- Rudyar Kipling
(1865-1936) aveva scritto una poesia su sei serventi: perché, cosa,
come, chi, dove, quando. I miei studenti usano anche il quanto.
- E li chiamano
agenti cognitivi. Usati iterativamente permettono d'indagare su situazioni,
processi e sistemi. Chiunque può utilizzare quegli agenti per una
prima analisi, senza disporre di forti competenze settoriali. Ovviamente
se ne dispone è meglio.
- Il senso critico
nell'analisi e il confronto con altri sono essenziali a una rigorosa indagine.
Uomini politici, giornalisti e uomini di cultura ne fanno un uso abbondante.
Sono poco noti fra i giovani persino nelle università.
- Perché?
Il perché è un agente assai rischioso. Usato superficialmente
immette nelle analisi la tendenza ad attribuire un unico perché
a una qualche entità laddove la storia o l'azione di gruppi di persone
o un accidente hanno contribuito all'esistenza di quell'entità.
- Al lettore certamente
sorge una domanda: ma perché ci parla di queste cose?
- I perché
sono molti: fornire un contributo a un atteggiamento sistematico all'analisi
dei problemi; ricordare che una conoscenza critica nelle analisi può
basarsi sull'impiego ripetuto di agenti cognitivi.
- Ad esempio.
Cosa è avvenuto? Chi c'era, chi è responsabile? Quando e
dov'è successo? Perché non è stato previsto?
- Il lettore non
avrà difficoltà ad esercitarsi nell'analisi di problemi semplici
o complessi.
- Eviterà
così che un giorno o l'altro un po' di intelligenza artificiale
faccia le analisi per lui.
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