- La società
è una macchina assai complicata.
- Nel suo interno
vivono ed operano uomini a contatto più o meno stretto fra di loro
e con la natura. In termini sintetici la società vive ed opera grazie
alla natura e trasforma quest' ultima in possibilità di vita biologica,
e così trasforma la natura con conseguenze per tutti gli uomini
e per tutta la natura stessa.
- L' energia è
la fonte dell' operare e questa viene utilizzata da uomini e macchine,
da animali e dalla natura stessa.
- Ponendo la attenzione
su un individuo della società vediamo attraverso il suo operare
le conseguenze della sua stessa presenza. Quell' individuo, come ogni altro,
ha bisogno di altro e di altri. Per operare l' individuo ha bisogno di
una visione del mondo e di se stesso. Visione che l' individuo acquisisce
nel corso della vita: la sua cultura!
- Quella cultura
gli suggerisce ad ogni istante i gesti da compiere. E nei gesti l'individuo
rispecchia la propria cultura e le finalità affidate a quei gesti,
ovvero è dotato di autocoscienza.
- La cultura nella
sua essenza è una entità immateriale a cui la mente dell'uomo
può far ricorso per scegliere il da farsi: pensare con il cervello,
ed agire di conseguenza. Cervello e gesti del corpo usano energia e così
si usurano anche se la energia esterna acquisita, sia sotto forma di cultura
che sotto forma di cibo, alimenta costantemente l' operare, fino alla morte.
- La complessità
sociale comporta molte conseguenze e l' uomo ha continuamente bisogno di
indicazioni di rotta per la propria sopravvivenza, che gli arrivano dal
vivere. Non lo fa da solo come individuo. Diventa una persona completa
cioè una entità che opera in un ambito più o meno
vasto che va dalla famiglia alla nazione ed al mondo.
- Spesso avviene
che le indicazioni che gli vengono suggerite o che pensa di cogliere non
gli semplificano la vita: lo immettono in contraddizioni con se stesso
e con gli altri. In questi grovigli l'egoismo fa capolino. L'individuo
dimentica di essere una persona e tende a considerare tutto in funzione
di sé.
- Ahimè,
il comportamento dei singoli diventa modello per il comportamento di altri
individui, di molti. E l'egoismo diventa forza sociale che permea tutto
e tutti. Ma l'individuo continua a cercare e nella sua coscienza cerca
di aiutare altri a vivere in modo migliore. Non può riuscirci da
solo. Ricorre a tutto ciò che trova.
- FaceBook è
fra i suggerimenti disponibili quello che più attira giovani e non
giovani che in esso ritrovano lo specchio della loro presenza nella società.
Ritrovano se stessi come persone.. in FaceBook si sentono persone, con
amici, parenti vicini e remoti, vivi o ricordi, progetti, attività
e visioni del mondo che la routine del lavoro e della vita, con tutte le
difficoltà che questa comporta, aveva loro negato.
- Le immagini
superano anche le difficoltà dell'invecchiamento.. le persone si
riconoscono e riconoscono nel volto degli altri quella umanità di
cui sentono la necessità. La immagine dell' uomo che la cultura
cristiana ha dipinto si trova facilmente negli incontri e nelle conversazioni
in FaceBook. E così come si può parlare di antropologia,
così si potrebbe e dovrebbe guardare alla antropologia dell' uomo
in FaceBook..
- Già:
ma fuori di FaceBook? Egoismi e difficoltà sopravvivono. Il perdono
cristiano diventa effimero. Si confonde la giustizia cristiana con la violenza
della legalità. All'uomo non è più concesso di essere
se stesso.
- Che fare? Forse
qui l' umanesimo cristiano può dare un aiuto anche attraverso FaceBook.
In FaceBook gli individui dovrebbero passare dalla situazione dell' IO
SONO al quella del NOI SIAMO. Questo salto significa il superamento dell'
egoismo.
- Salto non impossibile
se si considera che la collaborazione senza egoismi affina ciascuno che
collabora a saper impiegare per sé, per il proprio progetto (esterno
a FaceBook) individualmente rifiutando le regole degli egoismi indotti
dalla razionalità economica .
- E' un possibile
passaggio per l'umanesimo cristiano. Indicare progetti per sé, ottenuti
dalla collaborazione, con o senza FaceBook, diventa un imperativo categorico
per l'uomo cristiano.
- Gianni
Degli Antoni
- Magda
Visconti
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