- In ricordo di
Carl Adam Petri
- Avvertenza.
Useremo il termine memoria in modo molto ambiguo. Ove necessario la ambiguità
sarà ridotta. Tutti i termini saranno usati nel loro valore nozionale.
La coincidenza con impieghi specialistici è tuttavia possibile .
Al lettore è lasciata il compito di arricchire il testo o arricchire
le sue conoscenze..
- Memoria e conoscenza
La memoria è una nozione pensata da umani. Che hanno riconosciuto
in artefatti fisici la possibilità di replicare proprie percezioni.
Le figure rupestri bene segnalano questo passo della evoluzione umana che
non solo ricordava, ma anche diventava cosciente del ricordo, e lo rappresentava.
Oggi la evoluzione della consapevolezza della propria memoria è
continuata e continua..
- Accanto al ricordo,
l' uomo scienziato o bambino ha imparato a rompere in parti la realtà
con cui era, ed è, in contatto. Ciò avveniva ed avviene sia
che si tratti di giocattoli nel caso dei bambini, che nelle sezioni di
animali o la rottura di atomi da parte di scienziati. Il lettore è
certamente in grado di costruire proprie immagini dell'immenso processo
esponenziale che la frammentazione del reale ha portato e continua a portare
con se, compresa la rappresentazione dei frammenti, e quindi la frammentazione
dei ricordi oltre che dei modi di rappresentare le realtà ed i loro
frammenti : i linguaggi.
- La consapevolezza
della rappresentazione, come nel caso delle figure rupestri, non poteva
non condurre alle rappresentazioni di altre realtà, talvolta ignorando
ciò che si rappresenta, secondo attitudini distinte. Nella attitudine
dei fisici e degli informatici le rappresentazioni sono sempre associate
alle entità rappresentate. Così le rappresentazioni sono
link (legami) che attivati (cliccati mentalmente) si riferiscono a ciò
di cui si intende parlare. In altri termini, le rappresentazioni sono delle
realtà virtuali che richiamano entità reali ma anche prodotti
della immaginazione.
- Nella attitudine
dei matematici astrattisti (algebristi), le rappresentazioni diventano
pura realtà e la loro eventuale associazione ad altro o famiglie
di altro è determinata da interpretazioni ben distinte, come nel
caso della logica. E, come l' uomo ha imparato a costruire altro dai frammenti,
così l' uomo costruisce rappresentazioni a partire dalla rappresentazione
delle parti. Lingue, matematica, logica, arte, chimica.. e tutto ciò
di cui si pensa e parla, oggi ha subito una immensa evoluzione.
- Forme virtuali
e reali (o non) si confrontano, e parlano anche di se stesse, grazie alla
capacità dell'uomo di diventare oggetto che si auto osserva.. Nel
rapporto fra descrizione dei frammenti e le entità rappresentate
dalle parti, l' uomo ha trovato la propria dimensione ed i propri limiti.
Ovvero l' uomo frammenta a partire da entità UNITARIE (analisi)
, cerca di costruire altre entità UNITARIE a partire da costruzioni
di parti presunte (SINTESI). Sì, progetta.! Ma non sempre l' uomo
sa predire le PROPRIETA' delle entità progettate a partire dalle
PROPRIETA' delle parti !
- Un esempio non
guasta. L' acqua è ottenuta da idrogeno(H2) ed ossigeno (O). OK.
Ma le proprietà dell'acqua vanno studiate come se l' ACQUA fosse
una nuova entità (H20). Da due gas si ottiene un liquido.. assai
ricco di proprietà non deducibili da quelle dei due gas..! . I tentativi
di comprendere le proprietà emergenti dalle composizioni di entità
sono di fatto falliti, anche se, ovviamente, la ricerca su quel tema non
demorde. Da tutto ciò segue che la conoscenza delle parti dell'uomo
e dei suoi ragionamenti, non permetterà di predirne il comportamento!
E continueremo ad essere liberi a dispetto di chi non lo vorrà!
