Fonti e ricerche per una storia dell' internetworking in Italia

ARCHIVIO GIANNI DEGLI ANTONI

MEMORIA Per deframmentare la conoscenza umana

Versione
Milano
21
Febbraio
2011
1.0
  • In ricordo di Carl Adam Petri
  • Avvertenza. Useremo il termine memoria in modo molto ambiguo. Ove necessario la ambiguità sarà ridotta. Tutti i termini saranno usati nel loro valore nozionale. La coincidenza con impieghi specialistici è tuttavia possibile . Al lettore è lasciata il compito di arricchire il testo o arricchire le sue conoscenze..
  • Memoria e conoscenza La memoria è una nozione pensata da umani. Che hanno riconosciuto in artefatti fisici la possibilità di replicare proprie percezioni. Le figure rupestri bene segnalano questo passo della evoluzione umana che non solo ricordava, ma anche diventava cosciente del ricordo, e lo rappresentava. Oggi la evoluzione della consapevolezza della propria memoria è continuata e continua..
  • Accanto al ricordo, l' uomo scienziato o bambino ha imparato a rompere in parti la realtà con cui era, ed è, in contatto. Ciò avveniva ed avviene sia che si tratti di giocattoli nel caso dei bambini, che nelle sezioni di animali o la rottura di atomi da parte di scienziati. Il lettore è certamente in grado di costruire proprie immagini dell'immenso processo esponenziale che la frammentazione del reale ha portato e continua a portare con se, compresa la rappresentazione dei frammenti, e quindi la frammentazione dei ricordi oltre che dei modi di rappresentare le realtà ed i loro frammenti : i linguaggi.
  • La consapevolezza della rappresentazione, come nel caso delle figure rupestri, non poteva non condurre alle rappresentazioni di altre realtà, talvolta ignorando ciò che si rappresenta, secondo attitudini distinte. Nella attitudine dei fisici e degli informatici le rappresentazioni sono sempre associate alle entità rappresentate. Così le rappresentazioni sono link (legami) che attivati (cliccati mentalmente) si riferiscono a ciò di cui si intende parlare. In altri termini, le rappresentazioni sono delle realtà virtuali che richiamano entità reali ma anche prodotti della immaginazione.
  • Nella attitudine dei matematici astrattisti (algebristi), le rappresentazioni diventano pura realtà e la loro eventuale associazione ad altro o famiglie di altro è determinata da interpretazioni ben distinte, come nel caso della logica. E, come l' uomo ha imparato a costruire altro dai frammenti, così l' uomo costruisce rappresentazioni a partire dalla rappresentazione delle parti. Lingue, matematica, logica, arte, chimica.. e tutto ciò di cui si pensa e parla, oggi ha subito una immensa evoluzione.
  • Forme virtuali e reali (o non) si confrontano, e parlano anche di se stesse, grazie alla capacità dell'uomo di diventare oggetto che si auto osserva.. Nel rapporto fra descrizione dei frammenti e le entità rappresentate dalle parti, l' uomo ha trovato la propria dimensione ed i propri limiti. Ovvero l' uomo frammenta a partire da entità UNITARIE (analisi) , cerca di costruire altre entità UNITARIE a partire da costruzioni di parti presunte (SINTESI). Sì, progetta.! Ma non sempre l' uomo sa predire le PROPRIETA' delle entità progettate a partire dalle PROPRIETA' delle parti !
  • Un esempio non guasta. L' acqua è ottenuta da idrogeno(H2) ed ossigeno (O). OK. Ma le proprietà dell'acqua vanno studiate come se l' ACQUA fosse una nuova entità (H20). Da due gas si ottiene un liquido.. assai ricco di proprietà non deducibili da quelle dei due gas..! . I tentativi di comprendere le proprietà emergenti dalle composizioni di entità sono di fatto falliti, anche se, ovviamente, la ricerca su quel tema non demorde. Da tutto ciò segue che la conoscenza delle parti dell'uomo e dei suoi ragionamenti, non permetterà di predirne il comportamento! E continueremo ad essere liberi a dispetto di chi non lo vorrà!
