- La ricerca finanziata
dal pubblico è alimentata dalle tasse.
- Forzare le Piccole
e Medie Imprese a finanziare le università allontana le stesse dai
loro obiettivi di ricerca indipendente. I processi decisionali per finanziare
la ricerca favoriscono le filiere delle burocrazie decisionali, che disperdono
fondi.
- Inoltre i processi
decisionali sono sparpagliati fra molti enti. La caccia al finanziamento
inizierà.
- Le gare costano.
Solo pochi otterranno il finanziamento. Chi non ottiene finanziamenti disperde
energie. E genera disfattismo (chi non ci crede, provi a chiedere).
- La spinta poi
verso la creatività è una autentica presa in giro. Tutti
punteranno su progetti creativi ed innovativi.
- La vita media
delle imprese in questa crisi è breve. Le aziende che chiudono disperdono
i finanziamenti e faranno danni alla economia. Inoltre far perdere tempo
con promesse impossibili allontana le imprese dagli obiettivi di concretezza
di cui la crisi ha necessità.
- E il potere
politico non avrà visibilità del buon uso dei fondi investiti.
- Questo stato
di cose richiede una profonda riforma: via le tasse a tutte le pmi. Premi
a chi dimostra nei fatti di aver saputo innovare effettivamente ciò
che già produceva. Molta attenzione alla innovazione che non innova.
Ed alle promesse.
- Serve una nuova
forma di creatività concreta.
- Con una cultura
delle eliminazione degli sprechi: meglio innovare piccole cose che promettere
prodotti improbabili.
- Le Pmi sono
in grado di farlo.
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