pensare alla loro sicurezza. Né
questa soluzione, né quella all’estremo opposto di trasformare la
città in una caserma (come accadrebbe se la sicurezza fosse gestita
insieme alla connettività) sono quelle che nelle società
umane si sono dimostrate migliori. La sicurezza ha quindi bisogno di una
soluzione infrastrutturale, ma ad un livello separato da quello della connettività.
2.3 Rispetto
delle diversità
- Dal punto di
vista operativo, il tema è strettamente connesso a quello della
libertà e dell’apertura, in particolare a quanto sopra citato a
proposito dell’Open Content.
2.4 Accesso
per tutti
- Per quanto riguarda
in modo specifico Internet, chiediamo di rispettare i seguenti principi:
- 1. la rete deve
essere neutrale e agnostica: non deve essere privilegiato alcun tipo di
uso o di traffico, se non su richiesta specifica degli utenti stessi
- 2. la rete deve
essere aperta: gli utenti devono potervi accedere da qualunque posto e
in qualunque momento
- 3. la rete deve
essere abbordabile: l’accesso deve essere offerto a condizioni economicamente
convenienti e non discriminatorie
- 4. l’accesso
deve avere caratteristiche tecniche (quali la larghezza di banda) adeguate
e va mantenuto aggiornato alle possibilità tecnologiche.
- 5. la gestione
della rete a livello mondiale deve avvenire con modelli cooperativi e meccanismi
di consultazione multi-stakeholder
3.
Obiettivi per l’Europa
- Oltre alle politiche
da promuovere a livello internazionale, suggeriamo un paio di temi da sviluppare
a livello europeo:
- 1. Open Content:
accesso libero e gratuito, nel rispetto della normativa sulla privacy,
a tutte le informazioni non riservate prodotte da amministrazioni pubbliche
o con finanziamenti pubblici. Ad esempio: dati catastali (compresi rilevamenti
fotografici), leggi e sentenze, corpora di documenti, enciclopedie, software,
genomic data, dati statistici, ecc.
- 2. Open Search:
sviluppo di strumenti e servizi per facilitare il reperimento e l’analisi
di grandi moli di dati, quali quelli del punto precedente, senza forzature
o discriminazioni rispetto a lingue e culture.
Ringraziamenti
- Si ringraziano
per il contributo e i commenti forniti durante la stesura di questo documento
i seguenti membri del GRIN (in ordine alfabetico):
- Antonio Albano
- Giuseppe Attardi
- Fabrizio Baiardi
- Giovanni Chiola
- Pierpaolo Degano
- Gianluigi Ferrari
- Fabio Fioravanti
- Furio Honsell
- Eliana Minicozzi
- Enrico Nardelli
|