- Mentre analizziamo
la crisi attraverso i suoi effetti, la crisi cambia, anche come conseguenza
di azioni orientate a ridurne gli effetti. Inoltre qualunque azione contro
la crisi, considerata positiva da alcuni, è certamente considerata
negativa da altri.
- Che fare? Ecco
che ognuno fa quello che può: pensa a sé. Con conseguenze
forse positive forse negative su altri e sulla crisi nel suo complesso,
e nel suo divenire.
- Quindi, qualunque
tentativo di contribuire alla comprensione della crisi oltre la cosiddetta
navigazione a vista, richiede ipotesi che avranno valore solo per chi le
accetterà (così è se ci credete!).
- Facciamo dunque
la ipotesi che la povertà sia una manifestazione della crisi e quindi
che la lotta contro la povertà sia il nemico da battere. La questione
è di semplicissima aritmetica se la ricchezza da distribuire è
costante.
- Mors tua vita
mea, sarebbe la soluzione (così avviene spesso, ahimé!).
In realtà forse una soluzione esiste: ricchi e poveri dovrebbero
assieme contribuire all'aumento della ricchezza (cosviluppo).
- Utopia? No!
Avviene ogni giorno anche se non ne capiamo la portata.. e i potenziali
sviluppi. Esempio: le badanti. Vengono da mondi poveri, contribuiscono
con il loro lavoro alla qualità di vita di mondi più fortunati.
- Esempi di cosviluppo
ne esistono vari altri. Ma ancora sono forse pochi gli esempi di cosviluppo
diretti verso una pari dignità di ricchi e poveri. Naturalmente,
così è, se vi pare!
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