- Cosa è
la memoria? Ora, non si può sfuggire alle domande! Cosa è
dunque la memoria? Scolpita nelle grotte è una parte del mondo fisico..
si ritrova nelle opere dell'uomo, nelle sue costruzioni, nella così
detta memoria dei computer scolpita nel silicio. La memoria è osservabile
nelle opere letterarie (pietra, pergamena, carta, memorie elettroniche,
opere d' arte musica, immagini, filmati.), monumenti..
- Dunque la memoria
è collocata nel mondo fisico.. ( o meglio è parte del mondo
fisico), secondo due modalità. In una modalità parti del
mondo fisico contengono altro (memoria come contenitore). In una altra
modalità parti del mondo fisico sono memoria (memoria come contenuto).
In tutti i casi si tratta di parti del mondo fisico usato per l' uso e
consumo dell'uomo! Con le ricerche di neurofisiologia si è passati
dalla rappresentazione delle idee immanenti al sistema nervoso centrale,
fino alla identificazione di siti dei ricordi nel cervello (come con le
grotte..). Anche li la memoria è fisica (in pratica ci si ferma
alla biofisica ed alla biochimica).
- Ma non mancano
i tentativi di andare molto oltre. Se la memoria è fisica, tutto
ciò che è fisico può diventare memoria. Attenzione,
coloro che pensano alla possibilità di una ONTOLOGIA basata sulla
fisica incappano in molte difficoltà: l' uso della memoria è
sempre arbitrario.
- Qualsiasi riduzionismo
è destinato a fallire. Solo la modestia dell'uomo può permettere
di capire(?)! La memoria rimane comunque un fatto interpretativo umano
dal tempo delle grotte fino ad oggi. Torniamo alla fisica, fermiamoci sugli
atomi e sui loro modelli costruiti dall'uomo come rappresentazione di ciò
che l' uomo ha capito anche attraverso osservazioni strumentali (.. che,
per quanto complesse, forniscono solo cose per l' uomo e per la sua coscienza..).
- Ebbene si dice
che gli elettroni ruotino in orbite attorno al nucleo degli atomi. Si sa
che la loro rotazione può essere impiegata come memoria, grazie
alla idea di trottola (spin). A seconda del verso della trottola si può
rappresentare uno zero o un uno, ovvero un BIT. Se poi ci si avventura
nella fisica dei quanti le cose sono sorprendenti. Infatti in opportune
condizioni l' elettrone si comporterà come se ruotasse in due sensi
opposti allo stesso istante.. Terribile.! Nascono i qBITSs. Quando i computer
useranno correntemente la nozione di QBIT anziché quella di bit,
la potenza degli elaboratori aumenterà in modo smisurato. Ma forse
già la mente umana ha basi quantistiche..!
- Dalla memoria
alla virtualità Ma qui ci serve meno. Il significato della memoria
è nell'uomo.. che a sua volta è fisica.. Se così è,
e sembra proprio così, possiamo andare oltre e chiederci.. Beh,
che ce ne facciamo della memoria?
- Dobbiamo tornare
nelle grotte..! Prima di rappresentare scene di caccia l' uomo le ha vissute..!
E viverle, aveva vari ovvi significati: di fendersi ed insegnare a difendersi.
L' uomo osservava il pericolo.. lo indicava ad altri suoi simili per una
forma di comunità rivolta alla sopravvivenza.
- Ecco: l' atto
di indicazione! Atto di indicazione che percorre tutta la storia dell'uomo
fino ad oggi. Indicare un pericolo o altro , comunicarlo con gesti, rappresentare
il modo di affrontarlo.. ecco la storia che ha portato agli odierni linguaggi
e strumenti.. Ancora, oggi, l' atto di indicazione ottenuto con il click
del mouse, o con il gesto delle dita, permette di trovare risorse (conoscenze)
di sopravvivenza, spirito di comunità o modi per affrontare difficoltà
e pericoli, o solo per capire. Ogni prodotto della cultura è oggi
una entità fisica che contiene atti di indicazione oggi spesso individuati
dalla freccia del mouse, o da elementi segnaletici che indicano dove porre
la attenzione (icone), con tutte le conseguenze successive alla avvenuta
percezione..
