- I dibattiti
durano anni, lasciano la situazione intatta. Coloro che dovrebbero leggerli
non li leggono. Diventano libri che aumentano la già copiosa produzione
editoriale. Ed ovviamente i libri diventano titoli per i loro autori, che
così diventano esperti che chiamano e sono chiamati da altri esperti.
- Il dibattito
in corso sulla esigenza di meritocrazia è un buon esempio. Il caso
della università poi è esemplare e forse è il dibattito
che è immagine di ciò che non va nel nostro paese. Si scopre
così che certe scuole eccellono... grazie a criteri di valutazione
meritocratica... il che può anche essere corretto, ma il ritenere
che gli esempi possano essere impiegati in generale produce un enorme danno.
- Non esistono
dubbi che l'aristocrazia accademica abbia notevole competenza nella valutazione,
su certi temi. Ma è proprio quella stessa aristocrazia accademica
a cui dobbiamo la decadenza.
- In alcuni settori
di loro stretto interesse le accademie continuano ad eccellere. E per gli
altri? Il paese che ci guadagna?
- Il conservatorismo
dilaga, la presenza internazionale si riduce. I risultati dei nostri scienziati
migliori vengono realizzati all'estero... mentre noi continuiamo a sperare
che la qualità della nostra vita dipenda dai (paesi) poveri. Il
che è giusto e vero.
- Ma necessita
un chiaro limite... quello per cui la meritocrazia diventa capacità
di aiutarci a prezzi più bassi, aiutando altri... In caso contrario,
ai posteri l'ardua sentenza.
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