- Pensare: meditare,
riflettere, ragionare, progettare, immaginare... sono verbi che indicano
un forte coinvolgimento consapevole dell'uomo. Ne va aggiunto un altro:
non-pensare.
- Questo ultimo
potrebbe essere simile alla meditazione. Ma può essere inteso in
modo differente o meglio un'attività effettuata nell'antro dell'inconscio,
a cui viene delegato un problema, fisso nella mente consapevole di chi
non-pensa. Problema non analizzato nei suoi dettagli, in modo consapevole.
- Tutto ciò
è frequente nei casi in cui la soluzione al problema è difficile.
Ma il problema incombe.
- Avviene spesso
che, per qualche misteriosa ragione, la mente improvvisamente s'illumina
e la soluzione del problema prende forma (serenpidity). Ci si può
ragionare un po' su questo fenomeno?
- Proviamo! Immaginiamo
che l'inconscio contenga una rappresentazione a rete di tutte le relazioni
che il soggetto associa o non associa alla soluzione del problema. Queste
sono tante e certo al di sopra della possibilità razionali del soggetto.
- L'inconscio
è assai capace... ma la mente può esplicitare ben poco: al
più la soluzione del problema. L'inconscio, in silenzio, affronta
con calcoli paralleli le esigenze espresse dalla volontà del soggetto,
e individua la soluzione.
- Un qualche evento
fortuito fa precipitare nella soluzione le nubi di pensiero. È un
po' come se piovesse. Il bagnato prodotto è leggibile dalla mente
razionale, che a questo punto può dire e pensare, in modo consapevole.
- E nessun computer
è all'altezza dell'uomo.
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