- E la coscienza
dell'atto di indicazione rende possibile la identificazione del soggetto
con se stesso , che così entra nel mondo della finzione ovvero nella
virtualità. Le rappresentazioni diventano così mondi, costruibili
con tecnologie elettroniche o software. E l'uomo può finalmente
espellere la auto osservazione fuori di se, in mondi virtuali. Rimane libero,
non più occupato a conservare ricordi . Può andare oltre
e creare, proprio come l' artista: crea nuove opere e lascia alla fisica
la realizzazione delle proprie esperienze mentali: disegni, quadri monumenti,
costruzioni, software per computer, palazzi, città.. ed altro. .
- E realtà
virtuali in cui entra, virtualmente: In fondo con un po' di coraggio si
potrebbe dire che l' uomo è libero quando realizza al di fuori di
se i propri atti mentali e proietta al di fuori di se atti di indicazione
nella grotta della società, cercando di guidare la attenzione di
altri, mentre ritrova se stesso, con la sua natura di uomo costruttore..
non più ossessionato di perdere ricordi.
- La memoria nel
mondo animale Prima di procedere oltre ed analizzare l' uso della memoria
ci si deve chiedere se la memoria(comunque intesa) è una entità
esclusiva dell'uomo. E' ben noto che non è così. Studi ed
esempi non mancano, così come non mancano esempi di comunicazione
di atti di memoria fra animali, come nelle grotte per l' uomo. Le rappresentazioni
sono prodotte dall'uomo, per renderle comunicabili ad altri uomini . Situazioni
analoghe nel mondo animale sono ben note. Qui vogliamo ricordare solo il
caso delle cinciallegre nel Nord Europa. Uccelli simpatici: forse UNO di
loro scoprì la possibilità di bere il latte dalle bottiglie
deposte sulle porte, beccando il foglio di alluminio che le teneva chiuse.
Ben presto il fenomeno dilagò e quelle bottiglie non poterono più
essere impiegate . La comunicazione sociale era avvenuta, iniziata con
un atto di indicazione rappresentato dall'esempio di un gesto e dalla imitazione
dello stesso. E forse la memoria del gesto era rappresentata dalla deformazione
dei coperchietti delle bottiglie del latte.
- Questo ultimo
esempio ben individua nella sua semplicità gli ingredienti della
comunicazione e dell'apprendimento basato su esempi, nella società.
E la realizzazione fisica di quei comportamenti ha portato oggi alla comunicazione
di massa ed ai mondi mediatici, i cui l' uomo è inserito grazie
alla sua auto identificazione virtuale (coscienza?). Questa altro non è
che il riconoscere la propria esperienza al di fuori di se!.
- E il mondo inanimato?
Naturalmente non si può ignorare il mondo inanimato. Esiste una
memoria nel mondo fisico o chimico? In Biologia ci i si rese conto relativamente
che certe sostanze prodotte da reazioni chimiche vengono utilizzate in
momenti successivi da altre reazione chimiche… Si può certamente
dire che il mondo chimico, interpretato dagli esseri umani, usa le sostanze
(molecole) come memoria per processi chimici.. La descrizione causale lì,
interviene . E l' uomo che ne fa modello. Ma tutto ciò non coglie
la idea fondamentale di memoria.. Infatti la memoria sembra essere uno
stato fisico chimico capace di resistere ai tentativi di distruzione da
parte dell'ambiente, che con le sue agitazioni termiche ed i suoi inquinamenti
non permette ad un suo stato, considerato memoria, di sopravvivere a lungo.
Il mondo fisico macroscopico ben evidenzia con il suo deterioramento i
danni prodotti al mondo delle opere d' arte e delle memorie dell'uomo.
- Gli esseri viventi
lottano contro il deterioramento e lo fanno con la loro organizzazione,
che è funzionale alla sopravvivenza. Il termine di autopoiesi tenta
di catturare la forza vitale come tendenza alla sopravvivenza grazie alla
difesa del "contorno e della unità" di organismi, ed anche
di organizzazioni, perfino di stati e nazioni, o idee.
- Autopoiesi Come
gli elettroni cercano di stare sulle orbite stabili attorno ai nuclei,
così i sistemi autopoietici hanno comportamenti certo assai più
complessi che non le orbite circolari.. Ma la tendenza alla ripetizione
dei comportamenti è osservabile, seppure con le mille difficoltà
di descriverle, anche nei sistemi biologici ed addirittura nelle organizzazioni
sociali.!
