- La crisi può
essere vista da dentro e da fuori. Da fuori la crisi si manifesta come
una descrizione della trasformazione della società. Da dentro si
vedranno dettagli che, a loro volta, per chi lo saprà fare, potranno
essere impiegati per la descrizione esterna.
- La crisi non
riguarda solamente i fenomeni osservabili (povertà, indebitamento,
costo della vita, tassazione, eccetera eccetera) ma anche dettagli, quali
possono essere i prodotti o i servizi. Questi ultimi "dettagli"
sono vita nella società e sono soggetti ad evoluzione come sempre,
oggi accelerata dalla presenza della crisi.
- Così
la organizzazione saggia dovrà costruire ogni giorno un legame fra
la crisi dei prodotti o servizi e la sua stessa vita, identificabile in
evoluzione del personale, dei costi, delle tasse e via dicendo.
- Per ogni prodotto
questa organizzazione dovrà porsi domande del tipo: quale è
la influenza della crisi sulla vita di quel prodotto? Si noti bene: questa
valutazione dipende esclusivamente dalla percezione della crisi, che influenzerà
le scelte di gestione interna.
- Da questo meccanismo
nascono una serie di opportunità per affrontare la crisi: accettare
il pessimismo (irreale come l'ottimismo) con tutte le conseguenze (soprattutto
riduzione delle possibilità economiche) e progettare con decisione
il futuro (reale o virtuale che sia), ben sapendo che è la volontà
che risolverà una gran parte dei problemi della crisi.
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