  • Cosa è la memoria? Ora, non si può sfuggire alle domande! Cosa è dunque la memoria? Scolpita nelle grotte è una parte del mondo fisico.. si ritrova nelle opere dell'uomo, nelle sue costruzioni, nella così detta memoria dei computer scolpita nel silicio. La memoria è osservabile nelle opere letterarie (pietra, pergamena, carta, memorie elettroniche, opere d' arte musica, immagini, filmati.), monumenti..
  • Dunque la memoria è collocata nel mondo fisico.. ( o meglio è parte del mondo fisico), secondo due modalità. In una modalità parti del mondo fisico contengono altro (memoria come contenitore). In una altra modalità parti del mondo fisico sono memoria (memoria come contenuto). In tutti i casi si tratta di parti del mondo fisico usato per l' uso e consumo dell'uomo! Con le ricerche di neurofisiologia si è passati dalla rappresentazione delle idee immanenti al sistema nervoso centrale, fino alla identificazione di siti dei ricordi nel cervello (come con le grotte..). Anche li la memoria è fisica (in pratica ci si ferma alla biofisica ed alla biochimica).
  • Ma non mancano i tentativi di andare molto oltre. Se la memoria è fisica, tutto ciò che è fisico può diventare memoria. Attenzione, coloro che pensano alla possibilità di una ONTOLOGIA basata sulla fisica incappano in molte difficoltà: l' uso della memoria è sempre arbitrario.
  • Qualsiasi riduzionismo è destinato a fallire. Solo la modestia dell'uomo può permettere di capire(?)! La memoria rimane comunque un fatto interpretativo umano dal tempo delle grotte fino ad oggi. Torniamo alla fisica, fermiamoci sugli atomi e sui loro modelli costruiti dall'uomo come rappresentazione di ciò che l' uomo ha capito anche attraverso osservazioni strumentali (.. che, per quanto complesse, forniscono solo cose per l' uomo e per la sua coscienza..).
  • Ebbene si dice che gli elettroni ruotino in orbite attorno al nucleo degli atomi. Si sa che la loro rotazione può essere impiegata come memoria, grazie alla idea di trottola (spin). A seconda del verso della trottola si può rappresentare uno zero o un uno, ovvero un BIT. Se poi ci si avventura nella fisica dei quanti le cose sono sorprendenti. Infatti in opportune condizioni l' elettrone si comporterà come se ruotasse in due sensi opposti allo stesso istante.. Terribile.! Nascono i qBITSs. Quando i computer useranno correntemente la nozione di QBIT anziché quella di bit, la potenza degli elaboratori aumenterà in modo smisurato. Ma forse già la mente umana ha basi quantistiche..!
  • Dalla memoria alla virtualità Ma qui ci serve meno. Il significato della memoria è nell'uomo.. che a sua volta è fisica.. Se così è, e sembra proprio così, possiamo andare oltre e chiederci.. Beh, che ce ne facciamo della memoria?
  • Dobbiamo tornare nelle grotte..! Prima di rappresentare scene di caccia l' uomo le ha vissute..! E viverle, aveva vari ovvi significati: di fendersi ed insegnare a difendersi. L' uomo osservava il pericolo.. lo indicava ad altri suoi simili per una forma di comunità rivolta alla sopravvivenza.
  • Ecco: l' atto di indicazione! Atto di indicazione che percorre tutta la storia dell'uomo fino ad oggi. Indicare un pericolo o altro , comunicarlo con gesti, rappresentare il modo di affrontarlo.. ecco la storia che ha portato agli odierni linguaggi e strumenti.. Ancora, oggi, l' atto di indicazione ottenuto con il click del mouse, o con il gesto delle dita, permette di trovare risorse (conoscenze) di sopravvivenza, spirito di comunità o modi per affrontare difficoltà e pericoli, o solo per capire. Ogni prodotto della cultura è oggi una entità fisica che contiene atti di indicazione oggi spesso individuati dalla freccia del mouse, o da elementi segnaletici che indicano dove porre la attenzione (icone), con tutte le conseguenze successive alla avvenuta percezione..
