Geopolitica~Internet

Posizione del GRIN sulla Governance Mondiale di Internet

[13 ottobre 2006]

  • Contributo del GRIN (Gruppo di Informatica) l'associazione italiana docenti universitari di informatica.
  • Il GRIN (Gruppo di Informatica – http://www.di.unipi.it/grin) è l’associazione italiana dei docenti universitari di informatica. Raggruppa più di 750 professori e ricercatori in servizio nelle università italiane e ne coordina a livello nazionale ed internazionale le attività didattiche e di ricerca.

1. Premessa

  • Continuando nella sua enorme crescita, Internet dovrà affrontare sfide nuove e sempre più complesse. È augurabile che i modelli di autoregolamentazione di Internet, che sono una delle sue peculiarità e delle ragioni del suo successo, continuino ad evolvere in modo che la gente di tutto il mondo possa partecipare al suo sviluppo e continuare a beneficiare del libero accesso a questa “rete delle reti”.
  • La rete deve continuare ad essere la libera espressione dei suoi utenti, senza che nessuno, stato o organizzazione, si erga a suo normatore ufficiale.
  • Bisogna evitare di confondere il mezzo, Internet, con gli usi che se ne fanno. Internet non corrisponde a democrazia elettronica (e pertanto non richiede una Costituzione), né a commercio elettronico (e pertanto non richiede un WTO), né a un sistema di intelligence (e pertanto non richiede una sorveglianza specifica sulla privacy). Ciascuna delle attività che utilizzano il mezzo Internet sono già soggette alle normative esistenti applicabili a quelle specifiche attività.
  • Le vere sfide economiche e sociali nascono non dalla rete in sé, ma dagli stravolgimenti che essa porta a pratiche consolidate: si pensi al diritto di autore. Non è la rete a sconvolgere dalle fondamenta il principio del diritto d’autore, ma le straordinarie facilitazioni e moltiplicazioni degli scambi, che rendono arcaiche normative che si basavano su presupposti (il costo della copiatura) non più validi.
  • Ma sarebbe sbagliato intervenire sulla rete, ad esempio imponendo tasse sulle trasmissioni di determinato materiale, semplicemente per mantenere in vita meccanismi obsoleti, anche se questa può sembrare a qualcuno una scorciatoia comoda. Si tratta invece di aggiornare i meccanismi alle nuove realtà, come dimostrano quegli operatori che hanno saputo sfruttare le opportunità della tecnologia adeguando le proprie tariffe ai volumi del nuovo mercato che si è venuto creando o abbracciando nuovi modelli come quello dell’Open Source.
  • La libertà degli utenti di inventare nuovi utilizzi della rete senza dover chiedere autorizzazioni è ciò che ha permesso la straordinaria evoluzione dei servizi su Internet. Fintantoché chi offre servizi di connettività rispetta la libertà degli utenti di fare ciò che essi vogliono con la rete, mantenendo libero da vincoli il livello logico della rete, il rapporto tra utenti e operatori fiorisce. Qualora invece un operatore dovesse forzare l’imposizione di vincoli, restrizioni o obbligo ad usare determinati apparati o software, sorgerebbero rapidamente soluzioni alternative per aggirare questi vincoli.
  • Pertanto da parte dei governi è sufficiente sorvegliare che vengano osservati alcuni fondamentali principi, quali quelli espressi nella Codice delle Comunicazioni Elettroniche, art. 4:
    • a) libertà di comunicazione; [...]
    • e) promuovere lo sviluppo in regime di concorrenza delle reti e servizi di comunicazione elettronica, ivi compresi quelli a larga banda e la loro diffusione sul territorio nazionale, dando impulso alla coesione sociale ed economica anche a livello locale;
    • f) garantire in modo flessibile l'accesso e l'interconnessione per le reti di comunicazione elettronica a larga banda, avendo riguardo alle singole tipologie di servizio, in modo da assicurare concorrenza sostenibile, innovazione e vantaggi per i consumatori;
    • g) garantire la convergenza, la interoperabilita` tra reti e servizi di comunicazione elettronica e l'utilizzo di standard aperti;
    • h) garantire il rispetto del principio di neutralita` tecnologica, inteso come non discriminazione tra particolari tecnologie, non imposizione dell'uso di una particolare tecnologia rispetto alle altre e possibilita` di adottare provvedimenti ragionevoli al fine di promuovere taluni servizi indipendentemente dalla tecnologia utilizzata.
  • Sarebbero quindi auspicabili, più che interventi diretti da parte degli stati nelle questioni di governance della rete, azioni quali:
    • 1. esercitare un’attenzione “discreta” ai problemi dello sviluppo della rete
    • 2. stimolare l’espansione degli accessi e della copertura geografica
    • 3. promuovere l’introduzione di nuove tecnologie, consentendone l’uso su base paritetica (es. spettro frequenze per WiMax)
    • 4. esercitare pressioni morali alla reciprocità tra stati, per assicurare che i cittadini di ogni paese godano delle stesse opportunità di accesso e libertà di utilizzo
    • 5. emulare le pratiche e soluzioni migliori adottate nel mondo.
  • A proposito dei ruoli dei governi, vale la pena di ricordare il recente accordo (29/9/2006) tra ICANN e il Department of Commerce USA, che rappresenta un primo passo per rendere più discreto il coinvolgimento del governo USA nella supervisione del Domain Name System (DNS). Riteniamo infatti condivisibile l’obiettivo proposto da ISOC (Internet Society) di rendere completamente autonoma dai governi questo ed altri aspetti della gestione della rete.