- Gli organismi
viventi, nella loro vita, sono autopoietici. Le figure nelle grotte non
lo sono: diventano tali nella interazione con l' uomo laddove questi cerca
di difenderle dalle erosioni.
- Ma qui nasce
un serio problema: come fa un sistema a diventare biologico, ovvero autopoietico?
Intuitivamente sembra difficile che un sistema viva solo di parti che non
hanno consapevolezza di se. Certo si può far ricorso ad una misteriosa
nozione di complessità, per cui la interconnessione di molte parti
realizza il miracolo della vita! La tesi è forse difendibile se
si analizza ad esempio la storia della evoluzione di quegli oggetti fisici
che sono i computer. La loro complessità cresce continuamente e
il loro comportamento visibile è sempre simile a quello dell'uomo,
come conseguenza della sua spinta a difenderli, come immagine di se, della
propria memoria!
- Sembrerebbe
che l' uomo tende a costruire sistemi biologici artificiali ed autopoietici.
E la autopoiesi è imposta dalla società umana in un senso
analogo alla manutenzione delle figure nelle grotte. La sopravvivenza dell'uomo
è legata alla sopravvivenza della memoria delle realtà che
lo circondano, ed ha necessità di computer. La sua memoria non basta
a sopravvivere nelle grotte..! E forse in questa analisi si nasconde il
senso della morte, oltre che della vita. Ma la domanda rimane:
- Può un
sistema essere autopoietico senza essere composto da qualche parte autopoietica?
La biologia ha molto da dire su questi temi. I virus ed organismi prebiotici
possono forse essere visti come autopoietici, come forse lo sono anche
certe molecole che l' ambiente nei millenni o nei laboratori di oggi ha
sviluppato rendendole capaci di comportamenti ripetibili, come gli elettroni
nelle loro orbite o i computer. Se così ci siamo! Ed i computer
saranno capaci di difendersi (autopoiesi) quando saranno basati su componenti
naturali che avranno imitato il percorso genetico della vita.
- Il ruolo della
riproduzione? Ci manca un elemento: la tendenza alla riproduzione. Gli
organismi viventi si riproducono, secondo varie modalità di riproduzione.
Inutile chiedersi perché lo fanno: lo fanno e basta.. Ma se diamo
alla natura dell'autopoiesi una forza, allora una spiegazione, seppur rischiosa,
diventa possibile. Ovvero la forza della autopoiesi non starà più
nel singolo individuo. Questi si riproduce . In tal modo la sopravvivenza
cambia natura: quel particolare sistema autopoietico, molecola o organismo
biologico ha trovato una sua identità che non intende perdere..
e la distribuisce in entità simili, se non identiche.!
- La identità
della sua specie è salva. ..Per gli elettroni, considerati come
autopoietici, la riproduzione non serve: ne esistono in larga abbondanza!
Ci sarebbe dunque una scala di entità che dall'elettrone arriva
fino agli organismi biologici ed alle loro organizzazioni sociali.. Ogni
entità si organizzerebbe e diventerebbe contenitore/memoria di più
semplici organismi, comunque autopoietici..
- La memoria dell'
acqua Sembrerebbe così che sistemi fisici elementari non possano
essere una memoria.. Se ci si riflette un po', si può ben concepire
che i sistemi fisici anche non autopoietici hanno un percorso nel loro
errare.. E come individui che camminano nei boschi, lasciano tracce nel
loro ambiente. Quelle tracce verranno utilizzate successivamente ed interpretate
dagli umani come memoria. La enorme capacità di osservazione dell'uomo
grazie alle sue tecnologie più raffinate, potrà cercare le
tracce quasi fossero dei codici a barre da leggere con opportune radiazioni,
come ai supermercati .