  • E la coscienza dell'atto di indicazione rende possibile la identificazione del soggetto con se stesso , che così entra nel mondo della finzione ovvero nella virtualità. Le rappresentazioni diventano così mondi, costruibili con tecnologie elettroniche o software. E l'uomo può finalmente espellere la auto osservazione fuori di se, in mondi virtuali. Rimane libero, non più occupato a conservare ricordi . Può andare oltre e creare, proprio come l' artista: crea nuove opere e lascia alla fisica la realizzazione delle proprie esperienze mentali: disegni, quadri monumenti, costruzioni, software per computer, palazzi, città.. ed altro. .
  • E realtà virtuali in cui entra, virtualmente: In fondo con un po' di coraggio si potrebbe dire che l' uomo è libero quando realizza al di fuori di se i propri atti mentali e proietta al di fuori di se atti di indicazione nella grotta della società, cercando di guidare la attenzione di altri, mentre ritrova se stesso, con la sua natura di uomo costruttore.. non più ossessionato di perdere ricordi.
  • La memoria nel mondo animale Prima di procedere oltre ed analizzare l' uso della memoria ci si deve chiedere se la memoria(comunque intesa) è una entità esclusiva dell'uomo. E' ben noto che non è così. Studi ed esempi non mancano, così come non mancano esempi di comunicazione di atti di memoria fra animali, come nelle grotte per l' uomo. Le rappresentazioni sono prodotte dall'uomo, per renderle comunicabili ad altri uomini . Situazioni analoghe nel mondo animale sono ben note. Qui vogliamo ricordare solo il caso delle cinciallegre nel Nord Europa. Uccelli simpatici: forse UNO di loro scoprì la possibilità di bere il latte dalle bottiglie deposte sulle porte, beccando il foglio di alluminio che le teneva chiuse. Ben presto il fenomeno dilagò e quelle bottiglie non poterono più essere impiegate . La comunicazione sociale era avvenuta, iniziata con un atto di indicazione rappresentato dall'esempio di un gesto e dalla imitazione dello stesso. E forse la memoria del gesto era rappresentata dalla deformazione dei coperchietti delle bottiglie del latte.
  • Questo ultimo esempio ben individua nella sua semplicità gli ingredienti della comunicazione e dell'apprendimento basato su esempi, nella società. E la realizzazione fisica di quei comportamenti ha portato oggi alla comunicazione di massa ed ai mondi mediatici, i cui l' uomo è inserito grazie alla sua auto identificazione virtuale (coscienza?). Questa altro non è che il riconoscere la propria esperienza al di fuori di se!.
  • E il mondo inanimato? Naturalmente non si può ignorare il mondo inanimato. Esiste una memoria nel mondo fisico o chimico? In Biologia ci i si rese conto relativamente che certe sostanze prodotte da reazioni chimiche vengono utilizzate in momenti successivi da altre reazione chimiche… Si può certamente dire che il mondo chimico, interpretato dagli esseri umani, usa le sostanze (molecole) come memoria per processi chimici.. La descrizione causale lì, interviene . E l' uomo che ne fa modello. Ma tutto ciò non coglie la idea fondamentale di memoria.. Infatti la memoria sembra essere uno stato fisico chimico capace di resistere ai tentativi di distruzione da parte dell'ambiente, che con le sue agitazioni termiche ed i suoi inquinamenti non permette ad un suo stato, considerato memoria, di sopravvivere a lungo. Il mondo fisico macroscopico ben evidenzia con il suo deterioramento i danni prodotti al mondo delle opere d' arte e delle memorie dell'uomo.
  • Gli esseri viventi lottano contro il deterioramento e lo fanno con la loro organizzazione, che è funzionale alla sopravvivenza. Il termine di autopoiesi tenta di catturare la forza vitale come tendenza alla sopravvivenza grazie alla difesa del "contorno e della unità" di organismi, ed anche di organizzazioni, perfino di stati e nazioni, o idee.
