- L'attenzione
sul petrolio è molto forte. Più per discutere come vanno
le questioni in borsa laddove se il petrolio aumenta di prezzo gli azionisti
guadagnano, e pagano di più l'energia. Il problema energetico viene
visto in termini di competizione fra le tecnologie esistenti, forse più
per pubblicità che per desiderio di contribuire allo sviluppo del
paese.
- Ma veramente
la crisi energetica è la più importante?
- Ne esistono
altre che potrebbero far la loro comparsa congiuntamente. Trascuriamo il
problema del collasso del traffico nelle città. Trascuriamo anche
il problema CO2 per due ragioni.
- Rallentando
lo sviluppo (a causa della crisi energetica) la emissione di CO2 si ridurrà.
Ma l'emissione di CO2 da parte degli oceani non seguirà certamente
le nostre politiche di riduzione del buco dell'ozono...
- La crisi alimentare
ci metterà al lavoro e ci forzerà a mangiare meno, con vantaggi
per la salute. La popolazione del pianeta aumenta e l'acqua mancherà.
Lo smodato consumo di petrolio ci metterà in difficoltà con
i materiali da costruzione basati sulla plastica. I sistemi sanitari continueranno
ad aumentare di costo. La crisi generale ne farà scempio.
- La crisi più
importante è l'autoreferenzialità aristocratica di molte
discipline così dette scientifiche che non hanno imparato a rendere
utile la loro presenza al di là dell'accademia.
- E la crisi non
avrà una cultura per la sopravvivenza, a meno che la cultura non
trasformi i problemi di domani in opportunità di oggi per lo sviluppo.
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