- La trasformazione
indotta dalla crisi, può essere immaginata dal di fuori, o vista
da dentro. Da fuori sarà vista come una crisalide in formazione:
da dentro sarà la partecipazione alla trasformazione (che quindi
non è più crisi) ma piuttosto progettazione, inevitabilmente
locale e limitata.
- Ovviamente egoismi
faranno la loro comparsa. Il che è inevitabile, se si vuole che
la realizzazione dei singoli progetti formino una società (derivata
dalla attuale) che abbia forme e potenzialità ad interesse umano.
- La crisi di
oggi mette dubbi su molti progetti e preferisce la riduzione del costo
del lavoro (impoverimento) al rallentamento dello sviluppo, rallentamento
che certamente favorirebbe un ulteriore impoverimento.
- Esiste tuttavia
chi oggi può continuare lo sviluppo a costo zero (o quasi) nella
speranza che la economia reale trovi una dimensione adeguata alla produzione
e al consumo di ricchezza reale. Si tratta di tutti coloro che progettano.
I progetti sono entità virtuali fattibili a costo basso grazie alla
loro natura virtuale.
- Uffici virtuali,
comunicazioni virtuali, imprese virtuali, prodotti virtuali, tutte entità
che monete virtuali potrebbero ben sostenere nello scambio di competenze.
- Certo uno stipendio
per i giovani sarà necessario: questi sapranno conquistarlo costruendo
un futuro virtuale per imprese che sono in difficoltà oggi e ma
che saranno floride domani.
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