  • Autopoiesi Come gli elettroni cercano di stare sulle orbite stabili attorno ai nuclei, così i sistemi autopoietici hanno comportamenti certo assai più complessi che non le orbite circolari.. Ma la tendenza alla ripetizione dei comportamenti è osservabile, seppure con le mille difficoltà di descriverle, anche nei sistemi biologici ed addirittura nelle organizzazioni sociali.!
  • Gli organismi viventi, nella loro vita, sono autopoietici. Le figure nelle grotte non lo sono: diventano tali nella interazione con l' uomo laddove questi cerca di difenderle dalle erosioni.
  • Ma qui nasce un serio problema: come fa un sistema a diventare biologico, ovvero autopoietico? Intuitivamente sembra difficile che un sistema viva solo di parti che non hanno consapevolezza di se. Certo si può far ricorso ad una misteriosa nozione di complessità, per cui la interconnessione di molte parti realizza il miracolo della vita! La tesi è forse difendibile se si analizza ad esempio la storia della evoluzione di quegli oggetti fisici che sono i computer. La loro complessità cresce continuamente e il loro comportamento visibile è sempre simile a quello dell'uomo, come conseguenza della sua spinta a difenderli, come immagine di se, della propria memoria!
  • Sembrerebbe che l' uomo tende a costruire sistemi biologici artificiali ed autopoietici. E la autopoiesi è imposta dalla società umana in un senso analogo alla manutenzione delle figure nelle grotte. La sopravvivenza dell'uomo è legata alla sopravvivenza della memoria delle realtà che lo circondano, ed ha necessità di computer. La sua memoria non basta a sopravvivere nelle grotte..! E forse in questa analisi si nasconde il senso della morte, oltre che della vita. Ma la domanda rimane:
  • Può un sistema essere autopoietico senza essere composto da qualche parte autopoietica? La biologia ha molto da dire su questi temi. I virus ed organismi prebiotici possono forse essere visti come autopoietici, come forse lo sono anche certe molecole che l' ambiente nei millenni o nei laboratori di oggi ha sviluppato rendendole capaci di comportamenti ripetibili, come gli elettroni nelle loro orbite o i computer. Se così ci siamo! Ed i computer saranno capaci di difendersi (autopoiesi) quando saranno basati su componenti naturali che avranno imitato il percorso genetico della vita.
  • Il ruolo della riproduzione? Ci manca un elemento: la tendenza alla riproduzione. Gli organismi viventi si riproducono, secondo varie modalità di riproduzione. Inutile chiedersi perché lo fanno: lo fanno e basta.. Ma se diamo alla natura dell'autopoiesi una forza, allora una spiegazione, seppur rischiosa, diventa possibile. Ovvero la forza della autopoiesi non starà più nel singolo individuo. Questi si riproduce . In tal modo la sopravvivenza cambia natura: quel particolare sistema autopoietico, molecola o organismo biologico ha trovato una sua identità che non intende perdere.. e la distribuisce in entità simili, se non identiche.!
  • La identità della sua specie è salva. ..Per gli elettroni, considerati come autopoietici, la riproduzione non serve: ne esistono in larga abbondanza! Ci sarebbe dunque una scala di entità che dall'elettrone arriva fino agli organismi biologici ed alle loro organizzazioni sociali.. Ogni entità si organizzerebbe e diventerebbe contenitore/memoria di più semplici organismi, comunque autopoietici..
  • La memoria dell' acqua Sembrerebbe così che sistemi fisici elementari non possano essere una memoria.. Se ci si riflette un po', si può ben concepire che i sistemi fisici anche non autopoietici hanno un percorso nel loro errare.. E come individui che camminano nei boschi, lasciano tracce nel loro ambiente. Quelle tracce verranno utilizzate successivamente ed interpretate dagli umani come memoria. La enorme capacità di osservazione dell'uomo grazie alle sue tecnologie più raffinate, potrà cercare le tracce quasi fossero dei codici a barre da leggere con opportune radiazioni, come ai supermercati .
