Internet Self Governance ed i Governi
Un'Intervista con Vinton G. Cerf
di Claudio Allocchio 15 Marzo 2001 (traduzione Italiana a cura
di Vita - no profit)
[collegamento alla versione originale - EN
]
D: Allo stato attuale, molte persone leggono quotidianamente notizie
a proposito di Internet, dei suoi nuovi servizi e dei suoi potenziali problemi
(criminalità informatica, pedofilia, attività illegali...).
In ogni caso, sembra che l'immagine di Internet offerta al pubblico dai
media non corrisponda sempre alla realtà: lei come spiegherebbe
'La Rete' e le sue possibilità alla gente comune?
Mano a mano che Internet penetra più diffusamente in ogni paese,
il profilo degli utenti comincia a rispecchiare la popolazione generale
e tutti i suoi differenti interessi. In sostanza, è un mezzo per
interazioni di ogni tipo (da singolo a singolo, da singolo a molti, da
molti a molti). I media hanno la tendenza a concentrare l'attenzione sugli
aspetti negativi perché sembrano vendere di più - la gente
è quasi sempre più attratta da minacce e disastri piuttosto
che da buone notizie. Internet ha la capacità di supportare virtualmente
tutte le forme precedenti di comunicazione (radio, televisione, telefono,
stampa) tanto quanto di creare a partire da esse un'amalgama che non sarebbe
possibile senza la tecnologia unica di Internet. La qualità delle
versioni Internet di questi vecchi media varia di parecchio, e la Rete
non li soppianterà più di quanto non li farà crescere
e fornirà loro un altro canale comunicativo.
D: e come spiegherebbe [ Internet ] a una fetta di pubblico 'particolare',
ad esempio i politici e i governi?
Forse la cosa migliore è pensare Internet come un mezzo di comunicazione
che sta crescendo sempre più globalmente. Si stima che ne usufruiscano
400 milioni di persone in tutto il mondo - una modesta frazione della quantità
di ascoltatori radiofonici e degli utenti di televisione e telefono - ma
il tasso di crescita è decisamente alto. Il numero di utenti è
cresciuto di circa l'80% per anno, sommato [?] annualmente a partire dal
1988. Anche se questo tasso non è sostenibile, io ritengo che 3
miliardi di utenti saranno online nel 2010. Internet è uno strumento,
un nuovo medium, che supporta ogni genere di interazione possibile su computer.
Lo strumento più utile sembra essere la posta elettronica, i servizi
di informazioni World Wide Web e, sempre di più, i processi di transazioni
(potendo gestire le transazioni business-to-business e business-to-consumer).
Alcuni servizi permettono ai consumatori di interagire direttamente, come
in Ebay. Inoltre, Internet sta diventando uno strumento importante di comunicazione
fra i governi e i cittadini e potrebbe anche avere un ruolo nel voto elettronico.
Già da tempo Internet è impiegato per trasmettere i voti
per delega nei meeting annuali delle società per azioni. In definitiva,
Internet sarà in grado di supportare telefonia, radio, televisione,
illimitata informazione online e le combinazioni di questi elementi, il
tutto accessibile facilmente attraverso computer a comandi vocali.
D: Il governo di Internet è qualcosa in cui i governi nazionali
ovviamente sentono di dover giocare un proprio ruolo. Lei quale ruolo pensa
potrebbero giocare?
I governi possono dare una mano ad approntare le strutture per il commercio
elettronico; loro hanno bisogno di stabilire accordi internazionali per
affrontare la risoluzione di controversie, possibilmente attraverso forme
di arbitrato come alternativa alle cause. I governi possono cooperare con
l'ICANN e con gli operatori ccTLD per proteggere gli utenti di Internet
e promuovere la stabilità di Internet. I governi possono anche aiutare
a sponsorizzare la ricerca e gli sforzi che stabiliscono standard allo
scopo di una continua evoluzione di Internet. I governi possono collaborare
gli uni con gli altri per far fronte comune nella protezione della privacy
e della proprietà intellettuale in un globale, digitale e interconnesso
scenario.
D: Quale dovrebbe essere la relazione tra gli organismi amministrativi
di Internet attualmente orientati 'dal basso' (sia quelli tecnici, come
IEFT, sia quelli regolatori, come ICANN e relativi organismi nazionali)
e i governi?
Mi piacerebbe pensare che la maggior parte dei governi voglia giudicare
conveniente cooperare e sostenere questi sforzi della base. La cosiddetta
'relazione triangolare' fra l'ICANN, l'operatore ccTLD e il relativo governo
può agire per stabilizzare tutti e tre gli assi a beneficio di ciascuno,
per esempio.
D: In alcuni casi abbiamo già avuto alcuni accordi: il caso
Australiano è un esempio. Potrebbe essere questa la via da percorrere?
Gli esempi canadese e australiano sono utili casi da studiare nella
cooperazione fra i vari elettori e possono funzionare come modelli per
altri.
D: Lei ritiene che la missione dell'ICANN sia abbastanza conosciuta
fra l'opinione pubblica e i governi?
Io credo che sia stato sopravvalutato il suo scopo: ICANN NON è
l'istituzione del governo globale di Internet, tranne che per la sua esigua
responsabilità di organizzare gli spazi di allocazione degli indirizzi
IP e la sorveglianza del Domain Name System. ICANN non è responsabile
per le pratiche abusive delle aziende Internet, né per frodi o altri
usi illegali di Internet. ICANN non è responsabile di far rispettare
le leggi relative alle operazioni e agli usi di Internet; non ha una forza
di polizia. Cerca di facilitare accordi fra le varie parti in causa, come
si addice al suo unanime mandato costitutivo nelle aree tecniche su cui
ha responsabilità.
