- L'attuale apparente
ritorno ad una economia di sviluppo è basata sulle azioni governative
a favore delle banche, che finanziano attività, che producono come
unica ricchezza l'aumento del debito pubblico.
- La storia insegna
che nel passato si poneva rimedio a questa situazione con guerre. La produzione
nel militare aumentava. Una economia di guerra faceva funzionare i mercati.
La distruzione prodotta era la base per un desiderio di rinascita di chi
era rimasto povero: lavorava per meno, era più attento al proprio
futuro.
- Si poteva parlare
di vincitori e vinti. I vinti si associavano ai vincitori favorendo un
aumento di ricchezza grazie al cosviluppo (collaborazione fra ricchi e
poveri). Oggi la situazione è assolutamente simile.
- Tuttavia l'evoluzione
dei modi di far guerra rende assai più fragili coloro che hanno
la possibilità di vincere, come conseguenza delle nuove logiche
terroristiche.
- Così
per aumentare la loro sicurezza quelle potenze debbono investire di più
in armamenti ed aumentano quindi la loro fragilità.
- La presenza
di armi nucleari nelle fazioni opposte rende poco probabili confronti diretti.
I deboli sono assai più numerosi. I forti non possono che temere
confronti nucleari, specie se tutta la loro popolazione ha un ruolo attivo
nella produzione di ricchezza.
- Questi sono
i problemi che ci troviamo di fronte per il prossimo decennio.
- E senza guerre
comuni contro le povertà ci troveremo in seri guai. Non è
più utile distruggere: lo abbiamo già fatto!
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