- Brunetta discute
sulla produttività nella Pubblica amministrazione. Ovunque se ne
è discusso molto. Negli Usa, ad esempio, è nata una vera
e propria industria per la misura della produttività. Non pochi
analisti la giudicarono inutile. Da quelle esperienze tuttavia emerse l'esigenza
di valutare la qualità del lavoro.
- Anche in Italia
nacque una vasta attività sulla qualità, certo importante,
ma costosa e non certo facile da applicare in tempo di crisi. Le misure
di produttività e qualità sono una fabbrica di posti di lavoro,
possibilmente dannosi.
- Naturalmente
il tema valutazione propone domande: quanto è il costo della valutazione?
Riduce o aumenta il costo della P.a.? Si può parlare di valutazione
senza stabilirne gli obiettivi? Chi effettua la valutazione? E siamo proprio
certi che una diversa gerarchia nella P.a., non rappresenti un carico burocratico
per gli utenti (cittadini, imprese) riducendo la efficienza del nostro
sistema?
- Inutile che
io affermi un'opinione. Porterò l'opinione di un normale, serio
taxista durante il suo lavoro. Quando il taxista Sergio accetta un servizio,
accende il tassametro. Alla fine della corsa lo legge, e chiede di essere
retribuito. E paga lui il costo del tassametro.
- Certi avvocati
aprono una clessidra davanti ai clienti. Sì, con gli impiegati della
P.A. sembra impossibile.
- Ma per quale
ragione? E i nuovi dirigenti sapranno rispondere a Brunetta su quei temi?
- Un avvertimento:
il mondo comunista cadde anche per non aver risposto ad alcune di quelle
domande.
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