2. Proposte relative ai temi dell’Internet Governance Forum di Atene

2.1 Libertà di espressione

  • Internet può contribuire a garantire un tale diritto fondamentale degli individui, ma va sottolineato l’aspetto di bidirezionalità nella questione. Non soltanto deve essere garantito a ciascuno di esprimersi, ma deve essere garantita a ciascuno la possibilità di avere accesso al materiale offerto da altri a condizioni eque e non discriminatorie. Con le parole di Bertola e Cortiana, occorre che Internet resti una “comunità aperta, inclusiva e partecipata, questa impresa cognitiva collettiva deve essere riconosciuta, confermata e garantita come diritto per ogni abitante della terra, attuale e futuro.”
  • Riguardo al diritto di espressione, non va ignorato il problema che per far conoscere il proprio pensiero e le proprie opere, si fa sempre più affidamento a servizi di ricerca ormai concentrati in un piccolo numero di aziende. Ciò potrebbe costituire un collo di bottiglia o dar luogo, anche involontariamente, a discriminazioni di varia natura.
  • La libertà di espressione ha anche un risvolto economico da non sottovalutare: è per questo che occorre incentivare iniziative verso la produzione di Open Content, contenuti scambiabili liberamente senza costi o a costi irrisori, garantendo però al tempo stesso la possibilità di sviluppare un “mercato dei contenuti” regolamentato, aperto ed equo (si veda in proposito la proposta “Digital Media in Italia”).

