- Questa rubrica
da molto tempo parla della crisi.
- Prima indicando
nell'elettronica un'accelerazione dello sviluppo grazie al triangolo produttività/tecnologia/competizione,
che ha anche reso possibile la globalizzazione, con le tecnologie della
comunicazione.
- Ciò ha
determinato sviluppo e investimenti sincronizzati in tutto il mondo. Proprio
per questo molti hanno pensato che si potesse investire danaro virtuale
(cioè prestiti allo scoperto), tanto presto o poi l'espansione dei
mercati reali avrebbe pagato i debiti.
- Al culmine del
processo d'investimento ci si è accorti che non era così.
Ecco che per prime le banche tremano. E un po' anche la gente. Poi i politici
temono le conseguenze delle difficoltà economiche. E decidono d'aiutare
in modo sincronizzato banche e imprese facendo nuovamente ricorso a danaro
virtuale, nella speranza, che s'era già dimostrata fallace, che
quel danaro (se così si può chiamare), e una certa dose di
povertà, avrebbe fatto ripartire l'economia reale.
- Un po' avviene
certamente così. Se l'ottimismo e l'adattamento alla nuova situazione
avrà successo, usciremo dalla crisi presto o tardi. Ma allora ci
accorgeremo che la società tutta si sta trasformando, come una crisalide.
- Che fare a quel
punto? La gente individuerà i modi per garantire la propria sopravvivenza.
Le previsioni di chi non ha saputo prevedere non possono fare breccia.
Quindi diamoci da fare...
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