  • E forse la così detta memoria dell'acqua non sarebbe altro che una certa plasticità dell'acqua in cui i percorsi di organismi biologici vengono incisi come fanno gli innamorati che frequentano i boschi. E così, come certi uccelli possono venir ingannati a riconoscere i propri simili in piccoli aerei pilotati da umani così anche organismi biologi potranno riconoscere e seguire tracce di percorsi di organismi non più presenti.. Perfino nella fisica dello stato solido, le "assenza di elettroni", come conseguenza di una qualche azione fisica, possono diventare cariche positive (memorie) , che si muoveranno come gli elettroni, ma in una direzione opposta. Ovvero: la virtualità e la finzione possono assumere il carattere della fisicità !
  • Le operazioni delle memorie (?) Ed ora diventa possibile introdurre, accanto alla nozione di memoria, la nozione di USO della stessa. In termini generici la impresa non è difficile. Se la memoria deve avere un senso, quello è certamente nelle azioni che quella memoria , quella traccia, rendono possibili. E da quelle azioni nasceranno altre tracce e ricordi (la memoria genera memoria..). Se la memoria è fisica, l' azione della memoria sono le sue conseguenze, ovvero azioni fisiche, non più congelate, ma in movimento. La mela di Galileo era certamente una memoria . E avrebbe potuto cadere. Cadde: Oggi si direbbe: la mela aveva una possibilità potenziale. La occorrenza di quella possibilità ha modificato il mondo in esame. La mela non è più nella sua posizione di partenza e si è messa in movimento.
  • Ed è caduta. La storia della fisica è iniziata a con quella osservazione. Non solo, di fatto quell'esempio apre la porta alle scienze cognitive.. discipline figlie della fisica assieme a informatica, cibernetica, intelligenza artificiale e molte altre.. Galileo ci ha istruiti sulla importanza della ripetizione degli esperimenti. Newton ci ha insegnato che le teorie della Fisica vanno considerate valide fino a prova contraria e vanno viste COME SE LE DESCRIZIONI FOSSERO CORRETTE (entro i limiti degli errori sperimentali). Anche un solo esperimento contrario alle loro previsioni le può demolire. Insomma la fisica oltre che esperimenti è anche descrizione, memoria dell'uomo nel tentativo di capire la natura. L' uomo usa la mente ed il linguaggio, naturale o matematico. Comunque tutto ciò che è forma può diventare strumento per conoscere, ovvero per attività cognitive..!.
  • Certo le grotte rupestri non hanno più solo descrizioni di caccie, hanno anche tutti i tentativi per la caccia al mistero della natura ed del suo cacciatore: l' uomo! La grotta della conoscenza diventa così la autopoiesi della scienza.. In quella grotta ahimè ci sono una congerie di memorie. La frammentazione ella natura e delle conoscenze sulla natura cresce in modo esponenziale. Produce letteratura, lavoro, successi, insuccessi, tecnologie a supporto della vita dell'uomo nella società ed a supporto di ulteriori frammentazioni: nuove lingue, nuovi concetti, organismi, società, .. e ciascuna nuova entità aspira a costruire una propria sopravvivenza anche attraverso confronti conflitti e anche guerre.
  • Ogni nuovo frammento è speranza di nuova ricchezza, e nuova vita che poi forse è semplicemente morte di altro.. La grotta è troppo piena! Come ci insegna la biologia molto dovrà morire sotto la spinta del nuovo.. o del vecchio.. che la evoluzione risveglierà. Probabilmente siamo di fronte al problema della umanità di oggi (come di ieri). E forse la tecnologia attuale non sarà più in grado di costruire equilibri fra difese e lotte autopoietiche delle numerosissime parti prodotte dagli umani, forse come conseguenza inscritta nella natura. Ecco che occorrono nuove memorie , capaci di leggere nelle grotte e dare all'uomo nuovi equilibri.
