- Siamo nel 1989
Fleischmann e Pons all'Università dello Utah annunciano di aver
ottenuto reazioni nucleari in provetta. Lo scoop scuote la carta stampata.
Non pochi accademici ridicolizzano il fenomeno.
- Ma il mondo
globale non cede. Molti tam tam per email. Coraggiosi ricercatori realizzano
una comunità per difendere quella che verrà definita con
la sigla FNF, da Fusione Nucleare Fredda.
- Le motivazioni
dei detrattori: non esiste una teoria ufficiale dell'esperimento, che non
avrebbe valore in quanto non replicabile.
- Il mondo della
FNF replica che le grandi scoperte non sono basate su teorie ma su esperimenti
che costringono a modificare paradigmi e che l'assenza di riproducibilità
non può negare un fenomeno.
- Da noi Giuliano
Preparata (Università di Milano) sviluppa una teoria sofisticata.
Pochi lo studiano. Altri accettano di vederlo alla berlina. Ma le attività
continuano seppure con difficoltà in alcuni laboratori pubblici
e qualche Università.
- Non sono mancati
contributi privati. Una mailing list animata da un medico filosofo di Roma
ha tenuto vivo il dibattito tra insulti proposte e critiche. Il professor
Celani (ENEA), attivo in quella mailing list, ha continuato a collaborare
con l'Università di Osaka.
- Il tentativo
di un serio progetto italo giapponese fallisce.
- Ma qualcosa
è cambiato. Giovedì scorso (22 maggio '08) Yoshiaki Arata
ha presentato all'Università di Osaka un dimostratore funzionante
ad energia da FNF.
- E ora? Ai posteri
l'ardua risposta.
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