- Aristotele ha
insegnato a classificare osservazioni e pensieri. Oggi la tassonomia (l'arte
del classificare) cerca di essere scienza, ma ci riesce con difficoltà.
Infatti ad ogni classificazione corrisponde qualche comunità di
interessi che difende le entità classificate.
- Ne seguono conflitti
che determinano una continua evoluzione di quelle comunità, e dei
loro mondi. Così cambiano le arti, le politiche, le culture, le
scienze, il mondo biologico/tecnologico, il mondo sociale e semplicemente
il mondo.
- Anche la storia
infine gioca il suo ruolo nella conservazione ed evoluzione dei mondi della
classificazione. L'uomo tenta, a suo dire, di controllare quei processi
evolutivi. Non ci riesce come evidenzia il danno che la umanità
sta producendo alla natura (uomo compreso).
- La realizzazione
della democrazia (anche se insostituibile) non ha la benché minima
percezione di quei movimenti.
- Il risultato
netto è che gli interessi, identificati nei prodotti dell'uomo,
finiscono con il determinare la direzione degli sviluppi sotto la azione
delle comunità legate a quei prodotti.
- I prodotti così
diventano una riduzione delle capacità cognitive della umanità
anche se determinano il perfezionamento dei linguaggi.
- La torre di
Babele diventa sempre più alta.
- Dovranno emergere
nuove entità (transumani?) che ci aiutino a capire ed a controllare
la evoluzione, grazie ad una visione umanistica del nostro destino.
- Ma: è
l'uomo o la tecnologia che determina il nostro destino?
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