D: Recentemente un membro del governo italiano, rispondendo alla
domanda 'perché avete proposto di centralizzare sotto lo stretto
controllo del governo tutti gli enti nazionali regolatori di Internet,
sostituendo quelli autoregolatori?' ha dichiarato: «È già
successo in ogni nazione. Anche negli Stati Uniti, l'ICANN per esempio,
un'organizzazione non profit, è soggetta al completo controllo del
governo americano, che detta regole severe». Dal suo punto di vista
ICANN sembra un esempio di controllo di Internet da parte del governo centrale.
Come commenta questa dichiarazione?
Questo è un grave fraintendimento della situazione attuale. Il
Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha conservato solo una specifica
autorità - per approvare l'inglobamento dei nuovi identificatori
LTD nel database radice.Tutte le altre aree sono passate a istituzioni
del settore privato, compreso ICANN. ICANN sta lavorando duramente per
sollevare il governo degli Stati Uniti anche di quest'ultimo fardello.
D: Un'altra recente dichiarazione è stata: «Gli organismi
autoregolatori attuali (nota: il Regolamento di Registrazione 'it') sono
un'istituzione che non può rispondere a un compito di tale importanza.
È composta da circa 300 persone che si accettano reciprocamente
all'interno dell'organizzazione come in una assemblea di studenti. Non
hanno l'autorità di risolvere le questioni in tempi brevi (nota:
hanno al loro interno ICANN e WIPO MAPs) e al suo interno ci sono tante
aziende (nota: i segretari) che registrano nomi di domini». Perché
gli organismi di autoregolamentazione e il loro stile sembrano così
'strani' ai Governi?
Alcuni governi non sono abituati a porre fede e autorità per
quanto riguarda i servizi delle comunicazioni nelle mani del settore privato,
ma questo è precisamente ciò che la privatizzazione e la
liberalizzazione stanno portando avanti.
D: Ma alla fine gli organismi di autoregolamentazione hanno costruito
Internet e ancora lo fanno funzionare bene... è così?
Internet sta funzionando davvero bene, se consideriamo il fenomenale
tasso di crescita e l'espansione delle applicazioni che sembrano venir
annunciate ogni giorno.
D: Molti governi a volte affrontano la questione Internet da una
prospettiva veramente ristretta. Per esempio a loro sembra un enorme problema
'l'occupazione illegale di nomi'. E' davvero un problema così grande?
Definirebbe il numero di questi casi 'un problema rilevante'?
Sì, perché tendono a stabilire un precedente per i casi
futuri. La quantità può essere meno rilevante della stessa
esistenza di questi casi.
D: Cosa direbbe a un parlamento che considera l'idea di regolare
'l'intera rete' con una legge che comincia con 'Divieto di registrazione
di nomi di domini', dove la definizione di nomi di domini è: «'nomi
di domini' o semplicemente 'domini' sono un insieme di lettere, numeri
o altri simboli, internazionalmente ammessi al sistema di nomi di domini
(DNS) che ... identificano il proprietario dei diritti di accesso a internet».
Noi avevamo sempre creduto che un dominio identificasse un indirizzo o
una risorsa nella rete... non un 'proprietario dei diritti di accesso'.
Cosa suggerirebbe per rendere loro chiaro il concetto di internet?
Io metterei in evidenza che un governo nazionale ha, al più,
una specie di giurisdizione sopra i ccTLD* e che questo ruolo di controllo
non si estende sugli altri ccTLD o in generale ai TLD. Molti di noi pensano
ai domini non come a una proprietà, ma come una registrazione di
una risorsa pubblica. All'interno di un particolare ccTLD esiste una certa
libertà per mettere a punto una politica per le registrazioni permesse.
D: 'Internet per tutti': cosa direbbe se uno prima di registrare
un dominio dovesse esibire un marchio registrato internazionale, un WIPO,
un ben conosciuto nome personale, ecc. a completa richiesta, allo scopo
di evitare trentamila dollari di multa amministrativa immediata in caso
di 'errore'?
A causa della condizione in un certo senso fluida del dibattito su chi
ha i diritti di registrare particolari nomi, è generalmente una
saggia idea determinare quali interessi altri possono avere su certi nomi.
Con poche eccezioni, la tecnologia di Internet non limita in particolar
modo i nomi che possono essere registrati (lasciando da parte per un momento
i continui tentativi di supportare espansioni del set di caratteri usati
per costruire le identificazioni di nomi di domini, oltre alle forme limitate
dell'ASCII). I governi devono essere coscienti del fatto che le limitazioni
in un solo paese possono soltanto sospingere il problema fuori dalla giurisdizione
di quel paese.
D: Internet è, per natura, Internazionale. Quali sforzi dovrebbe
essere compiuti da tutte le parti coinvolte, governi inclusi, per risolvere
problemi a livello internazionale?
Io credo che ICANN abbia stabilito un buon avvio con il Comitato di
Consiglio Governativo ma per le strutture legali a sostegno dell'e-commerce,
sembra siano verosimilmente necessari dei seri tentativi di trattative.
Vint Cerf Chairman, ICANN
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