- E forse la così
detta memoria dell'acqua non sarebbe altro che una certa plasticità
dell'acqua in cui i percorsi di organismi biologici vengono incisi come
fanno gli innamorati che frequentano i boschi. E così, come certi
uccelli possono venir ingannati a riconoscere i propri simili in piccoli
aerei pilotati da umani così anche organismi biologi potranno riconoscere
e seguire tracce di percorsi di organismi non più presenti.. Perfino
nella fisica dello stato solido, le "assenza di elettroni", come
conseguenza di una qualche azione fisica, possono diventare cariche positive
(memorie) , che si muoveranno come gli elettroni, ma in una direzione opposta.
Ovvero: la virtualità e la finzione possono assumere il carattere
della fisicità !
- Le operazioni
delle memorie (?) Ed ora diventa possibile introdurre, accanto alla nozione
di memoria, la nozione di USO della stessa. In termini generici la impresa
non è difficile. Se la memoria deve avere un senso, quello è
certamente nelle azioni che quella memoria , quella traccia, rendono possibili.
E da quelle azioni nasceranno altre tracce e ricordi (la memoria genera
memoria..). Se la memoria è fisica, l' azione della memoria sono
le sue conseguenze, ovvero azioni fisiche, non più congelate, ma
in movimento. La mela di Galileo era certamente una memoria . E avrebbe
potuto cadere. Cadde: Oggi si direbbe: la mela aveva una possibilità
potenziale. La occorrenza di quella possibilità ha modificato il
mondo in esame. La mela non è più nella sua posizione di
partenza e si è messa in movimento.
- Ed è
caduta. La storia della fisica è iniziata a con quella osservazione.
Non solo, di fatto quell'esempio apre la porta alle scienze cognitive..
discipline figlie della fisica assieme a informatica, cibernetica, intelligenza
artificiale e molte altre.. Galileo ci ha istruiti sulla importanza della
ripetizione degli esperimenti. Newton ci ha insegnato che le teorie della
Fisica vanno considerate valide fino a prova contraria e vanno viste COME
SE LE DESCRIZIONI FOSSERO CORRETTE (entro i limiti degli errori sperimentali).
Anche un solo esperimento contrario alle loro previsioni le può
demolire. Insomma la fisica oltre che esperimenti è anche descrizione,
memoria dell'uomo nel tentativo di capire la natura. L' uomo usa la mente
ed il linguaggio, naturale o matematico. Comunque tutto ciò che
è forma può diventare strumento per conoscere, ovvero per
attività cognitive..!.
- Certo le grotte
rupestri non hanno più solo descrizioni di caccie, hanno anche tutti
i tentativi per la caccia al mistero della natura ed del suo cacciatore:
l' uomo! La grotta della conoscenza diventa così la autopoiesi della
scienza.. In quella grotta ahimè ci sono una congerie di memorie.
La frammentazione ella natura e delle conoscenze sulla natura cresce in
modo esponenziale. Produce letteratura, lavoro, successi, insuccessi, tecnologie
a supporto della vita dell'uomo nella società ed a supporto di ulteriori
frammentazioni: nuove lingue, nuovi concetti, organismi, società,
.. e ciascuna nuova entità aspira a costruire una propria sopravvivenza
anche attraverso confronti conflitti e anche guerre.
- Ogni nuovo frammento
è speranza di nuova ricchezza, e nuova vita che poi forse è
semplicemente morte di altro.. La grotta è troppo piena! Come ci
insegna la biologia molto dovrà morire sotto la spinta del nuovo..
o del vecchio.. che la evoluzione risveglierà. Probabilmente siamo
di fronte al problema della umanità di oggi (come di ieri). E forse
la tecnologia attuale non sarà più in grado di costruire
equilibri fra difese e lotte autopoietiche delle numerosissime parti prodotte
dagli umani, forse come conseguenza inscritta nella natura. Ecco che occorrono
nuove memorie , capaci di leggere nelle grotte e dare all'uomo nuovi equilibri.