  • Oltre l' uomo Il movimento verso i transumani, forse potrà aiutarci, ma forse sarà solo una nuova memoria nella grotta della conoscenza. Rimane un fatto: la memoria presente chiede all'uomo di vivere in certe direzioni, determinate dalla sua natura/storia e dal contesto. E così come la memoria può essere vista come futuro potenziale, o lavoro potenziale, o energia potenziale, o come guida potenziale.. ne segue immediatamente che la memoria ha come conseguenza lavoro, azioni, o altre attività, in forma di energia in azione.. se volete di energia cinetica, consumata nelle direzioni attivate.! Fra le direzioni attivate dagli organismi viventi certamente una ha enorme importanza: la acquisizione di energia, sotto forma di sostanze o di radiazioni elettromagnetiche (luce solare, ad esempio..).
  • Questa acquisizione di energia è la produzione di una memoria che verrà trasformata in lavoro come tutte le altre memorie. In sintesi: mangiamo e/o assorbiamo energia potenziale, quindi anche conoscenza, per trasformarla in energia attuale (lavoro, evoluzione). E spesso la energia potenziale è organizzata come sono le proteine e le teorie, con risultati anche di inquinamenti!. Ci si può così chiedere: Quale sarà il costo energetico, di memoria, nella costruzione di nuove civiltà? Chi pagherà quel conto?
  • Un salto di qualità: CA Petri Ora possiamo tentare un salto di qualità, osservando che nessuna azione, e quindi nessuna trasformazione, è possibile senza che ci siano opportune condizioni. C.A Petri ha assunto questa posizione assiomatica per tentare di descrivere/capire la realtà, Ne ha fatto una teoria: la teoria delle sue di reti. Per immaginarla partiamo da un semplice esempio. Andiamo sotto l' albero della mela di Galileo. La mela poteva cadere (è la sua condizione), è caduta (conseguenza cinetica della condizione!) Ciò vale per ogni attività evento/ trasformazione/ azione..
  • Nulla avviene senza condizione..! E le cose che avvengono modificano le condizioni che le hanno rese possibili: in casi estremi non valgono più! Ad esempio la mela non è più sull'albero! Ma poteva anche caderne anche solo una parte! Se ricordiamo che la mela aveva una energia potenziale, ben realizziamo che la energia cinetica acquisita dalla mela con la sua caduta.. è la conseguenza della sua energia potenziale e della sua natura .. Interpretando la proposta di Petri, possiamo finalmente osservare che : ogni trasformazione nasce da una energia potenziale che si trasforma in lavoro, corrente..
  • Le reti che Petri, come qui interpretate, possono essere immaginate come tanti siti di energia potenziale connessi con tanti potenziali lavori (eventi, lavorazioni, trasformazioni). I siti di energia potenziale vengono rappresentati mediante cerchi che contengono dati sulla energia e mediante rettangoli che rappresentano le lavorazioni, quando avverranno. Cerchi e rettangoli sono connessi mediante archi che indicheranno la direzione del lavoro.. dalla energia potenziale di partenza ad una altra energia (potenziale), realizzata dal lavoro. Se guardiamo il mondo con gli occhi del cambiamento vediamo tante trasformazioni, cioè tanti cambiamenti di condizioni..!
  • Così tutta la realtà di qualsiasi natura potrebbe venir rappresentata da una serie di condizioni che si trasformano.. attraverso atti.. Rivediamo il caso della mela di Galileo. Questa è illuminata.. C' è chi ha lo sguardo verso la mela e la percepisce. La mela diventa un atto di indicazione delle possibilità del suo futuro.. la mela sta cadendo, la attenzione si sposta.. una nuova memoria viene costruita.. il percorso della mela viene seguito.. la mela cade e .. è caduta,, lascia tracce.. una nuova memoria viene costruita.. mentre forse lo stormire delle foglie sposta la attenzione dell'osservatore in una nuova direzione..
  • Questa descrizione a parole è una rete: di fatto come una sequenza di foto scattate da varie macchine fotografiche, su parti distinte del mondo , che convivono: l' albero la mela, l' osservatore, la mente dell'osservatore, il vento, lo stormire.. Le condizioni di quelle entità sono i cerchi.. E le loro azioni sono i rettangoli della rete.. talvolta in sequenza.. talvolta in ordine sparso senza ordine.. Quella rete connette tutto ciò che sappiamo connettere: atti fisici atti cognitivi, assieme alle condizioni che rendono possibili quegli atti.. E così le reti di Petri diventano una strumento concettuale per esplorare la realtà attraverso le domande: cosa avviene? quali condizioni rendono possibili quegli avvenimenti? quali conseguenze questi determinano? E sempre più verso il mistero.. nella descrizione dei dettagli di ciò che si è appena descritto..
