- Si proclama
la lentezza: ciò si può pensare come conseguenza di molti
fenomeni emersi nella società. Uno ha a che fare con le tecnologie
dell'Informazione e Comunicazione.
- Quelle tecnologie
hanno promesso e mantenuto molte promesse: certamente hanno reso possibile
sostituire ad attività fortemente e gerarchicamente organizzate
altre attività più decentrate: un esempio (ma non il solo)
è l'editoria.
- Giornali e piccole
case editrici sono cresciuti in numero.Le edicole e i librai sono un buon
osservatorio per il fenomeno.
- La gerarchia
dell'impresa editoriale s'è ridotta, ma difficoltà sono comparse
nel mercato. Sempre più affollato e sempre più competitivo.
- La speranza
di autonomia continua a sopravvivere anche se fatiche per la sopravvivenza
non sono compensate dai risultati...
- Molti altri
settori (informatica, multimedialità, etc) hanno avuto sviluppi
analoghi a quelli dell'editoria.
- Ora compare
il messaggio della lentezza: può migliorare la vita di persone che
debbono correre per sopravvivere? O si toglie il senso di colpa di chi
andando troppo adagio costringe altri a correre?
- Si può
immaginare... Forse lo stato potrebbe intervenire... Come ha fatto con
la rottamazione delle auto... che in fondo sono una via per dare lentezza
ad alcuni..
- Più automazione
meno competizione con più norme (gestite da nuovi impiegati, ovviamente
lenti). Ed ecco un paese nuovo, migliore...
- Già:
e la ricchezza chi la produce? I paesi poveri che dobbiamo prendere a cannonate
per vendere lo nostre merci prodotte con lentezza?
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