- Oltre l' uomo
Il movimento verso i transumani, forse potrà aiutarci, ma forse
sarà solo una nuova memoria nella grotta della conoscenza. Rimane
un fatto: la memoria presente chiede all'uomo di vivere in certe direzioni,
determinate dalla sua natura/storia e dal contesto. E così come
la memoria può essere vista come futuro potenziale, o lavoro potenziale,
o energia potenziale, o come guida potenziale.. ne segue immediatamente
che la memoria ha come conseguenza lavoro, azioni, o altre attività,
in forma di energia in azione.. se volete di energia cinetica, consumata
nelle direzioni attivate.! Fra le direzioni attivate dagli organismi viventi
certamente una ha enorme importanza: la acquisizione di energia, sotto
forma di sostanze o di radiazioni elettromagnetiche (luce solare, ad esempio..).
- Questa acquisizione
di energia è la produzione di una memoria che verrà trasformata
in lavoro come tutte le altre memorie. In sintesi: mangiamo e/o assorbiamo
energia potenziale, quindi anche conoscenza, per trasformarla in energia
attuale (lavoro, evoluzione). E spesso la energia potenziale è organizzata
come sono le proteine e le teorie, con risultati anche di inquinamenti!.
Ci si può così chiedere: Quale sarà il costo energetico,
di memoria, nella costruzione di nuove civiltà? Chi pagherà
quel conto?
- Un salto di
qualità: CA Petri Ora possiamo tentare un salto di qualità,
osservando che nessuna azione, e quindi nessuna trasformazione, è
possibile senza che ci siano opportune condizioni. C.A Petri ha assunto
questa posizione assiomatica per tentare di descrivere/capire la realtà,
Ne ha fatto una teoria: la teoria delle sue di reti. Per immaginarla partiamo
da un semplice esempio. Andiamo sotto l' albero della mela di Galileo.
La mela poteva cadere (è la sua condizione), è caduta (conseguenza
cinetica della condizione!) Ciò vale per ogni attività evento/
trasformazione/ azione..
- Nulla avviene
senza condizione..! E le cose che avvengono modificano le condizioni che
le hanno rese possibili: in casi estremi non valgono più! Ad esempio
la mela non è più sull'albero! Ma poteva anche caderne anche
solo una parte! Se ricordiamo che la mela aveva una energia potenziale,
ben realizziamo che la energia cinetica acquisita dalla mela con la sua
caduta.. è la conseguenza della sua energia potenziale e della sua
natura .. Interpretando la proposta di Petri, possiamo finalmente osservare
che : ogni trasformazione nasce da una energia potenziale che si trasforma
in lavoro, corrente..
- Le reti che
Petri, come qui interpretate, possono essere immaginate come tanti siti
di energia potenziale connessi con tanti potenziali lavori (eventi, lavorazioni,
trasformazioni). I siti di energia potenziale vengono rappresentati mediante
cerchi che contengono dati sulla energia e mediante rettangoli che rappresentano
le lavorazioni, quando avverranno. Cerchi e rettangoli sono connessi mediante
archi che indicheranno la direzione del lavoro.. dalla energia potenziale
di partenza ad una altra energia (potenziale), realizzata dal lavoro. Se
guardiamo il mondo con gli occhi del cambiamento vediamo tante trasformazioni,
cioè tanti cambiamenti di condizioni..!
- Così
tutta la realtà di qualsiasi natura potrebbe venir rappresentata
da una serie di condizioni che si trasformano.. attraverso atti.. Rivediamo
il caso della mela di Galileo. Questa è illuminata.. C' è
chi ha lo sguardo verso la mela e la percepisce. La mela diventa un atto
di indicazione delle possibilità del suo futuro.. la mela sta cadendo,
la attenzione si sposta.. una nuova memoria viene costruita.. il percorso
della mela viene seguito.. la mela cade e .. è caduta,, lascia tracce..
una nuova memoria viene costruita.. mentre forse lo stormire delle foglie
sposta la attenzione dell'osservatore in una nuova direzione..
- Questa descrizione
a parole è una rete: di fatto come una sequenza di foto scattate
da varie macchine fotografiche, su parti distinte del mondo , che convivono:
l' albero la mela, l' osservatore, la mente dell'osservatore, il vento,
lo stormire.. Le condizioni di quelle entità sono i cerchi.. E le
loro azioni sono i rettangoli della rete.. talvolta in sequenza.. talvolta
in ordine sparso senza ordine.. Quella rete connette tutto ciò che
sappiamo connettere: atti fisici atti cognitivi, assieme alle condizioni
che rendono possibili quegli atti.. E così le reti di Petri diventano
una strumento concettuale per esplorare la realtà attraverso le
domande: cosa avviene? quali condizioni rendono possibili quegli avvenimenti?
quali conseguenze questi determinano? E sempre più verso il mistero..
nella descrizione dei dettagli di ciò che si è appena descritto..
