- Le riforme universitarie
possono essere elementi di una serie di filiere di trasformazioni che partendo
dalla cultura, raccolgano esigenze da proporre alla produzione scientifica
e quindi attraverso scelte tecnologiche raggiungano la produzione e quindi
il mercato nazionale ed internazionale per una cultura economica e sociale
di uso dei risultati produttivi. Insomma Università (plurale) inserite
in filiere circolari in cui gli elementi sono interconnessi nella libertà
e nel coordinamento con risultati misurati da personalità che sappiano
acquisire esigenze ed indicare obiettivi oltre a favorire una autovalutazione
dei progressi raggiunti, nei termini degli obiettivi indicati.
- Tutto ciò
avveniva nel passato. I Grandi Baroni Universitari hanno sempre ragionato
in quei termini ed hanno fatto la fortuna del nostro Paese.
- Il loro modo
di operare, interpretato male, ha condotto all'attuale disastro della autoreferenzialità
di frazioni assai modeste di sapere.
- Tuttavia esiste
la possibilità di ricomporre qualche filiera che sappia integrare
scienza - tecnologia - produzione e cultura per l'interesse nostro e per
la collaborazione con altri Paesi?
- Sì, il
personale esiste, le strutture ci sono.
- Occorre qualche
indicazione delle scelte, un gioco a squadra e, forse, qualche priorità
senza escludere scelte rischiose.
- Ne risulta forse
un potenzialità di primo piano se si sapranno indicare priorità
e coodinamento nella libertà con una seria ingegneria umanistisca
che sappia gestire con trasparenza le filiere del Paese.
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