  • Ancora una volta frammentiamo la conoscenza alla ricerca di dettagli sempre più piccoli.. alla ricerca degli atomi della conoscenza.. con una antica maieutica che si fa strada verso la possibilità di riprodurre gli atti della ricerca. Gli atomi della conoscenza, si frammenteranno ulteriormente?
  • Astrazioni Ma non abbiamo solo necessità di frammenti.. Quando questi sono tantissimi ci perdiamo nei labirinti e percorsi nelle reti. Avremo così bisogno non più di frammentare, ma di deframmentare il risultato del lavoro di altri.. di riassumerlo.. E quei riassunti dovremo saperli leggere come i racconti riassunti..! Ed anche qui ci verranno in aiuto i legami fra le condizioni (situazioni) e le trasformazioni, in reti che questa volta nascondono o, se volete, incorporano dettagli.. Con rispetto delle osservazioni scopriremo che le reti ci permetteranno di descrivere molto, forse tutto, quello che l' uomo ha prodotto per capire la realtà: circuiti elettronici, supermercati, sistemi giuridici, comunità.. In termini matematici quei riassunti si chiamano morfismi.. ed è grazie alla capacità dell'uomo di riassumere che la società si sviluppa sotto la spinta delle proprie osservazioni che vengono meccanizzate e diventano forza autopoietica .. verso l' ignoto ..
  • La deframmentazione Riassumere, tenendo presente ciò che stiamo riassumendo può ben essere chiamato deframmentazione. Non è solo gusto di riassumere. E' possibilità di leggere il passato, è fiducia nelle frammentazioni fatte anche da altri, è coscienza dei processi deframmentati, è via verso ulteriori frammenti.. .Intanto ci può indicare le vie ripercorse alla ricerca dei frammenti.. ci guida nella storia.. ci permette di individuare errori e di correggerli senza una scelta troppo definitiva del passato rappresentato nelle deframmentazioni.. Il candidato alla ricerca non potrà non deframmentare. .In fondo deframmentare è RICORDO, "ricordo delle origini" e quindi della evoluzione dei frammenti..!
  • Ma il deframmentare così come il riassumere ci da la possibilità ed il tempo umano di capire... Le grotte della conoscenza sono tropo piene di frammenti, che procedono indipendentemente per strade che si allontanano.. e mentre nascono problemi, i contributi dei frammenti vengono scoperti tardi..
  • La gestione degli interessi legati i frammenti diventa enorme.. ci dimentichiamo di troppo .. non sappiamo insegnare se non in rigide divisione di poteri (crediti). Peggio ancora.. cominciamo da alcuni frammenti di partenza per la evoluzione della conoscenza e ci perdiamo per strada e nei numerosi sentieri che forse amiamo.. ma che non portano i discenti ad una loro autonomia. Partendo dalla conoscenza attuale attraverso la deframmentazione possiamo trovare le vie della frammentazione e delle sue motivazioni.. che ci insegneranno ad andare oltre verso il domani.. I blogger ci stanno indicando una via: ci dicono cominciamo dall'oggi, ed ogni giorno dal nuovo giorno.. Il passato diventa dettaglio e la ricerca diventa ricordo del passato nel momento che lo deframmenta.
  • La nozione di blogger diventa così memoria da usare.. memoria che attiverà la deframmentazione/frammentazione.. Se così, e ci ricordiamo che la memoria è energia potenziale,, forse non dovremo meravigliarci se la attuale tendenza alla ripetizione tipica dei processi didattici attuali (si va dal prima al dopo), senza consapevolezza critica farà come la mela di Galileo: cadrà!

Grazie a Vincenzo Valenzi.. per il coraggio Nel propormi questo tema..

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