- Ancora una volta
frammentiamo la conoscenza alla ricerca di dettagli sempre più piccoli..
alla ricerca degli atomi della conoscenza.. con una antica maieutica che
si fa strada verso la possibilità di riprodurre gli atti della ricerca.
Gli atomi della conoscenza, si frammenteranno ulteriormente?
- Astrazioni Ma
non abbiamo solo necessità di frammenti.. Quando questi sono tantissimi
ci perdiamo nei labirinti e percorsi nelle reti. Avremo così bisogno
non più di frammentare, ma di deframmentare il risultato del lavoro
di altri.. di riassumerlo.. E quei riassunti dovremo saperli leggere come
i racconti riassunti..! Ed anche qui ci verranno in aiuto i legami fra
le condizioni (situazioni) e le trasformazioni, in reti che questa volta
nascondono o, se volete, incorporano dettagli.. Con rispetto delle osservazioni
scopriremo che le reti ci permetteranno di descrivere molto, forse tutto,
quello che l' uomo ha prodotto per capire la realtà: circuiti elettronici,
supermercati, sistemi giuridici, comunità.. In termini matematici
quei riassunti si chiamano morfismi.. ed è grazie alla capacità
dell'uomo di riassumere che la società si sviluppa sotto la spinta
delle proprie osservazioni che vengono meccanizzate e diventano forza autopoietica
.. verso l' ignoto ..
- La deframmentazione
Riassumere, tenendo presente ciò che stiamo riassumendo può
ben essere chiamato deframmentazione. Non è solo gusto di riassumere.
E' possibilità di leggere il passato, è fiducia nelle frammentazioni
fatte anche da altri, è coscienza dei processi deframmentati, è
via verso ulteriori frammenti.. .Intanto ci può indicare le vie
ripercorse alla ricerca dei frammenti.. ci guida nella storia.. ci permette
di individuare errori e di correggerli senza una scelta troppo definitiva
del passato rappresentato nelle deframmentazioni.. Il candidato alla ricerca
non potrà non deframmentare. .In fondo deframmentare è RICORDO,
"ricordo delle origini" e quindi della evoluzione dei frammenti..!
- Ma il deframmentare
così come il riassumere ci da la possibilità ed il tempo
umano di capire... Le grotte della conoscenza sono tropo piene di frammenti,
che procedono indipendentemente per strade che si allontanano.. e mentre
nascono problemi, i contributi dei frammenti vengono scoperti tardi..
- La gestione
degli interessi legati i frammenti diventa enorme.. ci dimentichiamo di
troppo .. non sappiamo insegnare se non in rigide divisione di poteri (crediti).
Peggio ancora.. cominciamo da alcuni frammenti di partenza per la evoluzione
della conoscenza e ci perdiamo per strada e nei numerosi sentieri che forse
amiamo.. ma che non portano i discenti ad una loro autonomia. Partendo
dalla conoscenza attuale attraverso la deframmentazione possiamo trovare
le vie della frammentazione e delle sue motivazioni.. che ci insegneranno
ad andare oltre verso il domani.. I blogger ci stanno indicando una via:
ci dicono cominciamo dall'oggi, ed ogni giorno dal nuovo giorno.. Il passato
diventa dettaglio e la ricerca diventa ricordo del passato nel momento
che lo deframmenta.
- La nozione di
blogger diventa così memoria da usare.. memoria che attiverà
la deframmentazione/frammentazione.. Se così, e ci ricordiamo che
la memoria è energia potenziale,, forse non dovremo meravigliarci
se la attuale tendenza alla ripetizione tipica dei processi didattici attuali
(si va dal prima al dopo), senza consapevolezza critica farà come
la mela di Galileo: cadrà!
Grazie
a Vincenzo Valenzi.. per il coraggio Nel propormi questo tema..
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