- La nozione di
virtualità nasce nella letteratura. La adozione di quel termine
in ambito tecnologico venne adottata da qualche industria informatica.
- Divenne quasi
il nome in cui si cercava di rendere possibili azioni fisicamente impossibili.
- Sembrava magia.
- Oggi gli esempi
di virtualità non si contano più. Si gioca virtualmente in
casa come si fosse in campi da tennis o da golf. Si vola come se si fosse
in un elicottero e si guida un reale carro armato nel teatro di guerra
reale stando a casa. Si va in aule inesistenti ormai migliori delle corrispondenti
reali. Si costruiscono copie virtuali di artisti e personaggi con cui si
discorre.
- Verrà
il giorno in cui l'epigrafe sarà spiegata dal defunto a voce, come
se fosse ancora vivente. È già molto diffusa la progettazione
di edifici virtuali in cui si entra virtualmente e si può modificare
l'edificio stando dentro prima che l'edificio venga costruito.
- Così
come esistono versioni filmate di grandi romanzi, ci saranno versioni virtuali
di quei testi ancora ci sono città virtuali ed automobili virtuali,
copie di auto realmente esistenti...
- Le domande da
farsi sono molte! La più comprensiva di tutte è: si possono
immaginare civiltà virtuali?
- Sì. In
fondo il famoso second life è un primo importante esempio, ma ancora
perfettibile, di una civiltà in cui si lavora si gioca e si scambiano
monete virtuali. Ma verrà il momento della dogana degli scambi fra
le civiltà.
- Queste saranno
i regolatori degli sviluppi economici... e delle civiltà.
- È urgente
occuparsene.
|