2.2 Sicurezza

  • E’ necessario considerare come fondamento essenziale il principio che non ci sono soluzioni universali e valide in eterno al problema della sicurezza. Le tecniche di difesa vanno aggiornate continuamente, ma non si può prescindere dall’elemento umano.
  • L’intera area va quindi affrontata con un misto di tecnologia, educazione e controllo sociale, oltre che con disincentivi e punizioni per le violazioni di legge.
  • Si può dimostrare (vedi Ken Thompson nella sua Turing Award Lecture) che non è possibile ottenere una sicurezza assoluta se non si controlla interamente tutta la catena. Ad esempio, se venisse promulgato l’obbligo ad usare un certo protocollo di sicurezza, una ditta potrebbe vendere ad altri una versione di un software che implementa tale protocollo contenente una “back-door”. Ossia proprio lo strumento di sicurezza diventerebbe la causa di insicurezza. Siccome il controllo totale in Internet è impossibile, occorre rassegnarsi a convivere con l’insicurezza e ad accontentarsi soltanto di un livello di fiducia (“trust”) ragionevole e variabile a seconda della criticità delle attività.
  • In termini di proposte architetturali, la sicurezza è una questione che non può essere trattata a livello di infrastruttura di connettività perché i problemi in questione e le loro dinamiche sono differenti. Mentre infatti la connettività prescinde dal contenuto trasportato, non si può gestire efficacemente la sicurezza senza entrare nel merito del significato dei messaggi. Il confine tra il lecito e l’illecito è a volte labile e personale: una mail di spam per qualcuno può non esserlo per qualcun altro. D’altro canto, delegare la gestione della sicurezza alle singole applicazioni sarebbe come dire che nei centri abitati sono i cittadini e le famiglie che devono singolarmente pensare alla loro sicurezza. Né questa soluzione, né quella all’estremo opposto di trasformare la città in una caserma (come accadrebbe se la sicurezza fosse gestita insieme alla connettività) sono quelle che nelle società umane si sono dimostrate migliori. La sicurezza ha quindi bisogno di una soluzione infrastrutturale, ma ad un livello separato da quello della connettività.

2.3 Rispetto delle diversità

  • Dal punto di vista operativo, il tema è strettamente connesso a quello della libertà e dell’apertura, in particolare a quanto sopra citato a proposito dell’Open Content.

2.4 Accesso per tutti

  • Per quanto riguarda in modo specifico Internet, chiediamo di rispettare i seguenti principi:
    • 1. la rete deve essere neutrale e agnostica: non deve essere privilegiato alcun tipo di uso o di traffico, se non su richiesta specifica degli utenti stessi
    • 2. la rete deve essere aperta: gli utenti devono potervi accedere da qualunque posto e in qualunque momento
    • 3. la rete deve essere abbordabile: l’accesso deve essere offerto a condizioni economicamente convenienti e non discriminatorie
    • 4. l’accesso deve avere caratteristiche tecniche (quali la larghezza di banda) adeguate e va mantenuto aggiornato alle possibilità tecnologiche.
    • 5. la gestione della rete a livello mondiale deve avvenire con modelli cooperativi e meccanismi di consultazione multi-stakeholder

3. Obiettivi per l’Europa

  • Oltre alle politiche da promuovere a livello internazionale, suggeriamo un paio di temi da sviluppare a livello europeo:
    • 1. Open Content: accesso libero e gratuito, nel rispetto della normativa sulla privacy, a tutte le informazioni non riservate prodotte da amministrazioni pubbliche o con finanziamenti pubblici. Ad esempio: dati catastali (compresi rilevamenti fotografici), leggi e sentenze, corpora di documenti, enciclopedie, software, genomic data, dati statistici, ecc.
    • 2. Open Search: sviluppo di strumenti e servizi per facilitare il reperimento e l’analisi di grandi moli di dati, quali quelli del punto precedente, senza forzature o discriminazioni rispetto a lingue e culture.

Ringraziamenti

  • Si ringraziano per il contributo e i commenti forniti durante la stesura di questo documento i seguenti membri del GRIN (in ordine alfabetico):
    • Antonio Albano
    • Giuseppe Attardi
    • Fabrizio Baiardi
    • Giovanni Chiola
    • Pierpaolo Degano
    • Gianluigi Ferrari
    • Fabio Fioravanti
    • Furio Honsell
    • Eliana Minicozzi
    • Enrico Nardelli

[editor Enrico Nardelli]

  • Prof. Enrico Nardelli
  • Universita' di Roma "Tor Vergata" Via della Ricerca Scientifica snc - 00133 Roma
  • tel: +39 06 7259.4204 fax: +39 06 7259.4699 mobile: +39 335 590.2331
  • e-mail: nardelli[chiocciola]mat.uniroma2.it
  • home page: http://www.mat.uniroma2.it/~nardelli


Geopolitica
internet
cctld.it
Index