- Si continua
a parlare di crisi. Gli argomenti sulla sua natura vengono proposti e riproposti.
Mai si tengono punti fermi. Proposte e riproposte sembrano funzionali ad
obiettivi (politici)... Non alla comprensione del fenomeno.
- Serve rianalizzare
dall'inizio lo sviluppo della crisi (delle crisi).
- Non va mai dimenticato
che speranza di una vita migliore spinge l'economia. Gli investimenti danno
forza a chi spera e ha volontà. Le speranze diventano promesse e
impegni. Le banche alimentano i progetti. Il lavoro crea la sensazione
di benessere: nuove promesse, nuovi impegni, nuovi progetti... verso lo
sviluppo. Il momento della resa dei conti ahimè è arrivato.
Si verifica cosa le promesse hanno prodotto. Un certo benessere si è
formato. Ora dobbiamo trarne benefici.
- Già.
Ma i soldi sono andati in promesse da mantenere. Cose se ne sono fatte.
Nuovi prodotti... Nuove fabbriche piccole medie e grandi. L'edilizia ha
prosperato. Molte famiglie hanno vissuto e sono cresciute sulle promesse.
E sugli investimenti.
- Si cerca di
vendere: ahimè. Non si vende. Le risorse sono andate nel cercare
di proporre e nel produrre. Il consumo è andato in qualità
di vita. Che non può continuare... Non ci sono più soldi.
- Ecco la prima
evidenza della crisi: si produce assai di più rispetto alle possibilità
dei consumi. Pazienza: esportiamo.
- Lavoriamo duramente.
Il lavoro crea ricchezza. E in proporzione ne crea di più se il
lavoro è retribuito con poca ricchezza. Maggior ricchezza quindi
a chi sa esportare. A chi esporta poi, verso chi ha meno capacità
di lavoro. Naturalmente costoro (chi sa esportare) possono ancora comprare
e alimentano la produzione di ricchezza di chi esporta. Ma la produzione
efficiente richiede tecnologie, conoscenza e competenza. La conoscenza
si è nascosta nelle tecnologie: basta comprarle... E quindi: esportare...
danaro... impoverire il paese...
- Insomma guerra
fra poveri che talvolta si credono ricchi. E quelli che credono alla loro
ricchezza la ostentano. Ne creano un modello. Modello da seguire: basta
lavorare di più, a meno. In fondo è bello avere un yacht!
- Ma i debiti
pubblici (e privati) aumentano. Ovunque. Gli stati sono preoccupati. I
loro dirigenti assai di più. Così gli stati inventano altre
promesse con i loro debiti pubblici. Questi sono interessanti: non si vedono.
- Saranno pagati
lentamente da una crescente capacità produttiva (produttività)
che per molti significa lavorare più per meno... per molti decenni...
- Le banche distribuiranno
le ricchezze create dagli stati... a chi fa promesse... per impadronirsi
di nuove ricchezze se le promesse non verranno mantenute... E così
via di seguito... Alternative?
- Dimenticavo:
- un tempo (?)
le guerre...
- E la scienza?
- E la crisalide
(crisi) sociale?
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