- Una discussa
trasmissione tv sulle responsabilità del comunismo e la contro replica
di un senatore meriterebbero molta analisi non tanto nel merito, quanto
nel metodo. Eviterò questa analisi e affronterò una sintesi
sul tema del rapporto fra cause e colpe, non in termini legali e neppure
storici.
- Le due discipline:
storia e giurisprudenza, hanno avocato a sè l'autorità di
costruire giudizi storici e legali. E spesso questi giudizi sono di parte.
E visto che si tende a continuare con contrapposizioni basate sulla storia,
giudizi su cause e colpe diventano spesso contrapposti (e quindi alternanti).
- Alcuni filosofi
hanno spesso dibattuto di cause ed effetti con ragionamenti che spesso
diventano ragionamenti su cause e colpe. Ma troppo poco è stato
fatto e la società a tutti i livelli, vive di conflitti a cui vengono
associati spesso giudizi di cause e colpe, contrapposti ed alternanti.
- E le colpe diventano
la giustificazione di azioni violente.
- Si può
criticare questo modo di procedere? La risposta è sì: la
teoria dei processi concorrenti secondo Petri garantisce che in presenza
di conflitti fra entità autonome che operano in condizioni di concorrenza
si possono verificare situazioni in cui l'evidenza di soluzione di conflitti
fra posizioni contrapposte, ha basi soggettive e non esiste possibilità
di attribuire una forma di oggettività a quelle posizioni. In realtà
la cultura della causalità dovrà fare qualche passo avanti,
anche nel riconoscere che il Perdono Cristiano è un serio modo per
ridurre i conflitti nella società.
|